VENEZIA – Le sue attenzioni si spingevano ben oltre
l'amore paterno. Lui, 52enne veneziano, aveva abusato della figliastra
per tre anni, dai dodici
a quindici anni. Ha resistito, ha cercato di
non pensare al peggio forse, un po' per la vergogna un po' per la paura
che quella brutta storia potesse ritorcersi di nuovo contro di lei.
Sperando, forse, che quelle violenze prima o poi sarebbero finite.
Finché, stanca di quell'incubo tra le mura di casa, di cui la madre era
totalmente all'oscuro, ha deciso di confidarsi. «Mamma, non ce la faccio
più... sai cos'ha fatto?» e, tra mille lacrime e singhiozzi, il racconto dei tanti abusi subiti.Immediata la denuncia alle forze dell'ordine. L'uomo non ha negato i rapporti sessuali con la giovanissima figliastra. «Non erano stupri. Io di lei ero innamorato, avevo perso la testa per lei». Una giustificazione che, però, non ha minimamente convinto il sostituto procuratore Alessia Tavarnesi e il giudice Roberta Marchiori. Il 52enne ha scelto il rito abbreviato, ottenendo così lo sconto di un terzo della pena.
Il giudice l'ha condannato a una pena di 4 anni e 4 mesi di reclusione, meno rispetto alle richieste del pm che di anni ne aveva chiesti 6, ritenendo che non ci fossero margini per poter applicare alcuna attenuante.
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