domenica 7 aprile 2013

PONTIDA, CAOS LEGA: BOSSIANI E MARONIANI, FINISCE IN RISSA. RISCHIO SCISSIONE



PONTIDA - Sono volati insulti e anche qualche spintone fra una ventina di militanti leghisti al raduno di Pontida, dopo che alcuni di loro - probabilmente veneti - hanno esposto un manifesto che raffigura il segretario Roberto Maroni come Pinocchio. La scenetta è avvenuta in un angolo del pratone mentre dal palco parlavano alcuni dirigenti di secondo piano del movimento.
MARONI: "ECCO I DIAMANTI"
Roberto Maroni a Pontida ha portato alcune buste contenenti «i diamanti di Belsito». Nel dare l'annuncio ha ricordato l'impegno preso un anno fa quando la Lega venne travolta dalle inchieste sulla gestione dell'ex tesoriere. Maroni ha invitato i segretari nazionali a consegnare i 13 diamanti alle «sezioni più meritevoli».
«I veri diamanti - ha detto Maroni - sono i militanti. Eccoli qua i diamanti di Belsito. Sono per i militanti, per le sezioni». Poi ha aggiunto: «Valgono 10 mila euro l'uno e li voglio dare alle sezioni. Li consegnerò ai militanti che si sono impegnati, che si rimboccati le maniche e tengono alto l'onore della Lega. Si impegnano non per se stessi o per le proprie poltrone». Al termine del comizio Maroni ha preso in mano alcune buste con dentro i diamanti e, ridendo, ha fatto il gesto di lanciarli tra i militanti.

TOSI CONTESTATO
Un nutrito gruppo di militanti veneti ha fischiato il sindaco di Verona Flavio Tosi per la durata del suo intervento a Pontida. «Fuori, fuori» gli hanno urlato. «Tosi, Tosi» la risposta degli altri militanti.

BOSSI: "RISCHIO LITIGIO" Proprio perchè «è stata capita» la protesta di quei militanti che sono arrivati fino a Pontida per fischiare, dal palco Bossi si è rivolto in particolare ai veneti, per assicurare il suo appoggio alla richiesta di congressi. «Ai fratelli veneti dico che ormai tutto è commissariato - ha spiegato il presidente della Lega - ed è arrivato il momento che si facciano i congressi». «La Lega non si sta dividendo, come i lecchini del regime scrivono sui giornali», ha assicurato Bossi, che però ha sostenuto che nel Carroccio ci sono problemi di democrazia interna. «A me spiace che la base venga trattata un pò male perchè non ha strumenti per difendersi», ha spiegato. Per questo ha proposto che ogni anno i militanti possano valutare i loro dirigenti e «poterli mandare via se non vanno bene». Certo, ha concluso Bossi, «c'è il rischio di litigare ma non siamo ancora a quel livello, siamo in grado di modificare le cose».
FISCO, "GUERRA A ROMA" «Se serve faremo una guerra a Roma e al governo». È quanto ha annunciato dal palco di Pontida il segretario federale della Lega nord, Roberto Maroni rilanciando la proposta di trattenere il 75% delle tasse pagate sul territorio nella 'macroregionè. «Abbiamo tempo fino al 31 dicembre e fino ad allora tratteremo -ha sottolineato Maroni dal palco- ma se il governo dice di no ci impegneremo a superare autonomamente i vincoli imposti da Roma. Non siamo qui per scherzare e quando combattiamo, combattiamo fino in fondo». Per questo oggi è stata anche presentata una mozione a firma dei tre governatori delle regioni del Nord, Luca Zaia, Roberto Cota e dallo stesso Maroni con la quale si impegnano a rinegoziare con il governo il Patto di stabilità, a costituire la macroregione del Nord e ad intraprendere ogni iniziativa volta a garantire che appunto il 75% delle risorse del gettito tributario resti sul territorio. Maroni, rivolgendosi quindi a Bossi lo ha invitato a fare da testa di ponte proprio con Roma perchè «è chiaro che in questa prospettiva i nostri rappresentanti nella capitale devono andare giù e fare la guerra. Caro Umberto -ha poi proseguito Maroni rivolgendosi a Bossi- anche tu devi andare giu» a Roma e fare la guerra con i nostri rappresentanti e la tua esperienza maturata in questi anni ci tranquillizza«.

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