ASCOLI PICENO - Giustizia è fatta ma non passa il dolore in casa Rea dopo la sentenza
per Parolisi. «La famiglia Rea è soddisfatta perchè Melania ha avuto
giustizia ma il nostro cuore è straziato». Così il fratello Michele Rea
che aggiunge: non ci sono vincitori perchè ad essere stato condannato è
stato il marito di mia sorella e il padre della piccola»
LO SFOGO DEL FRATELLO «L'ergastolo a Salvatore Parolisi è stato un atto di giustizia per tutta l'Italia». È il pensiero di Michele Rea, fratello di Melania uccisa nel teramano con 35 coltellate dal marito Salvatore Parolisi, ieri sera condannato all'ergastolo dal gup Marina Tommolini. Il fratello di Melania poi chiesto di poter ringraziare attraverso l'Adnkronos «tutti gli amici, i giornalisti, soprattutto i tanti cittadini che non abbiamo mai conosciuto per la grande solidarietà che ci stanno dando da quando Melania è stata uccisa. E fino a ieri sera quando il gup di Teramo ha emesso la sentenza. C'è un signore che ci chiama spesso da New York per dirci una parola d'affetto e anche ieri sera è stato tra i primi a telefonarci per esprimere la propria soddisfazione per la condanna all'ergastolo di Parolisi. Anche il sindaco di Folignano (Ascoli Piceno) dove Melania viveva ci ha telefonato per solidarizzare con noi. È stato l'unico rappresentante delle istituzioni a farlo», ha proseguito Michele Rea.
«Un giorno la piccola Vittoria saprà come è morta la madre. Saprà che è stato il padre, Salvatore Parolisi ad ucciderla. Il giorno in cui le racconteremo la verità sarà per noi un grande dolore, inferiore soltanto alla morte di mia sorella Melania». Lo ha detto all'Adnkronos Michele Rea, fratello di Melania uccisa con 35 coltellate il 18 aprile dell'anno scorso. Per questo omicido ieri sera è stato condannato all'ergastolo con il rito abbreviato dal gup di Teramo Marina Tommolini, il marito della donna, Salvatore Parolisi, ex caporal maggiore dell'Esercito. «Adesso dovremo preparare Vittoria per anni e con l'aiuto di persone qualificate a dirle la verità sulla scomparsa della mamma. Ma lei chiede sempre di sua madre, ogni giorno. Mia madre, che la sta accudendo già da oltre un anno e mezzo le dice con tutta la dolcezza possibile che Melania è in cielo. Ma la verità è un'altra cosa e quando gliela diremo sarà un giorno molto brutto che riacutizzerà una ferita che comunque non si chiuderà mai», dice ancora Michele Rea. La piccola Vittoria aveva un anno e mezzo quando la madre fu uccisa, da Salvatore Parolisi, in base alla sentenza emessa ieri sera dal gup Tommolini. Dieci giorni fa la bambina ha compiuto tre anni, festeggiata in casa dalle uniche persone che le sono rimaste: nonna Vittoria, nonno Gennaro e zio Michele.
SALVATORE CI DICA PERCÈ LO HA FATTO Ribadisce che quello che è successo è «una sconfitta per tutti». Oggi, il giorno dopo la condanna all'ergastolo per Salvatore Parolisi, il papà di Melania, Gennaro Rea, all'omicida nonchè marito di sua figlia chiede questo: «Si ravveda, parli, ci dica perchè lo ha fatto».
Alla piccola Vittoria «racconteremo la verità, la storia più simile alla verita». Michele Rea, fratello di Melania non ha dubbi in merito, «lo faremo con l'aiuto degli esperti». «Cosa le abbiamo detto? Che il papà è un posto dove vanno le persone che hanno fatto cose cattive», ha aggiunto.
LO SFOGO DEL FRATELLO «L'ergastolo a Salvatore Parolisi è stato un atto di giustizia per tutta l'Italia». È il pensiero di Michele Rea, fratello di Melania uccisa nel teramano con 35 coltellate dal marito Salvatore Parolisi, ieri sera condannato all'ergastolo dal gup Marina Tommolini. Il fratello di Melania poi chiesto di poter ringraziare attraverso l'Adnkronos «tutti gli amici, i giornalisti, soprattutto i tanti cittadini che non abbiamo mai conosciuto per la grande solidarietà che ci stanno dando da quando Melania è stata uccisa. E fino a ieri sera quando il gup di Teramo ha emesso la sentenza. C'è un signore che ci chiama spesso da New York per dirci una parola d'affetto e anche ieri sera è stato tra i primi a telefonarci per esprimere la propria soddisfazione per la condanna all'ergastolo di Parolisi. Anche il sindaco di Folignano (Ascoli Piceno) dove Melania viveva ci ha telefonato per solidarizzare con noi. È stato l'unico rappresentante delle istituzioni a farlo», ha proseguito Michele Rea.
«Un giorno la piccola Vittoria saprà come è morta la madre. Saprà che è stato il padre, Salvatore Parolisi ad ucciderla. Il giorno in cui le racconteremo la verità sarà per noi un grande dolore, inferiore soltanto alla morte di mia sorella Melania». Lo ha detto all'Adnkronos Michele Rea, fratello di Melania uccisa con 35 coltellate il 18 aprile dell'anno scorso. Per questo omicido ieri sera è stato condannato all'ergastolo con il rito abbreviato dal gup di Teramo Marina Tommolini, il marito della donna, Salvatore Parolisi, ex caporal maggiore dell'Esercito. «Adesso dovremo preparare Vittoria per anni e con l'aiuto di persone qualificate a dirle la verità sulla scomparsa della mamma. Ma lei chiede sempre di sua madre, ogni giorno. Mia madre, che la sta accudendo già da oltre un anno e mezzo le dice con tutta la dolcezza possibile che Melania è in cielo. Ma la verità è un'altra cosa e quando gliela diremo sarà un giorno molto brutto che riacutizzerà una ferita che comunque non si chiuderà mai», dice ancora Michele Rea. La piccola Vittoria aveva un anno e mezzo quando la madre fu uccisa, da Salvatore Parolisi, in base alla sentenza emessa ieri sera dal gup Tommolini. Dieci giorni fa la bambina ha compiuto tre anni, festeggiata in casa dalle uniche persone che le sono rimaste: nonna Vittoria, nonno Gennaro e zio Michele.
SALVATORE CI DICA PERCÈ LO HA FATTO Ribadisce che quello che è successo è «una sconfitta per tutti». Oggi, il giorno dopo la condanna all'ergastolo per Salvatore Parolisi, il papà di Melania, Gennaro Rea, all'omicida nonchè marito di sua figlia chiede questo: «Si ravveda, parli, ci dica perchè lo ha fatto».
Alla piccola Vittoria «racconteremo la verità, la storia più simile alla verita». Michele Rea, fratello di Melania non ha dubbi in merito, «lo faremo con l'aiuto degli esperti». «Cosa le abbiamo detto? Che il papà è un posto dove vanno le persone che hanno fatto cose cattive», ha aggiunto.
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