giovedì 15 novembre 2012

MUGHINI: "I 3MILA EURO DI PENSIONE SONO MIEI, NON DATELI AGLI ESODATI"



MILANO - Giampiero Mughini non ci sta. Non trova giusto pagare tasse e vitalizi o versare contributi per finanziare gli esodati. Il giornalista si sfoga su "Libero": «Il punto è che una pensione da tremila o quattromila o seimila euro lordi mensili non è un regalo che lo Stato ha elargito a gente raccomandata da una loggia massonica. È un reddito procrastinato che il pensionato si è pagato lira per lira, ricongiungimento per ricongiungimento, con l’eventuale riscatto della laurea, con l’eventuale versamento dei contributi previdenziali quando era disoccupato. Lira dopo lira, questo è il mio caso di pensionato che arriva a circa 6.000 euro lordi mensili. I cui relativi contributi avevo pagato tutti per più di trent’anni e senza mai godere di un qualche “scivolo” o “rega – lo” o sconto qualsiasi. Pagati tutti su uno stipendio che era elevato (non elevatissimo) dato che nel mio mestiere di giornalista in un giornale di punta non ero l’ultimo cretino del bigoncio. Pagati quando lavoravo le domeniche o le festività, i giorni in cui sono tantissimi gli italiani che vanno sulle spiagge ad abbronzarsi. Pagati all’Enpals quando andavo a chiacchierare in tv, e anche se quelli erano contributi che rendevano meno perché si trattava di una pensione supplementare. Ecco come s’è venuta a formare quella cifra maestosa di 3.600 euro netti al mese su cui non vorrei che mi rompeste i coglioni, cari amici del governo. A me come ai tanti che stanno alla mia latitudine professionale. Ossia di gente che ha fatto bene per 30 o 40 anni un lavoro limpido su cui ha pagato tutti i balzelli che c’erano da pagare, e che dal quel lavoro ha ricavato un reddito procrastinato che si chiama pensione. Chiaro o no?».

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