IL BAMBINO 0-6 MESI






Aspettatevi che il bambino pianga molto, e siate piacevolmente sorpresi se non lo fa: se non vi preparate al peggio, finirete per essere sopraffatti e sidorientati.
Ricordate che sonno, veglia tranquilla e painto sono le uniche tre condizioni in ci si può trovare un neonato. Se piange, possono esserci motivi diversi: le cause più probabili sono la stanchezza, la fame, la solitudine e il disagio - ha troppo caldo o troppo freddo, è in una posizione scomoda, o vuole essere cambiato. Dovete accettare il fatto che qualche volta pianferà senza alcuna ragione plausibile, anche se questo è il caso più stressante per i genitori.

Rispondere al pianto Lasciare un bambino da solo a piangere non è mai una buona idea: se a un neonato vengono negati attenzioni e affetto nelle prime settimane e nei primi mesi, crescerà introverso, timido e chiuso. Inoltre, alcune ricerche mostrano che se i genitori sono lenti a rispondere al pianto del bambino, il risultato è di farlo piangere di più, anche in futuro: uno studio recente ha scoperto che i bambini il cui pianto è stato ignorato nelle prime settimane di vita, crescendo hanno la tendenza a piangere di più e con maggiore insistenza.
Amare un figlio non significa viziarlo e non bisogna confondere le due cose. Secondo me un neonato non puo' mai essere "viziato" abbastanza, e un bambino di 6 mesi che viene preso in braccio, coccolato, e al quale si parla con dolcezza impara a pretendere attenzioni: impara ad amare e a instaurare relazioni umane - una delle lezioni più importanti per la sua futura evoluzione emotiva e psicologica. Quello che si tende a condannare come "vizio" è spesso solo la risposta di una madre al disagio del figlio, della quale il bambino ha un bisogno naturale.

RITMI DEL SONNO
Una volta a casa, a meno di non essere molto fortunati, trascorrerete almeno qualche notte insonne. Sebbene la maggior parte dei bambini dorme quasi sempre, quando non sta mangiando, e trascorra quindi il 60% del tempo addormentato, alcuni rimangono attivi e vigili per periodi sorprendentemente lunghi sia di giorno sia la notte.
Una giovane madre è rimasta sorpresa dal fatto che sua figlia, fino ai quattro mesi, non si assopiva per più di una o due ore per volta: per un genitore è un periodo lungo da superare senza una notte di sonno completa, specialmente per le madri che hanno bisogno di riposardi dopo il periodo stancante della gravidanza e il parto. Se il vostro bambino dorme poco, consolatevi pensando che - se non lo lasciate da solo ad annoiarsi - ogni minuto minuto in cui è sveglio impara qualcosa di nuovo, e nel tempo sarete ricompensati da un figlio intelligente e brillante.
Poichè tutti i bambini sono diversi, le loro necessità di sonno dipendono dalla fisiologia individuale: non ha senso quindi pretendere di imporre rigidi schemi che corrispondono alle esigenze che i neonati hanno in media perchè, come ho detto in precendenza, il "bambino medio" non esiste.
La maggior pare dei neonati si addormenta subito dopo aver mangiato; all'inizio è probabile che la veglia del bambino dipenda dalla quantità di cibo di cui ha bisogno, che a sua volta è proporzionale al suo peso.

SUONI EMESSI DAL BAMBINO
I neonati, svegli o addormentati che siano, emettono normalmente una serie di strani suoni: la maggior parte è dovuta all'immaturità del sistema respiratorio e scompare presto.

Russare  Il bambino addormentato può emettere dei grugniti, che ricordano un vero e propriorussare, e che probabilmente sono causati salle vibrazioni sul palato molle, in fondo alla bocca, mentre respira.

Respiro Il bambino può inspirare così rumorosamente da far pensare che abbia il raffreddore o del catarro in gola, ma solitamente questi suoni sono innocui e dovuti al setto nasale ancora basso, che costringe l'aria a cercare un passaggio in cavità brevi e strette; con la crescita, il setto nasale si solleva e i rumori gradualmente scompaiono.

Starnuti Si può pensare che il bambino abbia il raffreddore perchè starnutisce spesso: si tratta invece di una reazione comune dei neonati, in particolare se aprono gli occhi menre sono esposti  a una luce brillante. Lo starnuto può anche essere beneficio: aiuta a liberare i passaggi nasali.

Singhiozzo I neonati hanno spesso il singhiozzo, in particolare dopo aver mangiato. Questo induce alcune madri a temere che il bambino non abbia digerito, ma questo avviene raramente: i singhiozzi sono dovuti al controllo nervoso imperfetto che il neonato esercita sul diaframma - lo strato muscolare che separa il torace dall'addome - e scompaiono con la maturazione.

Dovete introdurre i primi cibi solidi nella dieta del bambino durante il primo anno di vita, ma non prima dei sei mesi perchè il tratto digerente non è ancora in grado di assimilare alimenti complessi: passerebbero per lo più senza essere digertiti, causando un lavoro eccessvo ai reni, ancora immaturi.
Il latte (materno o artificiale) fornisce tutti i nutrienti dei quali il neonato ha bisogno, e proporgli altri cibi troppo presto puo' far indebolire il suo innato riflesso di suzione; se la madre allatta al seno, la mancanza di richiesta da parte del figlio fa diminuire la produzione di latte - e il bambino finisce per non ottenere un'alimentazione adeguata a soddisfare le sue esigenza.

QUANDO SVEZZARE
Lo svezzamento è necessario per sostenere il ritmo di crescita del bambino con un adeguato apporto calorico: il neonato ingerisce quantità crescenti di latte, per svilupparsi, ma piochè il suo stomaco ha una capacità limitata, a un certo punto bisogna passare ad alimenti più sostanziosi. Sarà vostro figlio a segnalarvi chiaramente l'esigenza di cambiare abitudini: prenderà più latte del solito, al punto di dover aggiungere un pasto al giorno, ma sembrerà comunque molto insoddisfatto; è abbastanza tipico che un bambino che oramai dormiva tutta la notte ricominci a svegliarsi per mangiare di notte.
E' questo il momento di introdurre i primi cibi solidi: solitamente si verifica intorno ai sei mesi o poco dopo, con l'affievolirsi del riflesso di suzione.
Non fidatevi di credenze popolari e tradizioni- non è vero per esempio che il primo dentino determini l'inizio dello svezzamento - e siate attenti invece a quel che cerca di comunicarvi vostro figlio, oppure chiedete consiglio al pediatra.

IL PRIMO CIBO SOLIDO
Tenete a disposizione una piccola quantità di cibo già pronto, e accomodatevi nella vostra solita posizione per l'allattamento. Sebbene il bambino sia pronto ad assumere calorie e assimilare i nutrienti dei cibi solidi, preferirà ancora il latte perchè è l'unico alimento che riconosce. Iniziate ad allattare vostro figlio, arrivando circa a metà della solità quantità, e poi offritegli uno o due cucchiaini di cibo. Il pasto di mezzogiorno è il momento ideale per i primi tentativi perchè il bambino non sarà famelico, ma ben sveglio e più disposto a collaborare. Non forzatelo mai a mangiare di più, e quando avrà provato il nuovo cibo proseguite con il resto del latte; quando si sarà abituato agli alimenti solidi forse preferirà prenderli all'inizio del pasto.
Sin dall'inizio dello svezzamento, ricordate di provvedere anche alle sigenze dettate dalla sete; cominciate con 15ml di acqua, dopo i pasti e in qualsiasi altro momento della giornata sembri necessario; non superate però i 120ml, che potrebbero andare a discapito dell'assunzione del latte, ancora fondamentale per vostro figlio. Naturalmente sono da evitare le bevande zuccherate, per i problemi che possono causare ai denti ma anche per l'apporto calorico eccessivo, e nei primi mesi i dentisti sconsigliano persino i succhi di frutta.

CONSIGLI SULLO SVEZZAMENTO
Se il bambino è riluttante a provare nuovi alimenti, concedetegli del tempo per abituarsi a ciascun nuovo cibo e non insistete con quelli che non gradisce.
  • Aggiungete un alimento per volta, aspettando alcuni giorni per controllare che non ci siano reazioni prima di riproporlo.
  • Evitare le pappe pronte, a favore dei cibi semplici e nutrienti che potete preparare voi stessi.
  • Non provate i cibi contenenti glutine, noci, latticini o uova prima dei sei mesi, perchè potreste favorire l'insorgere di future allergie.



LA PULIZIA DEI CAPELLI

La testa del neonato deve essere lavata ogni giorno, anche se non necesariamente con uno shampoo: le lozioni da bagno idrosolubili vanno bene. Fra le 12 e le 16 settimane, i capelli saranno cresciuti abbastanza da lavarli tutti i giorni con acqua e, una o due volte a settimana, con un prodotto per i bambini formulato per non fargli bruciare gli occhi (evitate comunque che non finisca sul volto). Tenetelo in braccio di lato oppure sedete sul bordo della vasca con il bambino di traverso sulle gambe, con il viso rivolto verso di noi (si sentirà più sicuro). Non siate nervosi per le fontanelle: la membrana che le ricopre è piùttosto robusta, e per lavare i capelli basta un delicato massaggio - ben lontano dallo sfregamento vigoroso che rischierebbe di fare danni.
Applicate lo shampoo o la lozione sulla testa del bambino e massaggiate lentamente fino a formare una schiuma; dopo una quindicina di secondi, senza bisogno di un secondo lavaggio, sciacquate bene usando un panno imbevuto di acqua tiepida: abbiate infine l'accortezza di non coprire il viso al bambino con l'ascigamano, quando lo usate per tamponargli la testa, perchè potrebbe spaventardi e iniziare a piangere.

SE NON AMA FARSI LAVARE I CAPELLI
Alcuni bambini sono insofferenti al momento di farsi lavare i capelli, sebbene gradiscano invece il bagnetto: è meglio allora separare le due attività, per evitare che associandole sviluppino un'avversione a entrambe.
La ragione dell'irrequietezza al momento di farsi lavare la testa solitamente è il fastidio provocato dall'acqua e dal sapone che finiscono negli occhi, nonostante voi facciate il più possibile attenzione; per ovviare il problema, provate ad acquistare un'opposita protezione da sistemare intorno alla testa, oppure tenete vostro figlio in grembo e usate un panno per risciacquare via i residui di sapone, invece dell acqua corrente.
Se non riuscite ad alleviare il suo disagio in nessun modo, non immobilizzatelo con la forza, ma piuttosto aspettate un paio di settimane prima di riprovare, con tranquillità; se nel frattempo uisate una spugna umida sulla testa, o una spazzola morbida per capelli, vostro figlio sarà comunque ragionevolmente pulito.

CROSTA LATTEA
La formazione della crosta lattea caratterizzata da chiazza rosse e squamose sul cuoio capelluto del bambino, è molto comune e non dipende da una mancata igiene o dal tipo di shampoo; come è apparsa scompare, in genere dopo un paio di settimane.
Consiglio: Quel che potete fare per prevenirla è lavare ogni giorno il cuoio capelluto di vostro figlio con una spazzola con setole molto morbide e un pò di shampoo disciolto in acqua tiepida, e poi passare il pettine tra i capelli, anche se pochi, per evitare la formazione delle scaglie. In caso la crosta lattea si presenti comunque, di notte applicate qualche goccia di olio d'oliva al cuoio capelluto per ammorbidire lo strato superficiale e irritato della pelle, rendendolo più facile da levare via la mattina; non staccate mai le scaglie grattando con le dita, perchè non fareste altro che stimolarne ulteriormente la formazione. Se il problema persiste o peggiora consultare il pesiatra, oppure il farmacista, che vi saprà consigliare uno shampoo specifico.



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