giovedì 12 luglio 2012

LE ECOGRAFIE INDISPENSABILI IN GRAVIDANZA

Perchè è necessario sottoporsi a varie ecogafie in gravidanza nel corso nei nove mesi? Cosa sono e come funzionano le indagini ecografiche

Le ecografie in gravidanza rientrano negli esami indispensabili  da effettuare e, in numero di tre, sono "offerte" dal Servizio Sanitario nazionale, ovvero non si pagano se si fanno in strutture pubbliche con la richiesta del proprio medico. Si tratta di un esame indolore per la mamma e privo di effetti collaterali per il bambino che permette al medico di eseguire indagini prenatali sempre più accurate e precise. Sono tre appunto, quelle che il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) garantisce in questo periodo: una entro il primo trimestre, una seconda, quella “morfologica”, tra la 20ª-22 settimana e una, tra la 30ª/32ªsettimana, per la valutazione della crescita fetale.

Cosa succede quando si va a fare un'ecografia
La donna viene fatta sdraiare a pancia in sù e le viene scoperto solo l’addome. L’esame si esegue grazie a una sonda trans-addominale che, poggiata sulla pancia in corrispondenza dell’utero, permette di visualizzare il feto al suo interno. In casi particolari (ad esempio quando la gravidanza è nelle primissime settimane), può essere necessario fare un’ecografia interna trans-vaginale. La donna viene allora fatta mettere in posizione ginecologica e la sonda viene inserita in vagina.

Ecografia al terzo mese
Entro la 12° settimana di gravidanza ci sono già gli abbozzi di tutti gli organi e delle varie parti del corpo del nascituro. Nel corso di questa ecografia si controlla se la gravidanza è singola o gemellare, la regolarità del battito cardiaco fetale, e si effettuano alcune misurazioni del piccolo in formazione
Translucenza nucale. Nelle coppie che lo desiderano, si può procedere grazie all'ecografia, ad un'ulteriore controllo non invasivo, per alcune patologie cromosomiche, principalmente per la sindrome di Down, grazie alla valutazione della traslucenza nucale. Si tratta di una plica di grasso che si trova dietro la testina del bambino, nella regione della nuca, appunto, tra la colonna vertebrale e la cute, di cui si misura lo spessore. La correlazione tra questo e altri parametri, principalmente l’età, permette di calcolare un indice di rischio, con una certezza dell’80% circa, in base al quale si decide se ricorrere all’amniocentesi , un test invasivo che offre però la quasi assoluta certezza del risultato in termine di anomalia cromosomica. Quando lo spessore della plica è maggiore di due millimetri c’è il sospetto di trisomia 21 (Down) o trisomia 18. Allo scopo di aumentare la sensibilità di questa indagine prenatale, si può eseguire un esame ulteriore chiamato bi-test o dual-test, il cui risultato, combinato ai valori ottenuti con la traslucenza nucale, porta a una “sensibilità” del 90%: rileva cioè 9 feti su 10 affetti da sindrome di Down o trisomia 18.
L’ecografia del primo trimestre può essere richiesta anche per datare con esattezza la gravidanza. Questo può essere difficile nelle donne che non hanno cicli regolari, esistono infatti tabelle con valori di riferimento che consentono di stabilire, in base alla lunghezza dell’embrione e ad altre misurazioni, la giusta età gestazionale.

Ecografia nel secondo trimestreL’ecografia della 20ª settimana o giù di lì, chiamata morfologica, fornisce numerose informazioni: valutare la presenza del battito cardiaco e di movimenti attivi fetali, che rappresentano segni di benessere del bambino. Si osserva inoltre la placenta, in quanto ci possono essere problemi, per esempio, per la sua posizione: se è previa, cioè posta anteriormente davanti all’orifizio uterino, può costituire un motivo di attenzione particolare ed eventualmente una contro-indicazione per il parto naturale, e può causare sanguinamenti in gravidanza. Si controllano inoltre la quantità di liquido amniotico, altro indice di benessere fetale, la posizione podalica o cefalica del bambino, anche se questa avrà più importanza alla 30ª settimana. Si prendono poi le “misure” del bebè, valutando la circonferenza della testa e il suo diametro (diametro biparietale), la circonferenza addominale, la lunghezza del femore, e le dimensioni del cervelletto. Il controllo del cuore e dei grossi vasi sanguigni permette inoltre di diagnosticare eventuali malformazioni cardiache. Si studia anche la colonna vertebrale per escludere la presenza di spina bifida, e si osserva la presenza degli arti e il loro normale sviluppo. L’ecografia morfologica consente anche di visualizzare la presenza di problemi a livello cerebrale e la presenza di tutti gli organi visualizzabili in ecografia (per esempio lo stomaco o “bolla gastrica”, i reni e la vescica). Inoltre, alla 20ª settimana, è possibile evidenziare il sesso del nascituro , sempre che questo sia in una posizione che ne permette l’osservazione.

Ecografia nel terzo trimestre
Nell’ecografia della 30ª settimana circa, oltre ad essere valutata nuovamente la morfologia del bambino, viene controllata, soprattutto, la sua crescita. A tal fine si rapportano a curve di crescita di riferimento i parametri relativi ai singoli bebè, che permettono di valutarne lo sviluppo rispetto ai valori medi (percentile): dire, per esempio, che il feto si colloca nel 25° percentile, significa che è più piccolo del 75% dei suoi coetanei. Altro scopo di questa ecografia è quello di vedere se il bambino si trova con i piedi in giù (posizione podalica), nel qual caso se ne dovrà programmare un’ulteriore a ridosso del parto. Questa permetterà di verificare se il nascituro si è girato oppure no e di valutare, in questo caso, la necessità di un taglio cesareo. Non ultimo il controllo del liquido amniotico  le cui alterazioni possono far sospettare problemi per il decorso della gravidanza.

 

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