mercoledì 27 febbraio 2013

COME CONTROLLARE LA FONTANELLA SULLA TESTOLINA DEL VOSTRO BAMBINO

fontanella
Non bisogna preoccuparsi di provocare danni alla testa o al cervello del neonato se si
toccano le fontanelle: esse infatti, sono composte da una membrana fibrosa del tutto simile a quelle di cui sono composti i tendini e le articolazioni in grado di garantire protezione al capo del piccolo, in caso di urti o colpi. In ogni caso fino a quando le fontanelle non si saldano completamente, è necessario trattare con cautela ed attenzione la testa del bambino. E’ quindi possibile toccare lavare e pettinare questa zona della testa senza timore di fare male al bebè; basta usare un pettinino per neonati o una spazzola morbida.
Anche nel caso si notasse un leggero infossamento della fontanella anteriore o al contrario, un suo rigonfiamento, non ci si deve allarmare, se ciò si verifica mentre il bimbo piange o urla senza reazioni del tutto normali che non segnalano alcun disturbo.
Quando consultare il pediatra:
Se appare molto infossata, potrebbe indicare una condizione di disidratazione (eccessiva perdita di liquidi) causata per esempio, da una febbre molto alta associata in diversi casi a diarrea e vomito.
Se é gonfia e il piccolo non sta piangendo e urlando potrebbe dipendere dall’aumentata pressione interna del cranio dovuta a un disturbo del sistema nervoso, (come una meningite).
Nel corso delle visite periodiche il pediatra verifica anche le dimensioni e  i tempi di chiusura delle fontanelle; se la calcificazione risulta troppo lenta può prescrivere alcuni esami per verificare le cause del ritardo. Tra esse rientra la carenza di vitamina D, sostanza che favorisce la mineralizzazione delle ossa che, di solito, viene risolta attraverso l’assunzione di integratori.
In alcuni casi, la chiusura troppo precoce della fontanella anteriore può compromettere il normale accrescimento del cranio provocando una patologia che prende il nome di craniostenosi, per la quale in genere risulta necessario intervenire chirurgicamente. Una chiusura eccessivamente tardiva potrebbe invece essere il segnale di carenze particolari, come ad esempio di vitamina D) o di patologie anche molto gravi come
* l’idrocefalia, ossia un aumento del liquido e quindi della pressione endocranica, che causa un aumento abnorme delle dimensioni del cranio,
* il rachitismo, cioè una insufficiente calcificazione delle ossa che può provocare cedevolezza o deformità delle ossa stesse, da verificare mediante esami del sangue;
* la disostosi cleido-cranica una malattia congenita rara, in cui la malformazione riguarda anche la clavicola.

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