giovedì 7 giugno 2012

GETTÒ IL FIGLIO NEL TEVERE. LA PERIZIA: "CAPACE DI INTENDERE E DI VOLERE"



ROMA - Quando il 4 febbraio scorso gettò nel Tevere il figlio Claudio di 16 mesi Patrizio Franceschelli era pienamente capace di intendere e di volere e può anche stare utilmente in giudizio. È quanto stabilito da una perizia disposta dal gip di Roma Riccardo Amoroso, nell'ambito dell'incidente probatorio svoltosi oggi. Quest'atto istruttorio prelude ora alla chiusura dell'indagine sulla vicenda e una richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero. Franceschelli gettò il bambino nel Tevere dopo aver avuto una violenta discussione con la sua compagna. L'uomo lo strappo dalle braccia della nonna, uscì di casa e raggiunto il ponte Mazzini lanciò il bambino nel fiume. Il corpo fu ritrovato il 29 marzo scorso nei pressi di Fiumicino a pochi centinaia di metri dalla foce del Tevere

Nessun commento:

Posta un commento