mercoledì 4 luglio 2012

MALASANITÀ, NON DIAGNOSTICANO IL TUMORE AL CERVELLO: MUORE A 11 ANNI. 4 INDAGATI



BOLOGNA - Sono necessarie ancora ulteriori nuove indagini nella vicenda della bambina bolognese di 11 anni morta nell'agosto 2009 a causa di un tumore al cervello dopo che, per circa tre anni, aveva accusato - secondo la denuncia dei genitori - forti mal di testa, problemi di equilibrio e disturbi alla vista senza che nessuno le diagnosticasse la malattia che poi la uccise. A decidere per la seconda volta altri accertamenti il Gip di Bologna Mirko Margiocco, dopo che il Pm Enrico Cieri aveva chiesto - per due volte - l'archiviazione, a cui avevano presentato opposizione i genitori della bambina, due impiegati quarantenni bolognesi, assistiti dagli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini. Nell'inchiesta che era stata aperta da Cieri erano indagati quattro medici per l'ipotesi d'accusa di omicidio colposo: la pediatra che seguiva la piccola fin dalla nascita, un otorino, un oculista e una neuropsichiatra. Tutti, tranne la pediatra, medici specialistici convenzionati con l' Ausl di Bologna e in servizio all'ospedale Sant'Orsola. In tutto questo periodo, avevano riferito i genitori, nessuno pensò di far eseguire una tac nonostante le continue sollecitazioni dei familiari dovute ai malesseri patiti dalla ragazzina. Anzi, spiegarono gli avvocati che assistono i genitori, i medici liquidarono la vicenda come un tentativo della paziente di attirare l'attenzione e invitarono i familiari a non essere troppo apprensivi. Quando la vicenda emerse la Ausl difese i medici sottolineando che era «difficile stabilire nel 2005» che le manifestazioni della malattia fossero riferibili alla esistenza di una patologia tumorale, tanto più in considerazione della particolare aggressività e rapidità di sviluppo di alcune forme neoplastiche del cervello.

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