MILANO - Era
ormai braccato dalla polizia portoghese e dagli investigatori della
Squadra
Mobile, perciò, vistosi ormai spacciato, ha anticipato l'arresto
consegnandosi alle autorità. Così è finita dopo soli 5 giorni la
latitanza di Fabrizio Corona, il fotografo dei vip condannato a 5 anni
di carcere per l'estorsione al calciatore ex Juventus Trezeguet, e che
ora, dopo la fuga, rischia che la sua pena salga fino a oltre 7 anni di
reclusione. «Più che costituito si è arreso», è il commento dei vertici
milanesi della Questura.L'ULTIMA CONFIDENZA Continuano le indiscrezioni da parte degli amici sulle ultime ore di Corona prima della sentenza della Cassazione e della fuga. All'attore e regista Massimo Emilio Gobbi ha detto: "Se io scappassi e morissi sul campo come Scarface diventerei un mito?". Parole che rilette alla luce dei fatti fanno già presagire la latitanza.
I due lavoravano a un remake del celebre film con Al Pacino, in cui Corona avrebbe vestito i panni del protagonista se non fosse stato cacciato dal set per le sue turbolenze. Ora l'amico racconta al Giornale di aver ricevuto numerose chiamate da Fabrizio giovedì e quando poi è riuscito a parlarci gli avrebbe appunto parlato di un'uscita di scena da film.
"Quando sono arrivato nella sede della sua società si è sfogato, parlando delle sue battaglie giudiziarie, dei suoi errori, persino di quanto gli era costato l'avvocato. Poi, a bruciapelo, mi ha chiesto: 'Max, ma se io scappo e muoio sul campo, lo divento o no un mito?'. Gli ho risposto che di miti morti ce n'erano tanti, troppi. E che, facendo quella scelta estrema, lui sarebbe stato ricordato solo come un gran coglione".
Gobbi, da mico, gli avrebbe consigliato di lasciar perdere le idee di gloria e scontare la pena. "Lui però, troppo affascinato dall'idea cinematografica della fuga, da Scarface, potrebbe commettere davvero una sciocchezza - conclude l'attore e regista -. Non so dove sia, ma da quel giorno non dormo più".
Nessun commento:
Posta un commento