Una nuova compressa combina quattro farmaci,
rendendo più facile la terapia giornaliera per i malati
MILANO - E' arrivato alla conclusione della terza fase di sperimentazione (quella che ne valuta la sicurezza e l'efficacia) Quad, la nuova pillola prodotta dal colosso farmaceutico statunitense Gilead Sciences (che ha anche finanziato la ricerca) che combina quattro farmaci anti-Aids in un'unica compressa. Lo studio, pubblicato su The Lancet , riporta risultati positivi della somministrazione del nuovo medicamento su pazienti al primo trattamento per la cura dell'Hiv. Nel maggio scorso la Food and Drug Administration americana aveva espresso un parere favorevole sull'approvazione del farmaco, ma la decisione finale è prevista per il prossimo agosto.
QUATTRO IN UNA - Quad è composto
da quattro principi attivi: elvitegravir, un inibitore di integrasi
(l'integrasi è un enzima chiave nel ciclo vitale dell'Hiv che ne
catalizza l'integrazione nel Dna di chi contrae il virus), due
anti-retrovirali emtricitabina e tenofovir disoproxil fumarato e
cobicistat, un agente farmaceutico potenziatore in grado di aumentare
l'efficacia degli altri farmaci (soprattutto dell’elvitegravir).
LO STUDIO - Nel corso del primo
test sono stati arruolati 700 volontari nordamericani che sono stati
divisi in due gruppi. Agli appartenenti al primo è stato somministrato
Quad, mentre quelli del secondo hanno assunto Atripla, un farmaco
contenente tre principi attivi che dal 2006 fa parte della terapia
standard per l'Hiv. Dopo 48 settimane l'88 per cento dei pazienti
trattati con Quad ha visto scendere la propria carica virale al di sotto
dei livelli rilevabili contro l'84 per cento di coloro che erano stati
curati con Atripla. Gli effetti collaterali sono stati poco frequenti
tra i due gruppi: i più comuni per chi aveva assunto il farmaco
sperimentale sono stati problemi renali e nausea, mentre l'assunzione di
Atripla ha evidenziato sintomi come vertigini, insonnia e rash cutaneo.
In una seconda fase, condotta su 708 pazienti reclutati in Australia,
Nord America ed Europa, Quad è stato messo a confronto con una terapia a
base di atanazavir, un antimicrobico, emtricitabina e tenofovir
disoproxil fumarato, potenziati con ritonavir. In questo caso, al
termine delle 48 settimane previste, la percentuale di pazienti che ha
mostrato una regressione della carica virale si è attestata al 90 per
cento con Quad e all'87 per cento per coloro che avevano seguito l'altra
terapia. A causa degli effetti collaterali soltanto il 3.7 per cento
dei volontari ha dovuto interrompere la cura con Quad contro il 5.1 per
cento dell'altro gruppo.
UNA PILLOLA AL GIORNO - Quando,
negli anni Novanta, si è iniziato a curare la sindrome da
immunodeficienza acquisita con farmaci anti-retrovirali, i pazienti
erano costretti ogni giorno a ingerire decine di pillole, con il rischio
di dimenticarne qualcuna, rendendo assai meno efficace la terapia. Se
Quad riceverà l'approvazione alla commercializzazione, sarà sufficiente
una compressa al giorno, con grande beneficio per la salute degli
ammalati. «Seguire scrupolosamente la cura è vitale per i pazienti - ha
dichiarato Paul Sax della Harvard Medical School,
che ha guidato la prima fase di sperimentazione - poiché dimenticare
una parte della terapia può facilmente rendere il virus resistente ai
farmaci. I nostri risultati aggiungono un'opzione ben tollerata e molto
potente al trattamento della patologia e mettono in evidenza la
semplicità di una terapia basata sulla combinazione di differenti
anti-retrovirali in una sola pastiglia».
IL PARERE DELL’ESPERTO – Abbiamo
sentito il parere di Stefano Vella, uno degli scienziati più importanti
al mondo in tema di Aids e attualmente direttore del Dipartimento del
Farmaco presso l'Istituto Superiore di Sanità: «Il Quad, che ha buona
probabilità di passare tutti i trial previsti, costituisce la prima
formula che contiene l’inibitore dell’integrasi (già presente in altre
composizioni come il Raltegravir) in un’unica compressa e questo è
sicuramente un significativo passo avanti nelle terapie per l’Aids, che
per definizione sono a vita, verso una semplificazione e un
miglioramento delle cure alle quali si devono sottoporre i pazienti
affetti dalla patologia». A questo punto però, come fa notare Vella, è
importante che, a fronte di tanti e continui miglioramenti e successi da
parte dell’industria farmaceutica, corrisponda anche un’attenzione
verso il Sud del Mondo, affinché non esistano farmaci di serie A o di
serie B. «Il problema dell’accessibilità ai farmaci è ormai condiviso
anche dalla stessa industria del settore e io sono fiducioso che si
possa trovare un’unica soluzione comune, superando il problema dei
prezzi».
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