martedì 5 giugno 2012

ZIO MICHELE MI DISSE:"L'HA UCCISA SABRINA"

"Gli dissi di dire sempre la verità" dice la criminologa Roberta Bruzzone al processo

A riaprire uno spiraglio sul caso Sarah Scazzi è la criminologa Roberta Bruzzone, ex consulente del collegio difensivo di Michele Misseri, che davanti alla corte di assise di Taranto ha riferito un dialogo avuto con l’uomo di Avetrana  il 5 novembre del 2010.
COLPA DI SABRINA - “Stavamo parlando in maniera generica di Sarah. Si fermò, scoppiò a piangere e guardandomi disse: ‘Non ho ucciso Sarah, io ero sulla sdraia, è stata Sabrina’. A quel punto interrompemmo il colloquio e chiedemmo a Michele Misseri se intendeva parlare con i magistrati”. Così “zio Michele” scaricava sulla figlia Sabrina l’omicidio della nipote. Ma la sua versione ha subito più cambiamenti col passare del tempo.
LE VERSIONI - “Mi confrontai con Misseri – ha sottolineato la criminologa – e mi feci descrivere il contesto familiare, che tipo di rapporto avesse con le figlie, che tipo di vita svolgeva. Poi entrammo nel merito di quello che accadde il 26 agosto. Lui era tornato ad autoaccusarsi dell’omicidio, ma all’improvviso cambiò espressione e disse che non era stato lui ad uccidere Sarah. Chiamammo i magistrati e nel frattempo cambiammo completamente argomento. Se non ricordo male, alle 15.32 comincio’ l’interrogatorio’. La Bruzzone ha ricordato che il giorno dopo partecipò, insieme con l’avv. Galoppa, primo difensore di Michele Misseri, con i magistrati e con la polizia giudiziaria ai sopralluoghi nel garage della villetta di via Deledda, e al pozzo dove era stato nascosto il cadavere di Sarah. In quella circostanza Michele Misseri fece ritrovare un mazzo di chiavi su un albero. ”Poi – ha osservato la criminologa – incontrai Misseri nuovamente il 18 novembre, alla vigilia dell’incidente probatorio”. Il pm Buccoliero ha chiesto se il detenuto avesse cambiato atteggiamento. “Al contrario. Era – ha detto l’ex consulente della difesa di Misseri – talmente consapevole dell’importanza di questo appuntamento che di sua spontanea volontà chiese alla direzione del carcere di inibire le visite dei familiari. Fu lui a decidere, non ci furono pressioni. Preferiva stare da solo e riflettere”. A domanda specifica, Bruzzone ha poi negato di aver mai consigliato a Michele Misseri di accusare la figlia o di fare riferimento a un gioco finito male. “Gli dissi di dire sempre la verità, non di fare un percorso a rate”. (Ansa)

 

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