NEWTOWN - «Dobbiamo unirci e intraprendere azioni significative per
prevenire altre
tragedie come questa»: lo ribadisce il presidente
americano, Barack Obama, rivolgendosi agli americani nel tradizionale
messaggio del fine settimana e ricordando la strage della scuola di
Newtown e tutte le altre recenti simili tragedie. «Come nazione abbiamo
patito troppo per questo tipo di tragedie negli ultimi anni», ricorda
Obama: «una scuola elementare in Newtown, un centro commerciale in
Oregon, un tempio in Wisconsin, un cinema in Colorado. E Innumerevoli
angoli di strada in posti come Chicago e Filadelfia».SEI BIMBI SALVI Piccoli miracoli: sei bambini sono stati trovati vivi negli armadi della scuola di Newtown dove oggi 20 dei loro compagni hanno perso la vita sotto i colpi di un killer mascherato, identificato come un giovane di una ventina d'anni anni.
IL KILLER L'assassino della scuola di Newtown, in Connecticut, è il 20enne Adam Lanza. Lo affermano i media americani riportando fonti della polizia. Il fratello Ryan Lanza, 24 anni, sinora considerato l'autore della strage, sarebbe invece sentito proprio ora dagli investigatori in New Jersey. Secondo la tv Nbc, Adam avrebbe rubato un documento del fratello Ryan prima di recarsi alla Sandy Hook Elementary School, teatro della strage, e da questo sarebbe derivato lo scambio di identità.
DISTURBI MENTALI Adam Lanza, il giovane ritenuto responsabile del massacro di 27 persone, tra cui 20 bambini, alla Sandy Hook Elementary School di Newton, nel Connecticut, era affetto dalla sindrome di Asperger, considerata una grave forma di autismo. Lo scrive il New York Times. La fobia sociale e la personalità schizoide sono tra i sintomi di questa malattia degenerativa. Adam era intelligente e aveva alti voti in matematica anche se, secondo le testimonianze raccolte dai suoi ex compagni, non aveva finito il liceo.
OBAMA: «AMERICANI VICINI AI FIGLI» «Questo fine settimana io e Michelle facciamo quello che ogni genitore sta facendo, stare il più possibile vicini ai nostri figli e ricordare loro quanto li amiamo»: sono le parole che Barack Obama rivolge alle famiglie americane nel tradizionale messaggio del sabato. «Ci sono famiglie in Connecticut che oggi non possono farlo. E hanno bisogno di tutti noi», aggiunge il presidente americano ricordando i genitori che hanno perso i loro figli nella strage della scuola elementare di Newtown. «Noi siamo qui per loro e preghiamo per loro. E ricordiamo loro che l'amore che hanno provato per coloro che hanno perso sopravviverà non solo nelle loro memorie, ma anche in quella della loro comunità e del loro Paese».
20 LE VITTIME Sono 20 i bambini rimasti uccisi nella sparatoria in una scuola nel Connecticut: 18 nella scuola e due dopo il ricovero in ospedale. Gli adulti rimasti uccisi sono invece sei. La ha reso noto la polizia, confermando che anche il killer è deceduto. I morti sono 27 in tutto.
Un lago di sangue. L'orrore più profondo. Terrificante. L'incubo di qualsiasi genitore che abbia dei figli piccoli negli Stati Uniti dalle armi facili ha oggi preso drammaticamente corpo in Connecticut. Almeno 27 morti, tra cui 18 bambini, forse 20, tra i 5 e i 10 anni: Sono stati falciati da un giovane, Ryan Lanza, poco più che ventenne, armato fino ai denti in una scuola elementare di un paesino circondato da boschi, ad un centinaio di chilometri da New York. Poche ore dopo la strage, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, non ha potuto trattenere le lacrime, parlando alla nazione in diretta tv. «Dobbiamo agire per impedire che stragi come queste si ripetano al di l della politica», ha detto Obama. Il folle avrebbe agito con un complice, secondo alcuni suo fratello minore, che è stato arrestato.
I SOSPETTI Ora Ryan Lanza è morto, come è morta sua madre Nancy, insegnante della piccola scuola, che il killer ha ucciso prima di provocare la strage nell'aula. Secondo alcune fonti, i due avrebbero ucciso, prima della strage alla scuola, un loro familiare: c'è chi dice il padre, ch un altro fratello. La situazione rimane molto confusa e ci vorranno diverse ore prima di capire esattamente la dinamica del dramma. Le autorità distillano le informazioni con il contagocce. Si sa però con certezza che l'assassino aveva una ventina d'anni, e si chiamava Ryan Lanza.
Di lui esistono diversi profili Facebook e Twitter, alcuni palesemente falsi. Vestito tutto di nero, con indosso un giubbotto antiproiettile come se andasse in guerra, usando quattro pistole ha sparato all'impazzata, almeno un centinaio di colpi. Sin dall'ingresso della scuola, la Sandy Hook di Newton, dove secondo alcune indicazioni ha subito freddato il presidente e lo psicologo dell'istituto. Ma la vera, terribile mattanza l'ha compiuta in una aula dell'asilo, tra i bimbi più piccoli. Un'intera classe manca all'appello, è stata cancellata, hanno riferito diverse fonti di stampa citando fonti ufficiali che hanno voluto mantenere l'anonimato. A rendere tutto ancora più assurdo, se possibile, è però il fatto che la sua 'vittima designatà era sua madre. La polizia locale ha finora ufficialmente confermato solo che ci sono numerosi morti, tra cui diversi bimbi e lo sparatore. Non ha chiarito se sia stato ucciso o se sia sia suicidato. Non ha fatto alcun riferimento neanche ad una «seconda persona» che è stata arrestata, come hanno riferito i giornalisti che erano lì e che hanno anche intercettato una testimone secondo cui si tratta di un uomo che indossava pantaloni mimetici e che alla polizia che lo ha intercettato al margine del bosco non distante dalla scuola ha detto: «io non l'ho fatto, io non l'ho fatto».
LA PAURA E IL DOLORE Tutto è cominciato poco dopo le 9:30, e Le televisioni nazionali hanno rapidamente preso a seguire in diretta l'evoluzione delle notizie, con inviati e troupe per le riprese dall'alto, in elicottero. Sono così rapidamente iniziate a filtrare drammatiche immagini di madri con il volto alterato dalla tensione, dalla paura, dall'apprensione. E poi quelli di bimbi, in lacrime, con la bocca spalancata mentre urlano di paura, mentre in fila indiana vengono evacuati tutti insieme dalla scuola, che conta oltre 600 alunni e che, come tutte le scuole in America, si preparava alle vacanze di Natale, si preparava all'arrivo di Santa Claus, Babbo Natale. La Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente è stato sin da subito informato e poi costantemente aggiornato. E ha ribadito che Obama tornerà a rilanciare la necessità di un maggiore controllo sulle armi, in particolare sulle armi d'assalto. Forse questa volta, davanti ad una delle più gravi tragedie del genere nella storia degli Stati Uniti e avendo già vinto le lezioni per un secondo mandato, prenderà una posizione più decisa rispetto al passato.
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LE PAROLE DI UNO DEI BAMBINI «Ho visto i proiettili nel corridoio vicino a quello in cui mi trovavo e poi un'insegnante mi ha spinto in una delle classi»: ha ancora il terrore negli occhi un alunno di otto anni dell'istituto scolastico Sandy Hook di Newtown in Connecticut (600 alunni tra materna e elementari) mentre descrive ai microfoni della Wcbs-tv, la strage in cui - secondo i media locali - sono morte almeno 27 persone, tra queste 18 bambini, ed un numero ancora imprecisato di persone è rimasto ferito. «Il loro rumore era come se qualcuno stesse dando pedate ad una porta», racconta ancora il bimbo riferendosi agli spari, mentre la madre lo abbraccia e si dice infinitamente grata all'insegnante che ha salvato il suo bambino dalle pallottole dell'orco, un uomo «mascherato» che imbracciava un fucile semiautomatico. «È stato orribile», ha detto ancora uno dei genitori, Brenda Lebinski, alla Reuters. Lei è volata in auto alla scuola dove sua figlia frequenta la terza elementare, non appena ha sentito il notiziario. «Erano tutti isterici. Genitori. Studenti», riferisce. «C'erano bambini che uscivano dalla scuola. Erano insanguinati. Non ho idea se fossero feriti, so soltanto che erano insanguinati», aggiunge la donna, che oggi ha visto materializzato davanti a sè il peggior incubo di ogni genitore. Lebinski racconta che l'insegnante della figlia, non appena capito ciò che stava avvenendo, è rientrata in classe ed ha «immediatamente chiuso a chiave la porta, riunendo tutti i bambini in un angolo della stanza». «Ad un certo punto è arrivato un poliziotto e ci ha detto di correre fuori dalla scuola e così abbiamo fatto», spiega un'altra ragazza. Poi, ai piccoli messi in salvo, e fatti uscire in fila indiana è stato detto di coprirsi gli occhi con le manine. Coprire i loro occhi innocenti sull'orrore
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