TARANTO - Stamattina il Tribunale del Riesame ha depositato le motivazioni in base alle quali il 7 agosto scorso ha confermato il sequestro degli impianti a caldo dell'Ilva. Il provvedimento non è stato ancora notificato alle parti.
SEQUESTRO CONFERMATO Il tribunale del Riesame ha confermato il sequestro degli impianti a caldo dell'Ilva senza concedere la facoltà d'uso, che peraltro - viene sottolineato - non era stato richiesto neppure dai legali del Siderurgico. Lo si apprende da fonti giudiziarie.
INTERROMPERE I REATI CONTESTATI Il tribunale del Riesame, confermando il sequestro Ilva, dispone che non si continuino a perpetrare i reati contestati nel provvedimento cautelare. Sul percorso da seguire per interrompere i reati, i giudici - viene riferito da fonti giudiziarie - non si sbilanciano e affidano il compito ai custodi nominati dal gip e alla procura. Il provvedimento - notificato all'Ilva - è di circa 120 pagine. Nel dispositivo della propria decisione (depositato il 7 agosto scorso), il tribunale del riesame scriveva: «i custodi garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti». Per rafforzare questa disposizione, il tribunale aveva nominato custode giudiziario proprio il massimo rappresentante Ilva: Bruno Ferrante, «nella sua qualità - precisa il tribunale nel dispositivo - di presidente del Cda e di legale rappresentante di Ilva spa». La nomina di Ferrante quattro giorni dopo la decisione del Riesame è stata revocata dal gip Patrizia Todisco.
LE DECISIONI La decisione del Riesame è del 7 agosto scorso. I giudici confermarono solo tre degli otto arresti disposti dal gip Patrizia Todisco (quelli di Emilio e Fabio Riva e del direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso) e il sequestro degli impianti ordinato il 26 luglio. A quest'ultimo riguardo nel dispositivo scrissero che ai custodi giudiziari nominati veniva affidato il compiuto "di garantire la sicurezza degli impianti e utilizzarli in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti". Annotazione questa che il 10 agosto il gip Todisco ha voluto interpretare con un'ordinanza ad hoc nella quale ha sottolineato che il sequestro era stato confermato e che non vi era alcuna concessione della facoltà d'uso degli impianti sequestrati e che gli stessi andavano fermati. Opposta, invece, l'interpretazione dei legali dell'Ilva che ritengono di aver ricevuto dal Riesame la facoltà d'uso degli impianti, che sono tuttora in funzione.
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