sabato 26 gennaio 2013

INCHIESTA BUS ROMA, MANAGER: "I SOLDI ERANO PER LA SEGRETERIA DI ALEMANNO"

Alemanno


ROMA - I soldi della tangente «erano destinati alla segreteria di Alemanno». È quanto ha detto al gip di Roma Stefano d'Aprile Edoardo D'Incà Levis, imprenditore italiano residente a Praga, arrestato circa un mese fa. Per l'accusa fu lui il mediatore per la tangente da 600 mila euro per una commessa di 45 bus per il Comune di Roma.
L'imprenditore nel corso dell'interrogatorio, avvenuto l'8 gennaio, spiega al Gip che Roberto Ceraudo, ad della Breda Menarinibus arrestato martedì scorso, «fece riferimento alla 'segreteria di Alemannò come destinataria delle risorse finanziarie». Nell'inchiesta sulla presunta maxitangente per la fornitura di bus destinati al Corridoio Laurentina a Roma risulta indagato anche l'ad di Eur Spa, Riccardo Mancini, da ieri dimissionario.

"CERAUDO MI DISSE CHE LA POLITICA VOLEVA SOLDI" Parlando al gip Stefano Aprile di una «lobby Rome», D'Incà Levis, secondo quanto emerge dal verbale di interrogatorio, afferma: «Ceraudo mi disse che la politica voleva ancora soldi e che erano destinati alla segreteria di Alemanno. Non precisò nè io chiesi se la segreteria di Alemanno fosse destinataria di tutto o di parte delle risorse». Il denaro destinato a Ceraudo per la formazione della tangente - spiega Incà Levis, nel frattempo tornato in libertà, è «stato consegnato allo stesso da una persona che mi è stata indicata da un amico: io materialmente ho dato ordine alla banca di consegnare a quest'uomo la somma di 233.360,00 euro in data 16 marzo 2009 e la somma di 312 mila euro in data 24 settembre 2009, somme che Ceraudo mi ha confermato di avere ricevuto. La terza tranche pari ad euro 204.100,00 è stata da me bonificata in data 17 luglio 2009 su un conto presso Bsi Sa Lugano indicatomi da Ceraudo. In seguito nonostante già la stampa si fosse occupata della questione sotto le pressioni di Ceraudo emisi tramite la societ… inglese Rail & traction le altre fatture». L'inchiesta giudiziaria, del pm Paolo Ielo, è quella sfociata nei giorni scorsi nell'arresto di Roberto Ceraudo, ex amministratore delegato di Breda Menarini, una delle società, del gruppo Finmeccanica, fornitrici dei 45 bus del comune di Roma. Per la commessa da 20 milioni di euro di bus, mai utilizzati e destinati ad essere utilizzati nel cosiddetto «corridoio della mobilità Laurentina», nel 2009 sarebbe stata pagata una tangente frutto del meccanismo delle sovrafatturazioni. Tra gli indagati anche l'ormai ex ad dell'Ente Eur Spa, Riccardo Mancini, ritenuto dall'accusa destinatario di una parte della tangente.

LE PAROLE DI ALEMANNO «Escludo nella maniera più categorica che membri della mia segreteria possano essere tra i destinatari di somme in denaro per questo o per qualsiasi altro affare». Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a proposito delle presunte tangenti legate all'acquisto di 45 bus per il Comune di Roma.
«Non ho idea di chi sia il signor D'Inca Levis e nè il sottoscritto nè la mia segreteria si sono mai occupati di interferire nelle assegnazioni di appalti di qualsiasi genere, compreso ovviamente quello riguardante l'inchiesta in questione» ha aggiunto Alemanno.

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