ROMA - Si è chiusa a Montecitorio la terza votazione per il presidente della Camera. In aula è in corso lo spoglio.
Nella terze votazione per l'elezione del presidente della Camera ci sono state 428 schede bianche. Il pi— votato Š stato Roberto Fico (M5S), che ha incassato 113 voti. Ecco il risultato della votazione: Presenti e votanti: 610 Maggioranza: 407 Fico: 113 Madia 10 Lattuca: 7 Voti dispersi: 43 Schede Bianche: 428 Schede Nulle: 9.
Avrà luogo domani, a partire dalle 11, nell'Aula di Montecitorio la quarta votazione per l'elezione del presidente della Camera. Dopo le tre fumate nere di ieri in altrettante votazioni, domani il quorum si abbassa: per essere eletti sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei voti (316), computando anche le schede bianche. Una maggioranza di cui il centrosinistra dispone abbondantemente
L'APPLAUSO DEI GRILLINI I deputati Cinque Stelle si sono applauditi al termine della terza votazione alla Camera per il presidente (andata a vuoto), dopo che il presidente provvisorio Antonio Leone ha comunicato i risultati. L'applauso Š partito dal candidato del Movimento, Roberto Fico, ed è stato subito ripreso dagli altri deputati.
COINVOLGIMENTO DEI GRILLINI NEL PD Pier Luigi Bersani ha provato a tenere aperto fino all'ultimo il tentativo di un coinvolgimento del Movimento 5 Stelle nella partita delle presidenze di Camera e Senato. Uno schema traballante già da giorni e che con il passare delle ore, dicono fonti parlamentari del Pd, si conferma sempre più irrealizzabile. «Lo schema originario di Bersani è ormai acquisito che è fallito», sostiene più di un parlamentare democratico.
E ora? Il nuovo schema possibile è quello di un'intesa con la coalizione montiana. Un'opzione su cui, in particolare, l'area franceschiniana premeva da giorni. Dario Franceschini già alla Direzione del Pd aveva sollecitato l'avvio di un dialogo con i montiani.
Con il tramonto dello schema Pd-M5S, la carta Monti torna alla ribalta. I contatti sono in corso e non si esclude anche un contatto diretto tra Bersani e il Professore che, dicono fonti sia alla Camera che al Senato, sarebbe fortemente interessato alla presidenza di palazzo Madama. Un'intesa di questo tipo 'salverebbe' l'ispirazione della corresponsabilità istituzionale perseguita da Bersani: Monti al Senato e Franceschini alla Camera.
Ma c'è un problema che al momento non è stato superato: Monti, anche nei contatti avuti questa mattina, continua a chiedere che venga tenuto dentro anche il Pdl. Un coinvolgimento che per il Pd non è possibile accettare. «Mai e poi mai con il Pdl -dicono fonti dem- piuttosto facciamo saltare tutto». Se dovesse fallire anche l'intesa con i montiani, dicono le stesse fonti, allora vorrebbe dire che «facciamo da soli». Con il rischio che magari sullo scranno più alto del Senato vada un pidiellino.
SENATO 223 SCHEDE BIANCHE, 52 VOTI ORELLANA Si è conclusa con un nulla di fatto la seduta odierna nell'Aula del Senato per l'elezione del presidente di Palazzo Madama. I senatori sono convocati per la terza votazione domani alle 11.
Nella seconda votazione per l'elezione del presidente del Senato le schede bianche sono state 223. Al grillino Orellana sono andati 52 voti, 12 a Sibilia, 8 a Marino, 5 a Esposito, 3 a Casson, 2 a Scilipoti, 1 a Casini, 1 a Gentile. Schede nulle: 3. Presenti 311, votanti 311, maggioranza 160.
Ancora nulla di fatto, dunque, per l'elezione del presidente del Senato. Nella seconda votazione le schede bianche sono state 223, le nulle 3. Luis Alberto Orellana, del Movimento 5 Stelle, ha avuto 52 voti (tutti quelli del suo gruppo, tranne lui, che evita di darsi il voto). Cosimo Sibilia (Pdl) ha avuto 12 preferenze, Ignazio Marino (Pd) 8, Giuseppe Esposito (Pdl) 5, Felice Casson (Pd) 3, Alessandra Mussolini (Pdl) 1, Pier Ferdinando Casini (Lista Monti) 1, Antonio Gentile (Pdl) 1. Rispetto alla prima votazione ha raddoppiato i suoi voti Domenico Scilipoti (Pdl): non più uno, ma due.
VENDOLA: SPERO IN UN SI' AL CANDIDATO M5S «L'auspicio è che si possa determinare una scelta in favore di un candidato del Movimento cinque stelle»: lo dice il leader di Sel Nichi Vendola, nel corso di una conferenza stampa, in merito all'elezione del presidente della Camera e sottolineando di auspicare un «atto unilaterale del centrosinistra che decidesse questo». Per il leader di Sel Nichi Vendola il centrosinistra dovrebbe prendere atto dell'esito elettorale che fa sì che il Movimento cinque stelle «è il primo partito qui dentro. Occorre - dice - confrontarsi con la realta».
CAMERA, INUTILE ANCHE IL SECONDO VOTO A scrutinio ancora in corso è ormai certo che la Camera non riuscirà ad eleggere il suo presidente nemmeno nella seconda votazione. Le schede bianche hanno infatti raggiunto quota 210, dunque nessun candidato potrà raggiungere i 420 voti necessari per l'elezione.
I GRILLINI: "UNO SPRECO" «È uno spreco di denaro pubblico perchè, con un metodo normale, una votazione del genere si potrebbe effettuare in mezz'ora». Il M5S critica la lentezza delle operazioni di voto alla Camera per l'elezione del presidente. «Con un metodo normale» i deputati «potrebbero adoperarsi per cose più utili per il Paese» - spiega Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera - «Abbiamo calcolato che si sprecano 420mila euro».
«Non è che siamo il genio della lampada e ci abbiamo pensato soltanto noi. Si poteva cambiare metodo» nelle precedenti votazioni, aggiunge. «Secondo un calcolo basato sullo stipendio mensile dei deputati moltiplicato per 630 e diviso per 30 giorni, costa agli italiani 420 mila euro - conclude Lombardi - Non si può perdere cos una giornata e mezza di lavoro - dice Lombardi - per l'elezione del presidente della Camera, mentre il Paese ha fretta di uscire dal baratro».
Nella terze votazione per l'elezione del presidente della Camera ci sono state 428 schede bianche. Il pi— votato Š stato Roberto Fico (M5S), che ha incassato 113 voti. Ecco il risultato della votazione: Presenti e votanti: 610 Maggioranza: 407 Fico: 113 Madia 10 Lattuca: 7 Voti dispersi: 43 Schede Bianche: 428 Schede Nulle: 9.
Avrà luogo domani, a partire dalle 11, nell'Aula di Montecitorio la quarta votazione per l'elezione del presidente della Camera. Dopo le tre fumate nere di ieri in altrettante votazioni, domani il quorum si abbassa: per essere eletti sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei voti (316), computando anche le schede bianche. Una maggioranza di cui il centrosinistra dispone abbondantemente
L'APPLAUSO DEI GRILLINI I deputati Cinque Stelle si sono applauditi al termine della terza votazione alla Camera per il presidente (andata a vuoto), dopo che il presidente provvisorio Antonio Leone ha comunicato i risultati. L'applauso Š partito dal candidato del Movimento, Roberto Fico, ed è stato subito ripreso dagli altri deputati.
COINVOLGIMENTO DEI GRILLINI NEL PD Pier Luigi Bersani ha provato a tenere aperto fino all'ultimo il tentativo di un coinvolgimento del Movimento 5 Stelle nella partita delle presidenze di Camera e Senato. Uno schema traballante già da giorni e che con il passare delle ore, dicono fonti parlamentari del Pd, si conferma sempre più irrealizzabile. «Lo schema originario di Bersani è ormai acquisito che è fallito», sostiene più di un parlamentare democratico.
E ora? Il nuovo schema possibile è quello di un'intesa con la coalizione montiana. Un'opzione su cui, in particolare, l'area franceschiniana premeva da giorni. Dario Franceschini già alla Direzione del Pd aveva sollecitato l'avvio di un dialogo con i montiani.
Con il tramonto dello schema Pd-M5S, la carta Monti torna alla ribalta. I contatti sono in corso e non si esclude anche un contatto diretto tra Bersani e il Professore che, dicono fonti sia alla Camera che al Senato, sarebbe fortemente interessato alla presidenza di palazzo Madama. Un'intesa di questo tipo 'salverebbe' l'ispirazione della corresponsabilità istituzionale perseguita da Bersani: Monti al Senato e Franceschini alla Camera.
Ma c'è un problema che al momento non è stato superato: Monti, anche nei contatti avuti questa mattina, continua a chiedere che venga tenuto dentro anche il Pdl. Un coinvolgimento che per il Pd non è possibile accettare. «Mai e poi mai con il Pdl -dicono fonti dem- piuttosto facciamo saltare tutto». Se dovesse fallire anche l'intesa con i montiani, dicono le stesse fonti, allora vorrebbe dire che «facciamo da soli». Con il rischio che magari sullo scranno più alto del Senato vada un pidiellino.
SENATO 223 SCHEDE BIANCHE, 52 VOTI ORELLANA Si è conclusa con un nulla di fatto la seduta odierna nell'Aula del Senato per l'elezione del presidente di Palazzo Madama. I senatori sono convocati per la terza votazione domani alle 11.
Nella seconda votazione per l'elezione del presidente del Senato le schede bianche sono state 223. Al grillino Orellana sono andati 52 voti, 12 a Sibilia, 8 a Marino, 5 a Esposito, 3 a Casson, 2 a Scilipoti, 1 a Casini, 1 a Gentile. Schede nulle: 3. Presenti 311, votanti 311, maggioranza 160.
Ancora nulla di fatto, dunque, per l'elezione del presidente del Senato. Nella seconda votazione le schede bianche sono state 223, le nulle 3. Luis Alberto Orellana, del Movimento 5 Stelle, ha avuto 52 voti (tutti quelli del suo gruppo, tranne lui, che evita di darsi il voto). Cosimo Sibilia (Pdl) ha avuto 12 preferenze, Ignazio Marino (Pd) 8, Giuseppe Esposito (Pdl) 5, Felice Casson (Pd) 3, Alessandra Mussolini (Pdl) 1, Pier Ferdinando Casini (Lista Monti) 1, Antonio Gentile (Pdl) 1. Rispetto alla prima votazione ha raddoppiato i suoi voti Domenico Scilipoti (Pdl): non più uno, ma due.
VENDOLA: SPERO IN UN SI' AL CANDIDATO M5S «L'auspicio è che si possa determinare una scelta in favore di un candidato del Movimento cinque stelle»: lo dice il leader di Sel Nichi Vendola, nel corso di una conferenza stampa, in merito all'elezione del presidente della Camera e sottolineando di auspicare un «atto unilaterale del centrosinistra che decidesse questo». Per il leader di Sel Nichi Vendola il centrosinistra dovrebbe prendere atto dell'esito elettorale che fa sì che il Movimento cinque stelle «è il primo partito qui dentro. Occorre - dice - confrontarsi con la realta».
CAMERA, INUTILE ANCHE IL SECONDO VOTO A scrutinio ancora in corso è ormai certo che la Camera non riuscirà ad eleggere il suo presidente nemmeno nella seconda votazione. Le schede bianche hanno infatti raggiunto quota 210, dunque nessun candidato potrà raggiungere i 420 voti necessari per l'elezione.
I GRILLINI: "UNO SPRECO" «È uno spreco di denaro pubblico perchè, con un metodo normale, una votazione del genere si potrebbe effettuare in mezz'ora». Il M5S critica la lentezza delle operazioni di voto alla Camera per l'elezione del presidente. «Con un metodo normale» i deputati «potrebbero adoperarsi per cose più utili per il Paese» - spiega Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera - «Abbiamo calcolato che si sprecano 420mila euro».
«Non è che siamo il genio della lampada e ci abbiamo pensato soltanto noi. Si poteva cambiare metodo» nelle precedenti votazioni, aggiunge. «Secondo un calcolo basato sullo stipendio mensile dei deputati moltiplicato per 630 e diviso per 30 giorni, costa agli italiani 420 mila euro - conclude Lombardi - Non si può perdere cos una giornata e mezza di lavoro - dice Lombardi - per l'elezione del presidente della Camera, mentre il Paese ha fretta di uscire dal baratro».
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