ROMA - Recuperare le risorse necessarie per evitare l’aumento dell’Iva
ad ottobre, per gestire il problema «esodati» e per affrontare
l’emergenza terremoto. Il governo si appresta a varare - probabilmente
venerdì - il decreto sulla spending review con cui dovrebbe riuscire a
reperire circa 8 miliardi per far fronte a tutte queste esigenze.
«Siamo contrari a tagli lineari fatti con l’accetta», ha detto Monti
incontrando prima gli enti locali e poi i sindacati a palazzo Chigi.
Quello che il governo intende avviare «non è una manovra bis», ma
«un’operazione strutturale» diretta a «eliminare gli sprechi e non
ridurre i servizi». Le sue parole però non hanno convinto gli
interlocutori. Rabbiosa la reazione dei sindacati. «Inevitabile uno
sciopero - dice il numero uno della Uil, Angeletti - se ci saranno solo
tagli lineari». Duro il giudizio della Cgil che definisce il governo
«reticente e criptico». «Se il governo pensa di procedere al taglio
degli organici e alla riduzione dei servizi - avverte il leader Susanna
Camusso - getta benzina su una situazione molto difficile». Ma le
proteste dei sindacati potrebbero attenuarsi se il governo decidesse,
come è probabile, di proteggere i dipendenti pubblici in esubero con una
deroga rispetto alle nuove regole della riforma-Fornero sulle pensioni.
Il segretario della Cisl Bonanni dice infatti che sullo sciopero
«ancora non abbiamo deciso, ma siamo comunque contrari al taglio sul
pubblico impiego».
A Confindustria, invece, le misure di revisione della spesa non
dispiacciono. Giudizio negativo dagli Enti locali, preoccupati per nuovi
tagli, soprattutto alla Sanità. «Siamo disponibili a lavorare sui costi
standard - ha detto il presidente dell’Anci, Delrio - ma i tagli
prospettati sono estemporanei e parziali». Nonostante le polemiche Monti
è intervenuto in Parlamento, ribadendo che l’obiettivo del governo è
andare «avanti fino al 2013».
Nel programma dell’esecutivo, l’operazione spending review si articolerà
in tre fasi. La prima avviata la scorsa settimana con i tagli alla
presidenza del Consiglio ed al Tesoro, la seconda con il decreto legge
che dovrebbe arrivare venerdì in Consiglio dei ministri, la terza con un
nuovo decreto per la riorganizzazione delle amministrazioni
periferiche. Sebbene il governo abbia smentito le indiscrezioni
circolate sulle misure contenute nel decreto, appare comunque certo il
blocco dell’Iva per il 2012.
Oggi intanto verrà votata alla Camera la mozione di sfiducia presentata
dalle opposizioni nei confronti del ministro Fornero. Monti le ha
rinnovato il suo pieno appoggio e la maggioranza non la voterà.
MONTI: CI SARANNO TRE FASI La spending review è divisa
in tre fasi: lo spiega il premier Mario Monti. La prima avviata la
scorsa settimana con i tagli alla presidenza del Consiglio ed al Tesoro.
La seconda sta per partire con il dl in discussione. La terza arriverà
tra qualche settimana con un altro dl per la riorganizzazione delle
amministrazioni periferiche.
CAMUSSO: GOVERNO RETICENTE «Abbiamo trovato un governo
reticente e criptico nel dire cosa intende mettere nel provvedimento che
farà venerdì. Questo ci ha preoccupato». Così il leader Cgil, Susanna
Camusso, al termine del tavolo sulla spending review, dando un «giudizio
negativo» sul metodo e sul merito. E sottolineando il taglio lineare al
pubblico impiego.
ANGELETTI: SE SOLO TAGLI, SARA' SCIOPERO «Non credo si
possa evitare lo sciopero generale se ci saranno solo tagli lineari»
come quelli annunciati sui pubblici dipendenti. Lo afferma il segretario
della Uil, Luigi Angeletti, uscendo da Palazzo Chigi. Siete
soddisfatti? «No», replica.
Angeletti, al termine del confronto con il Governo, spiega che «hanno
annunciato anche intenzioni che condividiamo, tipo accorpare le province
oppure rivedere i costi per gli acquisti. Ma sono solo buone
intenzioni, non dicono come lo faranno». E sul taglio dei dipendenti
della P.a. il leader della Uil aggiunge: «noi abbiamo detto che che
siamo disposti a discutere ma loro si sono rifiutati di farlo. Temiamo
che alla fine, banalmente, saranno solo tagli lineari».
Sulla tempistica dell'intervento sul pubblico impiego aggiunge: «ci
hanno detto che faranno valutazioni sulle varie amministrazioni e poi ci
sarà l'esito. Ma è talmente complicato che alla fine la cosa più
semplice sarà fare i tagli lineari».
BONANNI: GIUDIZIO SOSPESO Il segretario della Cisl,
Raffaele Bonanni, sospende il giudizio sulla spending review appena
illustrata dal governo e, uscendo da Palazzo Chigi, spiega che sullo
sciopero generale «ancora non abbiamo deciso ma siamo comunque contrari
al taglio sul pubblico impiego». Ora «il giudizio è sospeso fino alla
decisione finale che prenderà il governo». E se ci sono eccedenze nel
pubblico impiego «vanno gestite all'interno dell'accordo firmato con il
ministro Patroni Griffi».
INTERVENTI IN SANITA' In sanità si va verso un
intervento per 3-3,5 miliardi da qui al 2014, che diventano 8-8,5
miliardi se si sommano ai 5 miliardi di tagli già previsti per il
prossimo biennio dalla manovra di luglio 2011. Secondo quanto si
apprende, le misure per ottenere questi ulteriori risparmi si starebbero
ancora limando e potrebbero puntare, oltre che sulla stretta
sull'acquisto di beni e servizi, già prevista e che verrebbe in parte
anticipata già al 2012, anche sul sistema di sconti sui farmaci
acquistati dal Ssn.
Per il 2012 i nuovi risparmi si dovrebbero attestare a poco più di un
miliardo di euro. Mentre per i due anni successivi la spesa sanitaria,
che già doveva risparmiare in totale oltre due miliardi e mezzo per
l'acquisto di beni e servizi e dispositivi medici, e un miliardo l'anno
sulla spesa farmaceutica, dovrebbe produrre circa altri due miliardi
aggiuntivi di risparmi.
Per ottenere i risparmi nei mesi che restano del 2012 è quasi certo
l'anticipo della tagliola sugli acquisti di Asl e ospedali (secondo
l'ultima bozza circolata con un taglio del 3,7%) che potranno avvalersi
della prima tranche di prezzi di riferimento appena pubblicati
dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici e che, in forza del
primo decreto spending review in via di conversione, potranno anche
rinegoziare i contratti a prezzi 'troppi altì e interromperli senza
pagare penali in caso di mancata risposta da parte dei fornitori. Una
fetta importante di risparmi verrebbe poi dallo sconto obbligatorio che
applicano allo Stato industrie e farmacie per i medicinali a carico del
Servizio sanitario. Quello dell'industria, sempre secondo l'ultima bozza
circolata delle misure, passerebbe dall'1,83% al 6,4%, mentre quello
dei farmacisti andrebbe dall'attuale 1,82% al 3,65%. Misura che al
momento sarebbe prevista per il solo 2012, ma non si esclude che lo
sconto rafforzato possa protrarsi anche nel biennio successivo, magari
con percentuali meno 'punitivè per la filiera.
E se restasse confermato dal 2013 il ripiano a carico dell'industria
farmaceutica del 35% degli sforamenti di spesa, si sposterebbero però i
tetti per la farmaceutica territoriale (abbassata all'11,3%) e quella
ospedaliera, alzata invece al 3,2%, anche per non 'tagliare le gambè ai
farmaci innovativi, più costosi e distribuiti solo negli ospedali. Altri
risparmi, infine, arriverebbero da un taglio del 2% rispetto alla spesa
del 2011 per l'acquisto «di prestazioni da soggetti privati accreditati
per l'assistenza specialistica ambulatoriale e per l'assistenza
ospedaliera», oltre che dall'eliminazione di alcuni enti, come
l'Istituto mediterraneo di ematologia o l'Alleanza degli ospedali
italiani nel mondo.
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