Imparare a camminare è una conquista che ogni bimbo raggiunge in modo graduale e con dei tempi e delle modalità molto personali. La scelta delle prime scarpine è molto importante ma può essere rimandata almeno a fino a quando il bimbo non comincia a gattonare
Imparare a camminare è una conquista che ogni bimbo raggiunge in modo graduale e con dei tempi e delle modalità molto personali. La scelta delle prime scarpine
è molto importante ma può essere rimandata almeno a fino a quando il
bimbo non comincia a gattonare. Nei primi mesi di vita il piede del
bambino è solo parzialmente ossificato ed è esposto a
tutte le costrizioni, anche quelle più leggere, come le posizioni che il
bambino assume durante il sonno. E’ bene quindi lasciare il piede il più libero possibile, riducendo al minimo l’uso di calze e di scarpe, che in ogni caso non devono mai essere costrittive.
È
possibile individuare alcune fasi preparatorie che precedono in genere
il momento fatidico in cui il bimbo si mette in piedi e, finalmente
sicuro di sè, inizia a esplorare il mondo da un’altra prospettiva. Una
buona percentuale di bambini inizia a camminare fra i dodici e i quattordici mesi
ma questa indicazione temporale, così come l’indicazione dell’età in
cui si presentano tali fasi, non è da considerarsi regola generale
perché ogni bambino “percorre questa strada” in modo diverso.
Intorno ai sei-sette mesi, il piccolo impara a stare seduto,
appoggiandosi prima sulle braccia, poi senza bisogno di sostegno.
Grazie a questa posizione vengono sollecitati i muscoli della schiena e
del collo che di conseguenza si rinforzano. Per aiutarlo in questa fase,
mamma e bimbo possono fare insieme una ginnastica molto piacevole che
aiuta a irrobustire ulteriormente la muscolatura: quando è disteso a
pancia in giù prendendogli le manine lo si aiuta ad assumere la
posizione seduta.
Compiuti i sette-otto mesi il bimbo riesce a spostarsi da solo sviluppando in maniera notevole la capacità di muoversi: alcuni bambini iniziano a rotolare, altri si spostano stando a pancia in giù e facendo leva sulle braccia. Altri ancora ruotano su loro stessi o mettono a punto qualche altra personalissima tecnica che consente loro di muoversi in qualche modo. La capacità, ma soprattutto la voglia di muoversi, vengono sollecitate da un particolare obiettivo, quello di raggiungere un gioco, o un oggetto che li attrae.
Si può stimolare ulteriormente la sua attenzione appoggiando un sonaglio a terra a poca distanza dal piccolo in modo che si sforzi di prenderlo da solo.
Fra gli otto e i dieci mesi molti bambini iniziano a muoversi carponi ma non sono rari i casi in cui questa fase viene “saltata”. Si tratta quindi di una tappa che potremmo definire “facoltativa” anche se molto importante perché permette al bambino di acquisire sicurezza e stabilità, di prendere “le misure” delle distanze e avere consapevolezza degli ostacoli che possono intralciare il suo passaggio. Un segnale che permette al genitore di capire che il piccolo è pronto a gattonare è quando si mette a quattro zampe e oscilla avanti e indietro.
Spesso, soprattutto all’inizio, dato che le braccia sono più forti delle gambe, può capitare che egli riesca a muoversi solo all’ indietro, ma ben presto imparerà a coordinare i movimenti e a spostarsi anche in avanti. Anche se il bimbo non dovesse gattonare è molto importante comunque dargli la possibilità di stare a terra per imparare a spostarsi in modo autonomo. In questa fase i piedini del bimbo sono completamente piatti, solo camminando si formerà con il tempo la “volta” plantare. È bene non forzare in alcun modo questo processo: il bambino deve avere la possibilità di muoversi e gattonare in piena libertà e, per quanto possibile, a piedi nudi.
Quando la scarpina è necessaria, deve essere una scarpa adatta, disegnata cioè in modo particolare. In questo caso è bene scegliere delle scarpe morbidissime ed elastiche, che non irrigidiscano il piede nella posizione della camminata, ma facilitino invece l’appoggio del piede sulla tomaia anziché sulla suola (è la posizione che assume il piede quando il bimbo gattona).
Le scarpe devono anche consentire al bambino i primi tentativi in piedi e i primi passi, senza squilibrarlo e senza appesantirlo. Per questo la suola deve essere molto flessibile e preferibilmente con tasselli antiscivolo, per aiutare il bambino a trovare il giusto equilibrio nel momento in cui tenta i primi passi. Il prolungamento posteriore della suola serve a proteggere dagli urti e assicura una maggiore stabilità.
Intorno ai nove/dieci mesi, il bimbo inizia ad alzarsi in piedi trovando appigli dappertutto: il divano, le sedie, il letto, le gambe di mamma e papà diventano validi punti di appoggio. Conquistata la posizione eretta inizia a spostarsi lateralmente sempre aggrappandosi a dei sostegni. Raggiunto questo traguardo il bimbo proverà ben presto a muovere i primi passi senza alcun appoggio. Le prime “passeggiate” sono molto buffe perché per equilibrarsi il bimbo mette i piedini a papera, le braccia protese in avanti e il pancino all’infuori. Quando il bimbo inizia a camminare per casa è bene eliminare gli oggetti pericolosi e tutto ciò che può rappresentare un intralcio al suo passaggio anche se questo probabilmente non risparmierà al bimbo l’inevitabile serie di cadute alle quali non tutte le mamme riescono subito ad abituarsi. Anche se non sempre è facile è importante però non mostrarsi troppo spaventati quando ci saranno i primi brutti capitomboli perché il bambino ha bisogno di essere incoraggiato per acquistare fiducia in sé.
Compiuti i sette-otto mesi il bimbo riesce a spostarsi da solo sviluppando in maniera notevole la capacità di muoversi: alcuni bambini iniziano a rotolare, altri si spostano stando a pancia in giù e facendo leva sulle braccia. Altri ancora ruotano su loro stessi o mettono a punto qualche altra personalissima tecnica che consente loro di muoversi in qualche modo. La capacità, ma soprattutto la voglia di muoversi, vengono sollecitate da un particolare obiettivo, quello di raggiungere un gioco, o un oggetto che li attrae.
Si può stimolare ulteriormente la sua attenzione appoggiando un sonaglio a terra a poca distanza dal piccolo in modo che si sforzi di prenderlo da solo.
Fra gli otto e i dieci mesi molti bambini iniziano a muoversi carponi ma non sono rari i casi in cui questa fase viene “saltata”. Si tratta quindi di una tappa che potremmo definire “facoltativa” anche se molto importante perché permette al bambino di acquisire sicurezza e stabilità, di prendere “le misure” delle distanze e avere consapevolezza degli ostacoli che possono intralciare il suo passaggio. Un segnale che permette al genitore di capire che il piccolo è pronto a gattonare è quando si mette a quattro zampe e oscilla avanti e indietro.
Spesso, soprattutto all’inizio, dato che le braccia sono più forti delle gambe, può capitare che egli riesca a muoversi solo all’ indietro, ma ben presto imparerà a coordinare i movimenti e a spostarsi anche in avanti. Anche se il bimbo non dovesse gattonare è molto importante comunque dargli la possibilità di stare a terra per imparare a spostarsi in modo autonomo. In questa fase i piedini del bimbo sono completamente piatti, solo camminando si formerà con il tempo la “volta” plantare. È bene non forzare in alcun modo questo processo: il bambino deve avere la possibilità di muoversi e gattonare in piena libertà e, per quanto possibile, a piedi nudi.
Quando la scarpina è necessaria, deve essere una scarpa adatta, disegnata cioè in modo particolare. In questo caso è bene scegliere delle scarpe morbidissime ed elastiche, che non irrigidiscano il piede nella posizione della camminata, ma facilitino invece l’appoggio del piede sulla tomaia anziché sulla suola (è la posizione che assume il piede quando il bimbo gattona).
Le scarpe devono anche consentire al bambino i primi tentativi in piedi e i primi passi, senza squilibrarlo e senza appesantirlo. Per questo la suola deve essere molto flessibile e preferibilmente con tasselli antiscivolo, per aiutare il bambino a trovare il giusto equilibrio nel momento in cui tenta i primi passi. Il prolungamento posteriore della suola serve a proteggere dagli urti e assicura una maggiore stabilità.
Intorno ai nove/dieci mesi, il bimbo inizia ad alzarsi in piedi trovando appigli dappertutto: il divano, le sedie, il letto, le gambe di mamma e papà diventano validi punti di appoggio. Conquistata la posizione eretta inizia a spostarsi lateralmente sempre aggrappandosi a dei sostegni. Raggiunto questo traguardo il bimbo proverà ben presto a muovere i primi passi senza alcun appoggio. Le prime “passeggiate” sono molto buffe perché per equilibrarsi il bimbo mette i piedini a papera, le braccia protese in avanti e il pancino all’infuori. Quando il bimbo inizia a camminare per casa è bene eliminare gli oggetti pericolosi e tutto ciò che può rappresentare un intralcio al suo passaggio anche se questo probabilmente non risparmierà al bimbo l’inevitabile serie di cadute alle quali non tutte le mamme riescono subito ad abituarsi. Anche se non sempre è facile è importante però non mostrarsi troppo spaventati quando ci saranno i primi brutti capitomboli perché il bambino ha bisogno di essere incoraggiato per acquistare fiducia in sé.
In questa fase i piedi iniziano a formare la “volta”: l’arco del
piede si forma proprio grazie al peso del corpo e al lavoro che la
muscolatura della pianta del piede deve compiere per rispondere a tutte
le sollecitazioni. E’ molto importante quindi permettere al bambino di
sgambettare liberamente ancora il più possibile a piedi nudi. Quando
diventano necessarie, è indispensabile scegliere bene le scarpe perché
esse possono determinare una maggiore o minore libertà di movimento
delle articolazioni della pianta del piede.
Le scarpine per i primi passi devono essere morbide, comode, con suole elastiche e traspiranti: non devono “ingessare” il piede, ma proteggerlo dagli elementi esterni senza privarlo della possibilità di movimento e di sollecitazione.
La giusta proporzione tra tacco e suola, aiuta il bambino a tenere una corretta posizione e lo facilita nei primi passi. La calzata è un elemento essenziale per ottenere il giusto comfort da una scarpa. Una scarpa troppo grande non supporta sufficientemente il piede, mentre una troppo piccola ne ostacola la crescita. La suola deve essere molto flessibile e con tasselli antiscivolo che aiutano il bambino a mantenere il giusto equilibrio quando cammina.
Le scarpine per i primi passi devono essere morbide, comode, con suole elastiche e traspiranti: non devono “ingessare” il piede, ma proteggerlo dagli elementi esterni senza privarlo della possibilità di movimento e di sollecitazione.
La giusta proporzione tra tacco e suola, aiuta il bambino a tenere una corretta posizione e lo facilita nei primi passi. La calzata è un elemento essenziale per ottenere il giusto comfort da una scarpa. Una scarpa troppo grande non supporta sufficientemente il piede, mentre una troppo piccola ne ostacola la crescita. La suola deve essere molto flessibile e con tasselli antiscivolo che aiutano il bambino a mantenere il giusto equilibrio quando cammina.
Ecco alcuni elementi a cui fare attenzione nella scelta della scarpe:
o Il momento più opportuno per acquistare le scarpe è nel pomeriggio quando il piede è più gonfio.
o In nessun caso la scarpa deve avere incorporato alcun tipo di “plantare correttivo”: solo il medico potrà riscontrare eventuali malformazioni e prescrivere le dovute correzioni.
o L’altezza non deve oltrepassare i malleoli per consentire la libera articolazione della caviglia.
o Per scegliere la misura adatta bisogna tener presente che le dita devono avere davanti uno spazio di almeno 5-6 mm per potersi muovere liberamente.
o Non si devono comprare mai scarpe troppo grandi, pensando che durino più a lungo.
o In nessun caso la scarpa deve avere incorporato alcun tipo di “plantare correttivo”: solo il medico potrà riscontrare eventuali malformazioni e prescrivere le dovute correzioni.
o L’altezza non deve oltrepassare i malleoli per consentire la libera articolazione della caviglia.
o Per scegliere la misura adatta bisogna tener presente che le dita devono avere davanti uno spazio di almeno 5-6 mm per potersi muovere liberamente.
o Non si devono comprare mai scarpe troppo grandi, pensando che durino più a lungo.
o Dato che i piedi dei bambini crescono ad una velocità molto elevata è
consigliabile controllare frequentemente che , premendo leggermente
contro la punta della scarpa.
o La parte anteriore della scarpa deve essere flessibile, in modo che la semplice pressione della mano sia sufficiente a piegarla a 90°, mentre nella parte posteriore è utile un robusto contrafforte che stabilizzi il calcagno e prevenga il rischio di torsioni laterali.
o Controllate l’andatura del bambino verificando deviazioni del ginocchio dall'asse longitudinale e segnalate al pediatra eventuali anomalie.
o Verso i 3-4 anni di età effettuate una visita ortopedica e podologica completa
o La parte anteriore della scarpa deve essere flessibile, in modo che la semplice pressione della mano sia sufficiente a piegarla a 90°, mentre nella parte posteriore è utile un robusto contrafforte che stabilizzi il calcagno e prevenga il rischio di torsioni laterali.
o Controllate l’andatura del bambino verificando deviazioni del ginocchio dall'asse longitudinale e segnalate al pediatra eventuali anomalie.
o Verso i 3-4 anni di età effettuate una visita ortopedica e podologica completa
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