mercoledì 17 ottobre 2012

VIOLENTATO E DATO ALLE FIAMME, ROBBIE MUORE DOPO 13 ANNI DI AGONIA

 Robbie Middleton prima dell'aggressione

Violentato, legato a un albero, cosparso di benzina e dato alle fiamme. E' la tremenda storia di Robbie Middleton morto dopo 13 lunghi anni di agonia, due settimane prima di compiere 21 anni, per un cancro alla pelle. La vile aggressione, da parte di un bullo pochi anni più grande di Robbiem, risale all'aprile del 1998, e oggi viene raccontata sui media americani dalla mamma del piccolo, Colleen.
In particolare c'è un video, girato solo poco prima della morte perché ancora terrorizzato dall'aggressore, in cui il ragazzo ricostruisce quanto accaduto e fa il nome del suo aguzzino. Robbie - racconta la madre - ha detto che un ragazzo lo ha legato a un albero, cosparso di benzina e dato alle fiamme nel giorno del suo ottavo compleanno. Il bambino riportò ustioni di terzo grado sul 99 per cento del suo corpo. Nessuno si aspettava che sarebbe sopravvissuto così tanto aggrappandosi alla vita.
Nel video, che dura 17 minuti, Robbie però trova finalmente il coraggio di fare il nome del bullo che lo aveva ridotto in questo stato: Don Collins, di 5 anni più grande di lui, e abitante nella sua stessa cittadina del Texas.
Nel drammatico racconto, Robbie ha anche affermato che Collins lo aveva violentato due settimane prima e volle metterlo a tacere dandogli fuoco.
Quel video ha permesso oggi di incriminare per l'omicidio Collins, che oggi ha 27 anni, ed è già stato condannato per altri reati sessuali. "Incontrai Don in un parco - dice Robbie nel video - mi prese per la spalla e mi gettò la benzina in faccia, dopo di che non mi ricordo niente".
La mamma di Robbie, Colleen è stata una delle prime persone a giungere sul posto: "E 'stato così difficile accettare quello che i miei occhi stavano vedendo. Tutti i suoi capelli erano bruciati, e c'era la pelle appesa intorno alle caviglie. Qualche giorno dopo, ripassai di lì , c'era la sagoma perfetta del corpo di Robbie bruciata nella corteccia dell'albero".

Robbie subì
innumerevoli trapianti di pelle che sono stati più volte tagliati e ricuciti per consentire alle ossa del bimbo di crescere oltre a estenuanti sedute di "allungamento" per dare elasticità alla pelle: e dopo ogni processo di "allungamento" Robbie avrebbe dovuto imparare a camminare di nuovo. Ma nonostante tale tormento, ha detto Colleen alla CNN, Robbie non ha mai ceduto alla autocommiserazione o alla rabbia.
"E' rimasto addolorato per lungo tempo, ma dopo un po' è tornato il Robert di prima, vedeva di nuovo la bellezza della vita".
Nonostante il suo atteggiamento positivo, Robbie avrebbe provato vergogna a nominare il suo aggressore o parlare della sua violenza sessuale. "Ha parlato - dice ancora la mamma - fatto perché aveva paura che Don potesse attaccare altri bambini".
Colleen e suo marito Bobby hanno anche vinto una causa civile contro Collins: la corte ha riconosciuto loro il più grande risarcimento danni della storia degli Stati Uniti per un caso del genere: 150 miliardi di dollari. Riconoscimento assolutamente simbolico visto che Collins non ha un centesimo. "Noi - conclude mamma Colleen - volevamo solo giustizia e il riconoscimento che Robbie era un essere umano prezioso e non si meritava quello che gli è successo".

1 commento:

  1. CHE QUESTO ANGELO POSSA VIVERE NELL'ALTO DEI CIELI, E PROTEGGA LE PERSONE CHE SOFFRONO LA SUA INCOLMABILE DISTANZA!! e scusatemi MA CHE APPAIA TUTTE LE NOTTE NEI SOGNI DI QUELLA BESTIA DISUMANA CHE HA FATTO TALE GESTI,,
    COSTRINGENDOLO A SUICIDARSI NEL PEGGIORE DEI MODI, IL TERRORE DI CHIUDERE GLI OCCHI,

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