venerdì 2 novembre 2012

GOVERNO BATTUTO 3 VOLTE: NO COMMISSIONI FISCALI, EQUITALIA E TASSE TERREMOTO



ROMA- Via libera delle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali della Camera al decreto che taglia i costi della politica per gli enti territoriali. L'ok delle commissioni è arrivato dopo tre 'incidenti di percorsò oggi, uno anche rilevante (ma che il governo si è riservato di verificare) dal punto di vista finanziario. Il governo è stato infatti battuto tre volte e l'ultima su un emendamento (stesso testo presentato da Pd e Lega) sulla 'busta pesantè per i terremotati, cioè la sospensione di tasse e contributi per i comuni nel cratere del terremoto che ha colpito Emilia Romagna e Lombardia fino al 30 giugno 2013. Ma non è detta l'ultima parola e - annuncia il sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo - il governo potrebbe intervenire per bloccare la norma (se 'scopertà) o non inserendola nel maxiemendamento (il testo delle commissioni è atteso in aula da lunedì prossimo), oppure attraverso la non bollinatura della Ragioneria dello Stato.
Il problema è infatti che secondo alcuni parlamentari la modifica varrebbe appena 3 milioni (ma il calcolo sarebbe fatto solo sui mancati interessi), mentre, secondo il Governo, i milioni che non entrerebbero in cassa sono ben 140. D'obbligo dunque una riflessione e, eventualmente, un intervento che per Polillo sarebbe di natura «pre-elettorale»; e questo scatena le polemiche dei deputati del Pd: «quelle approvate oggi sono misure sacrosante che non devono essere cancellate nel maxiemendamento», dichiara Marco Carra.

COMMISSIONI ED EQUITALIA
Oltre all'incidente terremotò i lavori hanno registrato altri due 'inciampì dell'esecutivo: il primo riguarda la Cassa Depositi e Prestiti e blocca le penali a carico dei Comuni che estinguono mutui anticipatamente (testo analogo presentato da Pd e Lega che in alcune note se ne sono contesi la paternità). Altro emendamento approvato è stato quello che consente ai comuni di revocare a Equitalia e alle società partecipate la gestione della riscossione dei tributi. Possibilità che viceversa sarebbe stata praticabile solo a partire dal giugno 2013. Tra le altre modifiche dell'ultima ora quelle che riguardano la materia 'proprià del decreto nato poco dopo lo scandalo in regione Lazio. Si individueranno le regioni finanziariamente più virtuose e tutte le altre dovranno adeguarsi. Pena il blocco dei trasferimenti. Uno degli effetti più visibili sarà, ad esempio, il dimezzamento dell'assegno al presidente della regione più grande (la Lombardia) che scenderà a 7.300-7.400 euro. Quali sono le regioni più virtuose lo dovrà indicare la conferenza Stato-Regioni entro il 10 dicembre, viceversa interverrà il Governo. Ma già è noto che per gli stipendi dei consiglieri si prenderà come 'benchmark' l'Emilia Romagna, l'Umbria per i presidenti e l'Abruzzo per i gruppi. Altra norma (passata alla cronaca come 'anti-Batman', in riferimento al capogruppo Pdl in Regione Lazio, Franco Fiorito. Ma la norma potrebbe riguardare molti altri) prevede che il vitalizio venga sospeso o revocato in caso di condanna e interdizione (temporanea o perpetua) dai pubblici uffici. Arriva poi un taglio fino al 50% dal primo gennaio 2013 dell'indennità a consiglieri ed assessori regionali degli enti che non si adeguano alla nuova 'ondatà di tagli. Si blocca anche l'80% dei trasferimenti erariali se le regioni non si adeguano mentre salta l'ulteriore taglio del 5% previsto dal testo originario per i fondi destinati al servizio sanitario. Altre novità introdotte dai relatori (Chiara Moroni e Pierangelo Ferrari) riguardano la riduzione dell'assegno di fine mandato e si prevede poi la gratuità della partecipazione alle commissioni (anche quelle speciali). Infine polemiche si registrano sulla parte che riguarda la Corte dei Conti: «per quanto riguarda i maggiori controlli della Corte dei Conti su Regioni ed Enti locali - dice Salvatore Vassallo del Pd - questo è destinato a rimanere inapplicato o ad essere applicato in maniera erratica». E cita ad esempio la Lombardia: la sezione regionale è composta da 9 magistrati e dovrebbe esaminare ogni anno decine di migliaia di atti e complessi documenti finanziari. Impossibile.

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