venerdì 21 dicembre 2012

LEGGE STABILITÁ, IL SÌ DALLA CAMERA. 'IMPATTO' PASSA DA 15 A 32 MILIARDI



ROMA - La legge di stabilità targata Monti è stata approvata dal Parlamento, dopo il sì alla fiducia votato dalla Camera. Dopo la firma del presidente Napolitano il testo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e allora sarà legge a tutti gli effetti. A quel punto tutte le categorie interessate potranno scartabellare tra i 560 commi che la compongono e che non sono stati ancora tutti sviscerati. Quel che è certo è che l'impatto finanziari, dopo il travagliato passaggio in Senato, è raddoppiato da 15 a 32,4 miliardi. E alla Camera sono piovute le polemiche nei riguardi del Senato, del Tesoro e della Ragioneria generale dello Stato per la trasformazione della legge in un testo che «ha travolto le regole della contabilità e della finanza pubblica», come ha detto il relatore a Montecitorio, Pier Paolo Baretta (Pd). Questo non si ripeterà nella prossima legislatura visto che il Senato, nella sera di giovedì, ha approvato definitivamente la legge di attuazione del pareggio di bilancio in Costituzione che rende ancora più rigide le regole di contabilità, con l'arrivo di un Organismo indipendente dei conti, e con la sperimentazione del budget a «base zero» dal 2014. La Camera ha confermato la fiducia al governo con 373 sì, 67 no e 15 astenuti. Nel voto finale sul provvedimento, l'ultimo della legislatura, ci sono stati 309 sì, 55 no e 5 astenuti, con molti deputati già in fuga con il loro trolley.
IMPATTO DOPPIO Naturalmente nulla è stato modificato rispetto a quanto approvato dal Senato, ma agli inquilini di Montecitorio con è piaciuto il lavoro dei colleghi di Palazzo Madama. che hanno ricevuto un testo di 210 commi e con un valore di 15 miliardi, e ne hanno restituito un altro di 560 commi (questo il numero definitivo) e un impatto di 32,4 miliardi, nel quale sono aumentate sia le entrate che le spese. Certo, come ha osservato il sottosegretario Gianfranco Polillo, «il cambio di fase politica, cioè la crisi di governo» ha indotto l'esecutivo a inserire nel testo il Milleproroghe e altri decreti. Ma i senatori, hanno accusato i deputati, ci hanno messo del loro. Ed anche Tesoro e Ragioneria generale dello Stato sono stati meno rigorosi con i senatori che non con i deputati. Il «paradosso» segnalato dal presidente della commissione Bilancio, Giancarlo Giorgetti (Lega) è che il Senato, dopo aver votato questa legge di stabilità ha approvato, giovedì sera, la legge di attuazione del pareggio di Bilancio in costituzione, l'ultimo degli adempimenti richiesto all'Italia dal Fiscal compact. Non solo viene istituito un Organismo indipendente di controllo sui conti pubblici, che si chiamerà Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), come in altri paesi europei e negli Usa, ma coraggiosamente si prevede che dal 2014 si studi il budget «a base zero». In pratica, a parte alcune poche voci di spesa rigide, per tutte le altre non si partirà ogni anno dalla spesa storica bensì si riprogrammerà la stessa spesa, così non solo si risparmierà ma le risorse verranno riallocate di volta in volta nel modo migliore per far crescere il Paese.

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