MACERATA - Per un debito di 80 euro per interessi di mora, Equitalia ha
iscritto al Pra, il
Pubblico registro amministrativo, il fermo
amministrativo di un'auto del valore di 20 mila euro. Il proprietario,
all'oscuro di tutto e convinto di essere in regola con i pagamenti,
circola per sei mesi con la vettura, fino a quando scopre di essere
'debitorè dell'agenzia di riscossione e alla guida di un'auto che in
teoria non avrebbe dovuto uscire dal garage. È successo a Giacomo C., 52
anni, rappresentante di una casa di moda.
L'uomo, che risiede a San Severino Marche, ha fatto ricorso al Giudice
di pace, attraverso l'avv. Giampaolo Cicconi, e il giudice gli ha dato
ragione. Nel 2009 il rappresentante riceve quattro cartelle esattoriali
per sanzioni amministrative per violazioni al codice della strada. Paga
le prime tre nei termini, e l'ultima 60 giorni dopo la notifica.
Equitalia, spiega l'avv. Cicconi, pur avendo incassato i soldi delle
quattro multe non avverte l'automobilista del debito residuo di 80 euro,
e dopo aver notificato il preavviso, iscrive al Pra il fermo
amministrativo sul veicolo del rappresentante.
A quel punto Giacomo C., pur contestando il debito residuo, salda
ugualmente l'importo ma ricorre al Giudice di pace che a due anni dal
fatto condanna Equitalia al risarcimento dei danni in favore
dell'automobilista, perchè il concessionario non ha rispettato le norme
sulla riscossione coattiva non informando il contribuente prima del
fermo amministrativo. Giacomo C. chiederà a Equitalia 1.500 euro di
danni non patrimoniali, e 2.700 euro per le spese legali sostenute.
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