lunedì 25 giugno 2012

PEDOPORNOGRAFIA,E' ALLARME SOCIAL NETWORK



I social network stanno diventando sempre di più veicolo di pedopornofilia. A denunciarlo è il direttore della polizia postale Antonio Abruzzese, intervenendo alla presentazione del volume "Europa e minori, non diritti minori. Una nuova strategia UE". Il mondo del web è in continua evoluzione e i social network "espongono i ragazzi dai 9-10 anni in poi a grandi pericoli" ha detto Abruzzese: la "colpa" è delle chat che "impongono una interattività tramite cui si fa strada la pedopornofilia online".
Spesso i genitori cercano di rincorrere i ragazzi facendosi promettere di usare i social network solo in loro presenza, ma secondo il direttore della polizia postale "è una battaglia persa". Molti giovani hanno un profilo "non autorizzato" che aprono da soli, riuscendo ad evitare facilmente i limiti d'età inserendo una data di nascita falsa. Il tutto diventa ancora più facile grazie agli smartphone, in possesso della maggior parte dei ragazzi.
Nuovo bullismo onlineIn più, secondo Abruzzese, i social network hanno visto la nascita di un nuovo bullismo: "molti ragazzi vengono emarginati da altri con falsi profili costruiti ad hoc, tant'è che si parla di ragazzi 'bannati'. In questo caso i minori sono vittime due volte".
Minori e web, una priorità europea
Sono proprio questi i motivi che hanno riportato la relazione tra minori e mondo digitale tra le priorità dell'agenda politica europea. "I 27 Paesi membri entro i prossimi due anni dovranno avere una normativa comune - ha ricordato la vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli - che dovrà essere flessibile per stare al passo con i cambiamenti e sia in grado di contrastare il fenomeno della pedopornofilia".
Il problema dell'informazione
Un altro tema che è emerso durante il dibattito e che dovrà essere al centro in maniera più incisiva al centro dell'impegno dell'Unione europea è il tema dell'informazione dei minori sui loro diritti. Secondo l'eurobarometro, il 76% dei minori dichiara di non sapere di avere dei diritti e il 79% di non sapere a chi rivolgersi in caso di necessità. ''La Commissione europea sta studiando la messa a punto di uno sportello unico per comunicare a bambini e ragazzi di ogni età informazioni sull'Unione e sui loro diritti" ha detto l'europarlamentare del Pd Silvia Costa.

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