Il picco dei casi d'influenza sta arrivando: nella
prima settimana di gennaio sono stati colpiti dal virus 200mila
italiani. E in questa settimana si registra un aumento significativo,
con stime che indicano circa 350mila persone colpite, quindi quasi un
raddoppio rispetto ai 7 giorni precedenti. Ma l'epidemia è sotto
controllo, rassicura Claudio Cricelli, presidente della
Società italiana di medicina generale (Simg) che sottolinea le come in
Italia e, più in generale in Europa, la situazione non è paragonabile a
quanto accade negli Usa dove l'epidemia ha messo in ginocchio ben 44
Stati costringendo ad allestire tendopoli fuori dagli ospedali per la
mancanza di posti letto. «Grazie alla nostra rete di medici sentinella -
spiega Cricelli - siamo in grado di fornire con tempestività
informazioni sull'evoluzione della patologia e svolgiamo un'attività sia
di tipo epidemiologico che virologico. I medici di famiglia italiani
dispongono in tempo reale e con criteri scientifici assoluti di
informazioni essenziali per il miglior funzionamento del sistema
sanitario».
I CASI IN EUROPA In Europa l'attività del virus sta aumentando con maggiore intensità nelle zone settentrionali e occidentali del continente. Il ceppo più diffuso negli Usa, l'A/H3N2, che può provocare gravi complicazioni come la polmonite, è 'in minoranzà nel Vecchio Continente. «In Italia e in Europa - aggiunge Aurelio Sessa, presidente regionale Simg Lombardia e medico sentinella - assistiamo a un'importante circolazione di virus B dell'influenza (circa il 50% dei tamponi positivi per influenza sono positivi per il virus B) e le infezioni da virus A stanno incrementando con una maggior prevalenza per il virus pandemico A/H1N1, pari al 27% contro il 13% dell'A/H3N2. Ma è necessario mantenere alta la soglia d'attenzione grazie alla rete di sorveglianza, perchè anche l'Europa potrebbe trovarsi in una situazione di emergenza se il virus A/H3N2 diventasse il più diffuso».
I CASI IN EUROPA In Europa l'attività del virus sta aumentando con maggiore intensità nelle zone settentrionali e occidentali del continente. Il ceppo più diffuso negli Usa, l'A/H3N2, che può provocare gravi complicazioni come la polmonite, è 'in minoranzà nel Vecchio Continente. «In Italia e in Europa - aggiunge Aurelio Sessa, presidente regionale Simg Lombardia e medico sentinella - assistiamo a un'importante circolazione di virus B dell'influenza (circa il 50% dei tamponi positivi per influenza sono positivi per il virus B) e le infezioni da virus A stanno incrementando con una maggior prevalenza per il virus pandemico A/H1N1, pari al 27% contro il 13% dell'A/H3N2. Ma è necessario mantenere alta la soglia d'attenzione grazie alla rete di sorveglianza, perchè anche l'Europa potrebbe trovarsi in una situazione di emergenza se il virus A/H3N2 diventasse il più diffuso».
Nessun commento:
Posta un commento