MONACO - Piuttosto che vivere nel paese d'origine, una famiglia
greco-bulgara ha preferito scegliere l'aeroporto della tedesca Monaco di
Baviera come seconda residenza. Quella dei profughi della crisi è una
motivazione drammatica: «Tutto è meglio piuttosto che tornare indietro.
Nel nostro Paese non c'è alcuna chance».
Sono sei mesi che Albena e il suo compagno Athansios si sono accampati nell'aeoporto in attesa di non si sa quale chance nel Pese impegnato nel salvataggio economico della Grecia, e da cinque settimane li ha raggiunti anche il figlio 15enne Nikolai. Il ragazzo era rimasto a casa con la nonna, ma ora enanche lei riesce più a sostenerlo. Il caso della famiglia in fuga che ricorda quello cinematografico di "The Terminal" è stato sollevato dal quotidiano bavarese Sueddeutsche Zeitung, ma per ora le autorità locali non sono intervenute. Da quando la vicenda è diventata pubblica, però, si è risvegliata la solidarietà dei tedeschi, che chiamano in redazione per offrire soldi e aiuto alla famiglia.
Sono sei mesi che Albena e il suo compagno Athansios si sono accampati nell'aeoporto in attesa di non si sa quale chance nel Pese impegnato nel salvataggio economico della Grecia, e da cinque settimane li ha raggiunti anche il figlio 15enne Nikolai. Il ragazzo era rimasto a casa con la nonna, ma ora enanche lei riesce più a sostenerlo. Il caso della famiglia in fuga che ricorda quello cinematografico di "The Terminal" è stato sollevato dal quotidiano bavarese Sueddeutsche Zeitung, ma per ora le autorità locali non sono intervenute. Da quando la vicenda è diventata pubblica, però, si è risvegliata la solidarietà dei tedeschi, che chiamano in redazione per offrire soldi e aiuto alla famiglia.
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