COMO - Ha ammesso di avere sparato dal suo balcone di casa con una
carabina calibro 22 ma non pensava di poter essere stato lui a colpire
la bambina, L.Z., l'impiegato di 50 anni fermato la notte scorsa con
l'accusa di avere ferito una bambina durante i festeggiamenti seguiti a
Italia-Germania.
L'uomo, che in casa aveva 13 tra pistole e fucili,
tutti regolarmente detenuti, ha affermato di avere esploso quella notte
alcuni colpi con una carabina calibro 22 sparando verso la montagna
dietro casa e poi mirando una lattina che teneva sul balcone di casa in
via Barberini, a 150 metri in linea d'aria dal punto in cui è stata
colpita la bambina. L'impiegato ha ipotizzato che il colpo possa essere
stato deviato dalla lattina, ma questo sarà una perizia balistica a
stabilirlo. All'uomo, celibe e incensurato, i carabinieri sono arrivati
incrociando i dati sui permesso di porto d'arma rilasciati a residenti
in zona con gli esiti di esperimenti effettuati con il «laser pointer».
Il fermo per i reati di lesioni personali aggravate e detenzione
illegale di munizioni è stato disposto non per il pericolo di
reiterazione del reato ma per il pericolo di fuga dell'indagato.
Nessun commento:
Posta un commento