CHIOGGIA - Credevano che si trattasse di demenza senile, al massimo di
Alzheimer, ma non avevano immaginato che la 72enne arrivata al pronto
soccorso di Chioggia con sintomi come perdita della memoria, squilibri,
difficoltà nell'uso di braccia e gambe fosse affetta da una malattia dal
decorso rapido e inesorabile: il cosiddetto "morbo della mucca pazza".
Il calvario della signora, vedova con due figli residente nella Bassa
Veneziana, è cominciato due mesi fa, dopo Pasqua, e terminato qualche
giorno fa, il 16 giugno, quando è morta.
I figli l’hanno accompagnata al pronto soccorso prima di Chioggia, poi di Porto Viro, in Polesine, quindi a Padova. Il 14 maggio, il ricovero a Padova, quando i sintomi erano ormai peggiorati. Sono seguiti diversi esami, fino a che «Dopo alcune settimane - racconta il figlio - i medici hanno prelevato un campione di liquido spinale di mia mamma e l'hanno mandato a Verona perché venisse analizzato». Gli esami hanno evidenziato la presenza del prione, l'agente infettivo composto principalmente di proteine responsabile dell'Encefalopatia spongiforme bovina (Bse), comunemente conosciuta come malattia della "mucca pazza". «Mia madre, una volta stabilizzata, è stata trasferita all'ospedale di Chioggia - prosegue il figlio - Nella lettera di dimissioni per il trasferimento da un ospedale all'altro si parlava chiaramente della variante umana dell'encefalopatia spongiforme, ossia il morbo di Creutzfeld-Jacob. Non solo, nella lettera si diceva anche che dopo il decesso mia madre sarebbe stata trasferita nuovamente a Padova, in anatomia patologica, per degli accertamenti che sarebbero stati effettuati post mortem». La morte è avvenuta il 16 giugno, ma l'autopsia e il prelievo di una parte del suo cervello per effettuare gli accertamenti sono stati effettuati a Chioggia.
Nessun commento:
Posta un commento