UDINE - È rimasto 10 anni in coma, sentendo tutto quello che accadeva intono a sé ma
senza possibilità di interagire. È la storia di Massimiliano coinvolto
in uno schianto automobilistico a soli vent'anni, mentre rientrava a
casa dalle vacanze. «L'hanno dato subito per spacciato, facendoci
contare le ore - ha detto la madre a il Gazzettino.it -, e in quello
stato è rimasto, senza mai dar segni di ripresa, per otto mesi, passando
da un ospedale all'altro. Alla fine ho capito che lì, isolato, sarebbe
morto veramente. E me lo sono portato a casa sentendomi dire dal
viceprimario, mentre gli staccavo il sondino naso-gastrico, che se fosse
deceduto io sarei stata denunciata. Non me ne importò nulla. Andai
avanti per la mia strada, appellandomi ai suoi amici, alla parrocchia,
ai volontari del servizio civile del Comune».Alcuni ragazzi volontari hanno aiutato la madre di giorno e di notte, ma il ragazzo continuava a non dare cenni di vita, vittima di quello che i medici avevano definito un coma irrecuperabile.
Un giorno, dopo la morte del padre di Max, dopo ben 10 anni, la madre dice provocatoriamente al figlio: «fatti solo i segno della croce», e il ragazzo muove la mano. A quel punto è Iniziato il percorso verso il recupero.
Oggi Max sta imparando a parlare di nuovo con l'aiuto di un logopedista e sta cercando d riprendere in mano la sua vita che apprezza molto più di quanto non facesse prima dell'incidente.
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