ROMA - Berlusconi candidato premier o solo leader della coalizione? Le
idee nel centrodestra
non sono tante chiare e i due maggiori partiti
dell’alleanza – Pdl e Lega – continuano ad avere opinioni discordanti.
Il simbolo con cui il Pdl si presenterà al voto di febbraio reca la
scritta “Berlusconi presidente”. Un’indicazione che non fa battere
ciglio agli altri partiti della coalizione eccetto la Lega, che aveva
annunciato trionfalmente di aver firmato l’alleanza solo a patto che il
Cavaliere non fosse il candidato premier.«Lui è il presidente solo del Pdl», chiarisce il segretario del Carroccio, Maroni. Il Pdl però ha presentato due simboli diversi. Nelle circoscrizioni estere di Camera e Senato, infatti, l’indicazione “Berlusconi presidente” non c’è, ma compare la scritta “Centrodestra Italiano”.
L’ambiguità resta e la coalizione di centrodestra, che unisce anche i movimenti di Miccichè e Lombardo, La Russa e Meloni, Samorì e Storace, è l’unica che ancora non ha indicato chi sarà il candidato premier. Anche la Lega Nord ha presentato 2 simboli. In uno viene indicato il nome di Tremonti, in un altro no. Scaduto il termine, risultano essere 215 i simboli presentati, ma il Viminale deve ora verificarne la regolarità. Polemica per la presenza di inquisiti e condannati nelle liste. Il Pdl pare pronto a candidare Cosentino e Dell’Utri e il Pd l’indagato Crisafulli in Sicilia. «Hanno infilato un po’ di tutto» commenta amaro il leader dell’Udc, Casini.
I sondaggi intanto fanno sorridere il Cavaliere. Alcuni lo danno in piena rimonta, con la coalizione al 26%, dopo lo show di Berlusconi da Santoro. E in Lombardia l’alleanza Lega-Pdl sarebbe avanti di 4 punti. Il Senato rimane a rischio e resta alta la probabilità di un’alleanza post-elettorale fra centrosinistra e Lista Monti. Il leader di Sel, Vendola chiarisce di essere «alternativo a Monti» e rivendica per la sua coalizione «il diritto di governare senza badanti». Non esclude però che Casini possa essere indicato come presidente del Senato. Proprio il leader dell’Udc tiene invece a sottolineare che Bersani sarà premier «solo se vince Camera e Senato » e si difende dall’accusa di aver candidato sua cognata: «E’ la più votata dell’Udc in Emilia Romagna, ed è stata in questi dieci anni consigliere regionale». Sul fidanzato della figlia, Azzolini, che non è entrato in lista, Casini dice invece: «E’ un ragazzo molto intelligente, ma purtroppo per lui dovrà aspettare ancora un turno».
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