LEGGE 40: A CRETA PER AVERE UN FIGLIO, MA É MALATO.
I GENITORI DENUNCIANO NAPOLITANO
ROMA- Tragica storia quella di due genitori italiani. Sterili, si sono rivolti al centro di fecondazione assistita Clinica Matera Fertility Crete, a Creta, per avere un figlio con la fecondazione eterologa, vietata in Italia dalla legge 40. Il bambino nasce con la neurofibromatosi,
patologia genetica rara e mortale di cui il padre non è portatore e le
cui basi risiedono invece nell'ovocita donato, in anonimato, da una
donna alla clinica greca. È il calvario di una coppia italiana che si è
rivolta ad un centro estero per ricorrere alla procreazione assistita
con donazione di gameti. Alla nascita il bimbo dà i primi segnali della
malattia ma il centro medico non dà informazioni sulla donatrice. La
coppia gira gli ospedali italiani, spende tutti i risparmi, perdono
entrambi il lavoro per le continue assenze. La madre mette all' asta un
suo rene in Internet per affrontare le spese per curare il piccolo,
cosciente del divieto. Questa, in sintesi, la lettera di denuncia
spedita oggi al Presidente della Repubblica. «Se avessimo potuto tentare
di avere un figlio nel nostro Paese con le garanzie che fino al 2004 vi
erano per l'eterologa non saremmo così disperati» scrivono i genitori.
«Attendiamo l'udienza della Corte Costituzionale del 22 maggio prossimo
sulla legittimità costituzionale del divieto di applicazione delle
tecniche eterologhe nel nostro Paese, così come previsto dalla legge 40.
È quanto afferma l'avvocato Filomena Gallo, segretario
dell'associazione Coscioni in merito alla vicenda della coppia italiana
che si è rivolta in un centro di Creta per la procreazione assistita. »I
quindici giudici della Corte verificheranno la corrispondenza
dell'articolo 4, comma 3, di questa legge con le garanzie
costituzionali, su istanza del tribunale di Firenze che ha già sollevato
il dubbio di legittimità del divieto. Mi aspetto che questa stortura
italiana - aggiunge Gallo - decada e che il diritto ad essere genitori
sia garantito allo stesso modo a tutti coloro che si sentono pronti a
crescere ed amare i figli« . »Sul caso della clinica di Creta - aggiunge
Gallo - è stata avviata una procedura legale per ricevere tutti i
documenti. Seguirà una denuncia in sede internazionale per violazione
delle normative comunitarie in materia di sicurezza sui materiali
biologici, la cui tracciabilit… deve essere garantita per risalire ai
dati genetici dei donatori, in questo caso dei gameti femminili donati
alla coppia italiana. A Creta non hanno rispettato i criteri minimi di
sicurezza accertandosi che i donatori non fossero portatori di malattie
genetiche, fatto gravissimo«. »I divieti - conclude Gallo - determinano
situazioni di illegalità. Tutto ciò non sarebbe accaduto in Italia dove
queste tecniche sono state impiegate con successo, senza problemi di
natura scientifica nè giuridica, prima del divieto imposto nel 2004
dalla legge 40«.
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