ROMA - Il nuovo redditometro continua a scatenare
polemiche e ora è anche nel mirino della
giustizia amministrativa.
Secondo quanto riporta il "Corriere della Sera" l'associazione dei
consumatori Adusbef ha dato mandato ai propri legali di
ricorrere e impugnare «in tutte le opportune sedi», dalle Commissioni
tributarie al Tar del Lazio, il decreto ministeriale sul redditometro
ritenuto «affetto da rilevanti vizi di illegittimità, anche di ordine
costituzionale, che invece di contribuire alla lotta all'evasione e
all'elusione fiscale, sta ottenendo l'effetto di un ulteriore
risentimento dei contribuenti onesti, spesso perseguitati, verso il
Fisco e un vero e proprio Stato di polizia fiscale».IN CONTRASTO CON LA COSTITUZIONE Secondo l'Adusbef il redditometro è «in palese violazione degli articoli 3, 24 e 53 della Costituzione e dello Statuto dei diritti del contribuente, poiché pone a carico del cittadino contribuente l'onere della prova, che in qualsiasi civiltà giuridica dovrebbe essere posto in capo all'amministrazione pubblica, la quale dispone di strumenti invasivi e di accesso ai conti correnti bancari e postali, non c'entra nulla con la lotta all'evasione, assomigliando a uno strumento coercitivo teso a terrorizzare i contribuenti onesti piuttosto che gli evasori».
LE REGOLE Il redditometro si pone l'obiettivo di verificare l'eventuale incongruenza tra il reddito dichiarato e le spese. Se tra il reddito complessivo presunto del contribuente e quello che emerge dalla sua dichiarazione dei redditi del periodo considerato, c’è una differenza superiore al 20%, si renderà necessario un intervento del fisco. Lo scostamento però deve essere da 12 mila euro in su. Per effettuare i dovuti controlli saranno messe al vaglio cento voci che comprendono spese, risparmi e investimenti, mentre sono state previste undici tipologie di redditi medi familiari. Il tutto coinvolgerà circa 35mila contribuenti. E chi non giustificherà una spesa al di sopra delle proprie dichiarate possibilità economiche dovrà versare il 30% della maggior somma dovuta al fisco.
BONUS E SCONTRINI Non è necessario conservare tutti gli scontrini di ogni spesa fatta. Meglio conservare documentazione di acquisti importanti, come quelli dei beni durevoli, tipo gli elettrodomestici. O le ricevute di spese inconsuete, come vacanze e viaggi. Esistono, inoltre, redditi che non risultano in dichiarazione che possono consentire al contribuente di spiegare la disponibilità di un maggior reddito rispetto a quello dichiarato. Tra questi, i redditi legalmente esclusi dalla base imponibile poiché tassati in percentuale inferiore al reale realizzo, come i dividendi, o quelli tassati in misura forfettaria, come i redditi fondiari. Oppure le borse di studio, le indennità di accompagnamento, le pensioni sociali.
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