martedì 12 febbraio 2013

IL PAPA SI DIMETTE, GIALLO IN VATICANO. LOMBARDI: "SI È OPERATO AL PACEMAKER"











L'AQUILA - Sembra uno scherzo del destino o semplicemente un segno premonitore che
all'indomani delle dimissioni del Papa fa notizia. Le sacre spoglie di Celestino V, l'ultimo Pontefice che la storia ricordi, vestiranno il pallio di Benedetto XVI in occasione delle celebrazioni per il 700/o anniversario della canonizzazione di San Pietro Celestino Papa, il prossimo 5 maggio. Lo ha annunciato l'Arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe Molinari. Il pallio, insegna papale simbolo del Buon Pastore, venne deposto dal Pontefice sull'urna di Celestino V durante la sua visita alla città dell'Aquila a poche settimane dal terremoto del 6 aprile 2009.
L'arcivescovo Molinari ha costituito oggi la Commissione deputata alla ricognizione delle sacre reliquie di San Pietro Celestino Papa, attualmente esposte nella Basilica di Collemaggio, al di fuori dell'artistico mausoleo che le ha custodite nei secoli, ancora gravemente danneggiato dal terremoto. La ricognizione è necessaria per fermare il processo di degrado delle sacre ossa e per sostituire la maschera di cera in via di consumazione, che ricopre il teschio del pontefice, con una nuova scientificamente ideata per essere più simile al suo volto. Al termine della ricognizione le spoglie verranno rivestite di nuovi paramenti, appositamente creati e donati dall'Atelier LAVS di Filippo Sorcinelli, con sede in Santarcangelo di Romagna, il quale in questi anni ha curato la realizzazione di alcune vesti sacre di Papa Benedetto XVI e del prezioso pallio - donato dallo stesso pontefice nel corso della sua visita all'Aquila - che sarà collocato direttamente sulle spalle di San Pietro Celestino. Dopo il completamento di tutte le operazioni conseguenti alla ricognizione l'urna, con le sacre spoglie, tornerà nella Basilica di Collemaggio il 5 maggio, 700/o anniversario esatto della canonizzazione del Papa Santo Celestino V proclamata da Papa Clemente V, dopo 17 anni dalla morte, nel 1313.
L'OPERAZIONE AL CUORE Benedetto XVI ha recentemente subito un intervento per la sostituzione delle batterie al pacemaker «che aveva da lungo tempo». Lo ha detto il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, spiegando comunque che «non si è trattato di un intervento rilevante, anzi assolutamente normale e di routine», e che «non ha avuto nessun peso nella sua decisione». «Il motivo - ha aggiunto Lombardi in un briefing con la stampa - è quello che ha detto il Papa, cioè la percezione delle forze che diminuiscono con l'avanzare dell'età». Il portavoce vaticano ha ribadito che «non ci sono malattie specifiche». Benedetto XVI, ha spiegato padre Lombardi, aveva il pacemaker al cuore da prima del pontificato, da quando era cardinale. Il recente intervento, di cui ha dato notizia stamane il Sole 24 Ore, è avvenuto tre mesi fa nella clinica Pio XI, sull'Aurelia. «Si è trattato di un'operazione assolutamente di routine - ha ribadito Lombardi -, il pacemaker c'era già, ci sono a volte delle sostituzioni, delle messe a punto. E non ha nulla a che fare con la decisione del Santo Padre».
VATILEAKS La decisione presa dal Papa non dipende da fatti particolari come la crisi della Curia ma da una valutazione più ampia relativa alla situazione della Chiesa nel mondo e alle sfide che essa si trova a dover affrontare. È quanto ha detto stamane il direttore della Sala stampa della Santa Sede padre Federico Lombardi. Si tratta, ha detto Lombardi, di «una decisione che manda molti messaggi a tutti noi, di umiltà e di coraggio, di saggezza nel valutare la propria responsabilità davanti a Dio». «Il Papa -ha aggiunto- è persona di grandissimo realismo e conosce i problemi e le difficoltà, ci sono le difficoltà della Curia e quelle più significative della Chiesa nel mondo di oggi, della situazione della Chiesa nel suo rapporto con il mondo di oggi con le sfide che ci sono». «Io credo -ha detto ancora Lombardi- che il Papa guardi al mondo con grande ampiezza e non con una visione limitata». «Certamente -ha detto Lombardi- ci può essere un problema di adeguatezza degli strumenti di governo rispetto ai fini da raggiungere. È un problema che c'è sempre lungo la storia, credo che sia sbagliato restringere quanto è avvenuto a una particolare problematica, il Papa ha posto la questione in termini ampi, profondi e spirituali non c'è quindi una identificazione di un problema particolare di funzionamento dell'istituzione, un problema di Vatileaks o legato a qualche difficoltà nell'affrontare un'altra situazione operativa, secondo me lui ha voluto parlare delle grandi responsabilità del governo della chiesa nel suo insieme».

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