ANCONA - «Aiuto, venite... papà picchia la mamma», ma quando i
carabinieri arrivano sul posto il bambino che aveva telefonato al 112
non c'era più: il padre
lo aveva portato via con sè. È successo sabato
sera a Sassoferrato (Ancona): fortunatamente mezz'ora dopo i militari
hanno rintracciato padre e figlio nel centro della cittadina, e l'uomo è
finito in manette per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e
violazione di domicilio. È un immigrato extracomunitario di 51 anni,
separato dalla moglie, anche lei straniera, 45 anni, rimasta a vivere
con il figlio. Già nell'agosto scorso la donna era stata vittima di violenze da parte dell'ex compagno, che nel frattempo si era trasferito in un'altra abitazione. Sabato sera però l'uomo si è ripresentato nel vecchio domicilio, ha sfondato la porta dell'appartamento a calci, e una volta dentro ha malmenato la ex moglie, sotto gli occhi del bimbo, che non si è perso d'animo e ha dato l'allarme.
La donna è stata medicata in ospedale (ne avrà per dieci giorni). In buone condizioni fisiche, ma psicologicamente molto provato il bambino. Per il padre si profila un processo per direttissima. La famiglia al centro della vicenda di Sassoferrato è di origine tunisina. La coppia ha cinque figli, il più piccolo dei quali - quello che ha parlato con i carabinieri - ha dieci anni.
Secondo gli inquirenti, sarebbe stata la donna a formare il numero di telefono della centrale operativa dell'Arma, ma poichè non parla italiano è stato il bambino a fare da interprete con il centralino del 112. La donna è stata poi soccorsa in lacrime, e scalza, mentre l'ex marito aveva portato via il figlio «per comprargli un gelato», ha spiegato.
bastardo sai cosa se ne fà tuo figlio del gelato dopo quello ke ha visto
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