BRINDISI - «Non ha risposto alle domande? A mio avviso è tutto
artefatto. Sta costituendo uno
stato per poi poter chiedere l'infermità
mentale»: Lo ha detto poco fa all'Ansa il procuratore della Dda di Lecce
Cataldo Motta. Il procuratore, parlando con i giornalisti in una pausa
dell'udienza, ha sottolineato il proprio convincimento sulla sussistenza
dell'aggravante terroristica, che è il motivo per il quale il
procedimento è stato diretto dalla distrettuale antimafia di Lecce,
invece che dalla procura di Brindisi. L'aggravante terroristica - secondo Motta - 'si coglie proprio da un passaggio dell'interrogatorio reso da Vantaggiato al gip. Quando gli è stato chiesto perchè avesse scelto proprio la scuola Morvillo e non, ad esempio, una caserma dei carabinieri, lui ha risposto che la caserma è troppo sorvegliata.
La scuola era vicina allo svincolo per Lecce, la conosceva perchè vi aveva fatto alcune forniture di gasolio. Secondo Motta, questa motivazione di Vantaggiato segna il passaggio dalla finalità individuale dell'attentato compiuto dall'imprenditore nel 2008 a Torre Santa Susanna alla scelta di un obiettivo indeterminato.
Quanto alla mancata partecipazione al dibattimento del pm della procura di Brindisi che era stato applicato alla Dda per la conduzione delle indagini, il procuratore ha ribadito quanto aveva già sottolineato qualche giorno: ha detto che si tratta di un «processo facile che non necessita di tre pubblici ministeri».
LE RAGAZZE: ANSIA PERCHE' LUI E' QUI «Siamo ansiose perchè sappiamo che lui è qui a due passi da noi»: lo raccontano all'ANSA Selena e Azzurra, due delle ragazze ferite nell'attentato avvenuto il 19 maggio 2012 davanti alla scuola Morvillo Falcone. Selena e Azzurra sono nell' aula del tribunale di Brindisi dove, davanti ai giudici della Corte d'Assise, si sta tenendo la prima udienza che vede imputato Giuseppe Vantaggiato, l'imprenditore di Copertino (Lecce) reo confesso. «Io non ho dormito - racconta Selena - ero in ansia, ma non vedevo l' ora di venire qui, al tribunale e di guardarlo negli occhi». «Invece - aggiunge Azzurra - non ci hanno permesso di arrivare a lui, ci siamo avvicinate ma ci hanno bloccate. Però non è giusto, noi abbiamo il diritto di guardarlo in faccia». Selena e Azzurra hanno promesso ieri ai genitori di Melissa, che sono andate a trovare a casa nel pomeriggio di ieri, che saranno in aula a tutte le udienze del processo. «Lo facciamo per Melissa», dicono le due ragazze, che erano molto amiche della sedicenne morta nell'attentato. Selena, poi, frequentava la stessa classe di Melissa. «Noi - hanno detto le due ragazze - vogliamo dare forza con la nostra presenza in aula ai geniori di Melissa, e anche la mamma di Melissa ieri ce lo ha detto: 'Sarò al processo per Melissà e ora anche noi siamo qui e lo saremo per tutta la durata del processo».
NO ALLE RIPRESE TV È cominciato nell'aula 'Metrangolo' del tribunale di Brindisi, davanti alla Corte di Assise, il processo a carico di Giovanni Vantaggiato, 69enne di Copertino imputato di strage aggravata dalla finalità terroristica, tentativo di omicidio e fabbricazione ed esplosione di ordigno micidiale. L'imputato è in aula.
Lo scorso giugno l'imprenditore ha confessato di essere il responsabile dell'attentato compiuto davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi il 19 maggio 2012 in cui perse la vita Melissa Bassi, 16 anni, e rimasero ferite altre nove persone, tra passanti e studenti.
Non si possono fare riprese in aula nè fotografie: il presidente della corte d'Assise di Brindisi, Domenico Cucchiara, ha chiesto ripetutamente all'imputato se fosse consenziente alle riprese in aula, ma l'imputato non ha risposto. È stato poi il suo avvocato, Franco Orlando, nel silenzio assoluto che regnava nell'aula, ad avvicinarsi alla 'gabbia' in cui Vantaggiato è rinchiuso, e a riferire ai giudici del dissenso del suo assistito.
Come primo adempimento, dunque, la corte si è ritirata in camera di consiglio e ha emesso un'ordinanza sulla questione di riprese e foto decidendo di accogliere la richiesta dell'imputato di non essere filmato o fotografato: le riprese in aula potranno essere fatte all'inizio e alla fine delle udienze e anche durante l'esame dei testi se questi ultimi saranno consenzienti In aula ci sono Massimo e Rita Bassi, i genitori della giovane vittima.
Tra i giudici popolari della Corte d'Assise ci sono 5 donne. Per l'accusa, partecipano il procuratore della distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, e il suo sostituto Guglielmo Cataldi che hanno stretto la mano ai genitori di Melissa prima dell'avvio.
CORI DEGLI STUDENTI: "VOGLIAMO GIUSTIZIA" «Vogliamo giustizia, vogliamo giustizia»: lo hanno gridato poco fa dalle finestre della scuola Morvillo Falcone di Brindisi, decine e decine di studenti, all'arrivo, al Tribunale, del furgone blindato che trasportava Giovanni Vantaggiato, reo confesso dell'attentato compiuto il 19 maggio 2012 dinanzi all'istituto scolastico brindisino, costato la vita alla 16/enne Melissa Bassi.
Le finestre della scuola si affacciano, dall'interno della struttura, proprio dinanzi al Tribunale di Brindisi dove tra poco comincerà la prima udienza del processo davanti alla Corte d'Assise. Giovanni Vantaggiato, imprenditore 69/enne di Copertino (Lecce), è l'unico imputato: è accusato, in concorso con altri rimasti sconosciuti, di strage aggravata dalla finalità terroristica, detenzione ed esplosione di ordigno micidiale e del tentativo di omicidio di un imprenditore, Cosimo Parato, compiuto nel 2008 a Torre Santa Susanna (Brindisi).
Il blindato che trasportava Giovanni Vantaggiato era preceduto, al suo ingresso nei viali del Tribunale, dall'auto con a bordo il procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, Cataldo Motta, che ha diretto le indagini in quanto un reato con l'aggravante della finalità terroristica è di competenza della distrettuale antimafia.
RAGAZZA FERITA: "NON HO DORMITO STANOTTE" «Non ho dormito questa notte, voglio guardarlo in faccia». Lo ha detto ai giornalisti, assiepati davanti al tribunale di Brindisi, Azzurra Camarda, la prima delle studentesse ferite nell'attentato a varcare la soglia del palazzo di giustizia dove sta per iniziare la prima udienza del processo a Giovanni Vantaggiato, l'imprenditore 69/enne che ha confessato le proprie responsabilità nell' esplosione del 19 maggio 2012 davanti alla scuola Morvillo Falcone.
In aula ci sono anche, con i propri genitori, le studentesse Selena Greco e Sabrina Ribezzi, anche loro rimaste ferite gravemente dall'esplosione. In prima fila Massimo e Rita Bassi, padre e madre dell'unica vittima della strage, la sedicenne Melissa Bassi. Tra i banchi anche Cosimo Parato, che da Vantaggiato subì a sua volta un attentato nel 2008.
Vantaggiato - che, a quanto si sa, è in cattive condizioni di salute - è arrivato in tribunale a bordo di un blindato della polizia penitenziaria ed è stato fatto entrare dal retro per sfuggire alle telecamere all'ingresso del palazzo di giustizia.
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