Oggi, a un giorno dalla sua morte e nella data del suo compleanno, gli amici e i colleghi non possono accettare la morte di un uomo che era appena tornato a lavorare dopo le interruzioni per il terremoto di domenica 20 maggio, in una fabbrica che era stata dichiarata agibile e che invece gli è crollata addosso.
Gli amici lo descrivono come una persona allegra e molto legata alla famiglia, così come alla sua terra d'origine, la Sicilia, dove tornava appena possibile. Anche al Castelmassa aveva legato con i siciliani trasferitisi come lui, ma anche con la comunità del posto. Amava gli sport acquatici e il calcio, tanto che faceva parte della squadra amatoriale locale, con cui sabato scorso aveva giocato la sua ultima partita.
Parole di cordoglio sono giunte dal presidente della Regione, Luca Zaia, dopo la conferma che il corpo recuperato tra le macerie è quello di Siclari. «Nel dramma di questo terremoto c'è anche la storia delle nostre genti, il carattere, il coraggio, la tenacia di chi non si arrende di fronte alle avversità, anche quelle più crudeli. Questo racconta la tragica vicenda del trentasettenne rodigino di Castelmassa, ucciso nel crollo della fabbrica del Modenese in cui lavorava». Il distretto industriale mirandolese dà lavoro a diversi castelmassesi, che conoscevano bene Siclari e non riescono a capacitarsi di quanto successo. «Il mio pensiero va innanzi tutto alla sua famiglia - conclude Zaia - ai due bambini che ha lasciato e alla comunità del paese polesano. Rivolgo a tutti loro le mie condoglianze e quelle dell'intera Regione».
Anche il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, ha espresso il cordoglio della città sicliana ai familiari di Siclari: i genitori Gaspare e Concetta, cui il sindaco ha fatto pervenire il messaggio di vicinanza della comunità, vi risiedono ancora.

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