Gli italiani sono sempre più scettici sull'uscita
rapida dalla crisi. Per i prossimi dodici mesi, solo il 16%, la metà
rispetto al 2012, vede in arrivo un miglioramento per l'economia del
Paese, mentre il restante 84% pensa che il nuovo anno non porterà alcuna
evoluzione positiva, ma addirittura un ulteriore peggioramento. E' il
quadro che emerge da un sondaggio Confesercenti-Swg sulle prospettive
economiche dell'Italia per il 2013.
La
salute dell'economia italiana è giudicata negativamente dall'87% degli
intervistati. Il 36% la ritiene inadeguata, mentre il 51%, la
maggioranza, addirittura pessima. A promuoverla solo il 13%, che la
segnala come discreta (11%, in aumento del 3% sullo scorso anno) o buona
(2%, in calo dell'1%). Anche sulle prospettive si registra una grave
sfiducia. Solo il 16% degli intervistati vede una svolta (lo scorso anno
erano esattamente il doppio (32%). Ad avere una visione più positiva
sono i giovani sotto i 24 anni (22,9% di ottimisti) e chi vive nelle
Isole (22,2%).
Il 40% degli italiani ritiene invece che la situazione resterà la stessa del 2012: anche in questo caso, i valori massimi si registrano nella fascia d'età tra 18 e 24 anni, dove si registra un picco del 42,9%.
Solo poco meglio le prospettive personali Se per l'Italia ci si aspetta un ulteriore peggioramento, le prospettive per la propria famiglia e la situazione personale sono solo un po' meno negative. L'86% degli intervistati non crede in un miglioramento. Il 52% ritiene che la situazione rimarrà la stessa, in aumento del 5% sullo scorso anno. Calano gli ottimisti, che passano dal 17 al 14 per cento, così come i pessimisti, che scendono al 34% dal 36% dello scorso anno.
Nuovo governo ed emergenza lavoro
Per il 2013, la maggioranza degli italiani (il 59%) vuole far leva sul nuovo esecutivo per porre alla sua attenzione l'emergenza lavoro, scelta dal 31% degli intervistati a causa del forte sentimento d'insicurezza sul futuro. E' significativo che, subito dopo, gli italiani chiedano di abbassare le tasse e di ridurre i costi della politica (il 23% del campione in entrambi i casi). Ovvero meno spese e meno sprechi per liberare risorse utili a tagliare l'insostenibile pressione fiscale.
La difficoltà ad arrivare a fine mese L'accento posto sulla questione lavoro nasce dalla crescente difficoltà degli italiani ad arrivare alla fine del mese con i loro guadagni. Nel 2012 il 41% degli interpellati dichiara di non riuscirci, né con il proprio reddito, né con quello familiare. E se nel 2010 circa il 72% del campione riusciva a far fronte alle spese della famiglia per tutto il mese, quest'anno la percentuale cala bruscamente al 59%.
Il 40% degli italiani ritiene invece che la situazione resterà la stessa del 2012: anche in questo caso, i valori massimi si registrano nella fascia d'età tra 18 e 24 anni, dove si registra un picco del 42,9%.
Solo poco meglio le prospettive personali Se per l'Italia ci si aspetta un ulteriore peggioramento, le prospettive per la propria famiglia e la situazione personale sono solo un po' meno negative. L'86% degli intervistati non crede in un miglioramento. Il 52% ritiene che la situazione rimarrà la stessa, in aumento del 5% sullo scorso anno. Calano gli ottimisti, che passano dal 17 al 14 per cento, così come i pessimisti, che scendono al 34% dal 36% dello scorso anno.
Nuovo governo ed emergenza lavoro
Per il 2013, la maggioranza degli italiani (il 59%) vuole far leva sul nuovo esecutivo per porre alla sua attenzione l'emergenza lavoro, scelta dal 31% degli intervistati a causa del forte sentimento d'insicurezza sul futuro. E' significativo che, subito dopo, gli italiani chiedano di abbassare le tasse e di ridurre i costi della politica (il 23% del campione in entrambi i casi). Ovvero meno spese e meno sprechi per liberare risorse utili a tagliare l'insostenibile pressione fiscale.
La difficoltà ad arrivare a fine mese L'accento posto sulla questione lavoro nasce dalla crescente difficoltà degli italiani ad arrivare alla fine del mese con i loro guadagni. Nel 2012 il 41% degli interpellati dichiara di non riuscirci, né con il proprio reddito, né con quello familiare. E se nel 2010 circa il 72% del campione riusciva a far fronte alle spese della famiglia per tutto il mese, quest'anno la percentuale cala bruscamente al 59%.
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