
Uno dei timori più diffusi nell’infanzia è quello legato alla paura del buio. Il momento di addormentarsi può diventare fonte di agitazione, in alcuni casi di vero e proprio panico
Uno dei timori più diffusi nell’infanzia è quello legato alla paura
del buio. Il momento di addormentarsi può diventare fonte di agitazione,
in alcuni casi di vero e proprio panico. La paura del buio non è
solo una paura da bambini. Se ci guardiamo indietro possiamo
comprendere quanto questo timore appartenga profondamente alla nostra
natura di esseri umani e quanto sia ancestrale.
I nostri occhi, contrariamente a quelli di alcuni animali, non sono costituzionalmente in grado di vedere nel buio: prima della scoperta del fuoco la paura dell’oscurità è connessa al timore che tutto il mondo circostante sia inghiottito dalle tenebre, comportando che si dubiti che il mondo sia lo stesso al ritorno del giorno o al risveglio. Un qualcosa che è profondamente connesso al timore di una separazione, dal mondo e dai propri sensi, unica via per interpretarlo. Per dare una spiegazione di questo fenomeno sconcertante quasi in tutte le culture sono stati creati dei miti: la luce è ciò che viene accostata alla vita, mentre le tenebre rappresentano la morte anche nell’immaginario di alcune religioni. Il timore che coglie molti bambini prima di andare a dormire si riferisce a tutto questo. Ma soprattutto è paura di separarsi dalla mamma e dalle persone care, paura che nell’addormentarsi qualcosa venga perduto.
I nostri occhi, contrariamente a quelli di alcuni animali, non sono costituzionalmente in grado di vedere nel buio: prima della scoperta del fuoco la paura dell’oscurità è connessa al timore che tutto il mondo circostante sia inghiottito dalle tenebre, comportando che si dubiti che il mondo sia lo stesso al ritorno del giorno o al risveglio. Un qualcosa che è profondamente connesso al timore di una separazione, dal mondo e dai propri sensi, unica via per interpretarlo. Per dare una spiegazione di questo fenomeno sconcertante quasi in tutte le culture sono stati creati dei miti: la luce è ciò che viene accostata alla vita, mentre le tenebre rappresentano la morte anche nell’immaginario di alcune religioni. Il timore che coglie molti bambini prima di andare a dormire si riferisce a tutto questo. Ma soprattutto è paura di separarsi dalla mamma e dalle persone care, paura che nell’addormentarsi qualcosa venga perduto.
Ecco allora qualche accorgimento utile per gestire più facilmente
questo momento, che coglie molti genitori alla fine di una giornata di
lavoro. E’ preferibile abituare fin dall’inizio il bambino ad
addormentarsi nel proprio letto e riservare l’accesso al lettone solo in casi eccezionali, come ad esempio se il bambino è spaventato da un temporale o se ha la febbre alta.
Se questa vi sembrerà una scelta crudele, perché scatenerà il pianto del bambino, vi accorgerete in futuro di aver preso la decisione giusta, perché avrete incoraggiato vostro figlio alla ricerca dell’autoregolazione, rendendo più serene le sue notti e anche le vostre. Ciò non significa che il rituale dell’addormentamento non debba essere gestito con premura, affetto e pazienza.
Se questa vi sembrerà una scelta crudele, perché scatenerà il pianto del bambino, vi accorgerete in futuro di aver preso la decisione giusta, perché avrete incoraggiato vostro figlio alla ricerca dell’autoregolazione, rendendo più serene le sue notti e anche le vostre. Ciò non significa che il rituale dell’addormentamento non debba essere gestito con premura, affetto e pazienza.
Può essere utile caratterizzare in maniera prevedibile questo
momento, in modo da costruire nel tempo una sequenza di azioni che si
ripetono ogni sera secondo la stessa struttura, creando così una cornice
di coerenza e di stabilità che farà sentire il bambino più tranquillo,
finchè esso non smetterà naturalmente di vivere l’addormentarsi come un
qualcosa di problematico. In ogni caso non è necessario che il bambino si addormenti al buio).
È possibile che la mamma gli resti accanto fino a che non gli si
chiudano gli occhi e solo allora si può decidere di spegnere la luce.
Oppure si possono utilizzare quelle piccole luci che si attaccano ad una
qualsiasi presa della corrente, per far sì che la camera non resti mai
nell’oscurità completa.
In questo caso è preferibile rimuovere dalla stanza oggetti di forme particolari affinchè non proiettino ombre
che possono risultare spaventanti, ottenendo l’effetto opposto rispetto
a quello desiderato. Può inoltre essere fondamentale la presenza di un oggetto morbido,
come un peluche, una copertina che il bambino intorno all’età di un
anno sceglie come inseparabile da sé, soprattutto in assenza della madre . Questo fenomeno è stato notato per la prima volta da Donald Winnicott, un medico britannico, negli anni Sessanta del Novecento. A questo oggetto è stato dato il nome di “oggetto transizionale”.
Esso va a configurarsi come un qualcosa che il bambino sente come
intimamente proprio, anche se riconosce essere altro da Sé, e che
costituisce una sorta di ponte tra il suo mondo interno e la realtà
esterna. E’ importante che questo oggetto non sia mai violato
dall’adulto, che ne dovrebbe avere la massima cura e rispetto. Questo
oggetto generalmente sarà a poco a poco disinvestito ed abbandonato dal
bambino durante la crescita in maniera del tutto naturle e spontanea.
Infine ricordate che la vostra disponibilità ed il vostro calore saranno il rimedio più efficace per fugare questo timore molto diffuso tra i bambini. La facilità di accesso alle figure di attaccamento in caso di necessità è ciò che rassicura maggiormente il bambino.
Infine ricordate che la vostra disponibilità ed il vostro calore saranno il rimedio più efficace per fugare questo timore molto diffuso tra i bambini. La facilità di accesso alle figure di attaccamento in caso di necessità è ciò che rassicura maggiormente il bambino.
Nessun commento:
Posta un commento