Mentre si avvicina la
scadenza del 17 dicembre per il saldo dell'Imu, quasi tutti i Comuni, o
comunque gran parte dei capoluoghi, hanno già definito l'aumento delle
aliquote, con un quadro che va delineando forti differenze territoriali,
con le grandi città del Centro-Nord che dovrebbero far registrare un
aumento complessivo fino a circa 700 euro rispetto al 2011, e in quelle
del Sud intorno ai 250 euro. Tutta colpa, spiegano gli esperti, del
fatto che molti sindaci, anche per colpa della crisi e della spending
review, hanno spinto il prelievo oltre la soglia dello 0,4% sulla casa
principale, facendo altrettanto per la tassazione degli altri immobili,
dove il livello massimo è fissato all'1,06%.
Un sindaco su due non aumenta l'aliquota base sulla prima casa -
E quindi se la politica dei sindaci del Sud è stata quella di non
impattare ulteriormente sulle tasche dei cittadini, non altrettanto si
può dire per le grandi città. Anche se in queste, ha osservato pochi
giorni fa la Cgia di Mestre, un sindaco su due (il 49,4%) ha deciso di
non aumentare l'aliquota base sulla prima casa, mentre il 43,2% ha
deciso di alzare le aliquote, a differenza da quanto fatto dalle
amministrazioni comunali di Trieste, Biella, Nuoro, Vercelli, Lecce e
Mantova. "A Bari l'Imu costa meno che nel resto d'Italia", spiega il
sindaco Michele Emiliano, "il Comune ha infatti previsto che tutti i
baresi proprietari di prima casa con un reddito personale inferiore ai
50 mila euro possano godere di una riduzione di 150 euro sull'importo
previsto, in aggiunta alla detrazione concessa dallo Stato". In questo
modo, aggiunge, "l'amministrazione ha inteso assicurare ai cittadini
baresi un diritto primario come quello all'abitazione, nonostante il
governo continui a operare tagli, come l'ultimo conseguente alla
spending review che ha sottratto altri 4 milioni di euro al Comune di
Bari sul bilancio 2012".
Il caso di Palermo - Poco
diversa la situazione a Palermo, dove il consiglio comunale ha
deliberato a fine marzo, con la gestione commissariale del prefetto
Luisa Latella, il raddoppio dell'addizionale Irpef dallo 0,4 allo 0,8%.
Con quella operazione la ragioneria comunale ha calcolato in 26 milioni
di euro i maggiori introiti derivanti dal raddoppio dell'aliquota Irpef,
mentre con l'introduzione dell'Imu (0,48% per le prime case, 0,96% per
le altre) ci sarebbero nuove entrate per 91 milioni. Poco meno di un
mese fa, invece, il Consiglio ha dato l'ok, su proposta della giunta
guidata da Leoluca Orlando, alla delibera sull'aumento delle aliquote
anche per i proprietari di seconde case e fabbricati (dallo 0,96%
all'1,06%).
Circa 13 milioni di euro nelle casse statali -
Per le casse pubbliche il maggior gettito sarà di circa 13 milioni di
euro, 7 dei quali serviranno a coprire il taglio dei trasferimenti
deciso dallo Stato. Rimanendo al Sud, e più precisamente in Calabria,
l'unico comune capoluogo che non ha ancora deliberato sull'aliquota Imu è
Reggio Calabria a causa del commissariamento dell'ente. Il Comune di
Catanzaro ha invece adottato il tasso massimo previsto dello 0,6%,
mentre quelli di Cosenza, Crotone e Vibo lo 0,4%. Aliquote in ribasso a
Cagliari, dove l'Imu passa da 0,5 a 0,45% per la prima casa, concedendo
ulteriori cali per le abitazioni date in comodato d'uso, ad esempio ai
figli. Più diversificata la situazione a Nord, come ad esempio a Trento e
Bolzano: nella prima l'aliquota per la prima casa sarà pari allo 0,4%,
0,76 per la seconda e 1,06 per le abitazioni sfitte; nella seconda
saranno rispettivamente pari a 0,4, 0,78 e 1,06 %. A Trieste l'aliquota
per la prima casa sarà pari allo 0,4%. Ma, in altre città del Nord,
aumenti consistenti dovrebbero registrarsi a Torino, Rovigo e Asti, allo
stesso modo di città del centro come Roma e Perugia.
Nessun commento:
Posta un commento