ROMA - Secchi e catini ovunque. Una distesa di stracci per asciugare le
pozzanghere sparse
sul pavimento. Acqua che goccia dal soffitto neanche
ci fosse un rubinetto aperto. Il tutto a pochi centimetri dai bambini
seduti sui banchi. Benvenuti alla scuola per l’infanzia di via Casale
del Finocchio, a due passi dalla via Casilina, periferia est di Roma. Un
istituto dove gli scolari più che di libri e cartella hanno bisogno di
galosce e impermeabili.Una situazione limite che costringe decine di bimbi che frequentano l’istituto comprensivo Motta Camastra a convivere, da più di un anno, con i disagi dovuti alle infiltrazioni provenienti dalla terrazza. Basta una minima pioggia per aumentare al limite della vivibilità la situazione. Anche la sicurezza è messa a repentaglio. I vigili del fuoco hanno transennato e reso inagibile la zona più a rischio. I genitori, infatti, hanno denunciato - con tanto di raccolta firme - la vicenda alla Asl. E il prossimo passo sarà un esposto alla Procura.
Già perché, per i 24 piccoli che non possono entrare nelle aule quando piove, è stata allestita una sorta di aula collettiva nell’androne della scuola. «Ma non c’è spazio per tutti - spiega una mamma - e quindi le maestre ci hanno chiesto di mandare i nostri figli a scuola a turno». Entrando la puzza di muffa, presente sui muri delle classi del piano superiore, prende il posto dell’odore di pennarelli e pongo. Tutto questo per non parlare della pavimentazione: un tempo c’era un bel parquet color miele, oggi i listelli sono saltati a causa dall’acqua che fuoriesce dai secchi e i bimbi rischiano anche di cadere nelle “buche” che si sono venute a creare. E, stando alle testimonianze delle maestre, anche la salute ne risente: «Lavoro qui da tre anni - spiegano dal personale docente - e mai come da un anno a questa parte l’incidenza delle malattie è stato così alto». Quando non piove la situazione non è migliore: «L’umidità infatti fa cadere dal soffitto la polvere bianca della tinta - continua un’insegnante - e sia noi che i bambini siamo costretti a respirare queste sostanze».
I fondi per le manutenzioni, a quanto sembra, sono fermi al palo e quello che dovrebbe essere il diritto all’istruzione sembra diventato un’utopia che fa acqua da tutte le parti.
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