lunedì 17 dicembre 2012

AUSTRALIA, FERITA DURANTE SESSO IN VIAGGIO DI LAVORO: L'AZIENDA DEVE RISARCIRLA

 
SYDNEY - Un'impiegata pubblica in Australia che si era infortunata mentre faceva sesso
durante un viaggio di lavoro ha diritto a un risarcimento dopo una battaglia legale di cinque anni. La Corte federale di Sydney in seduta plenaria ha infatti respinto un appello della società di assicurazione infortuni sul lavoro, secondo cui le attività sessuali della donna in un motel non avevano niente a che fare con il suo lavoro. La Corte ha invece stabilito che comunque la donna trascorresse le serate, facendo sesso o «giocando a carte», si trovava lì per lavoro. La causa, che ha già coinvolto tre gradi di appello, potrà avere ripercussioni significative per i datori di lavoro, poichè chiarifica i limiti delle loro responsabilità verso i dipendenti. La donna, il cui nome non può essere divulgato, lavorava per un'agenzia del governo federale ed era stata mandata in missione a un ufficio regionale nel novembre 2007. Il datore di lavoro le aveva prenotato un motel, dove lei aveva invitato a cena un amico dopo il lavoro. I due erano saliti nella sua stanza e mentre facevano sesso un portalampada di vetro si è staccato dal muro e ha colpito in faccia la donna, che è rimasta ferita al naso e alla bocca. In seguito ha sofferto di depressione e ansia, che l'hanno resa inabile al lavoro. La società assicuratrice aveva sostenuto che il datore di lavoro non aveva autorizzato le sue attività fuori orario e non poteva considerarsi responsabile. Ma i tre giudici della Corte hanno stabilito che «l'attività sessuale lecita» non costituiva cattiva condotta e la donna non doveva quindi essere punita.

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