mercoledì 9 maggio 2012

VIOLENTA UNA TREDICENNE SOTTO CASA - FILMATO, RICONOSCIUTO E ARRESTATO


Il 30enne italiano è stato individuato dopo due settimane di analisi dei filmati delle telecamere della zona 

Adidas_234x60.gif MILANO - Il 23 aprile scorso è una giornata di pioggia continua su Milano. Fitti temporali per tutto il pomeriggio. Durante uno di questi acquazzoni, una ragazzina, 13 anni, esce dal palazzo dove vive con i genitori, in un grande viale del quartiere Porta Romana. Si blocca qualche minuto nell'androne, aspetta che la pioggia diminuisca per non bagnarsi. Mentre è ferma lì, si avvicina un uomo. La trascina dentro. L'aggressione è violenta, dura qualche minuto. Il forte temporale copre i rumori; i pochi passanti in strada corrono via sotto gli ombrelli. Il violentatore scappa. La ragazzina è sotto choc, chiede subito aiuto. Poco dopo arrivano le Volanti della polizia, gli investigatori della Squadra mobile iniziano le indagini.

Due giorni fa l'uomo è stato notato e riconosciuto su un vagone della metropolitana. Un agente della Polmetro lo ha fermato e ammanettato, esattamente due settimane dopo la violenza. Anche il 23 aprile era un lunedì. I detective della Mobile, da quel giorno, si sono messi a lavorare su un reato molto grave (una violenza ai danni di una tredicenne, di pomeriggio, praticamente nel centro della città), con pochissimi particolari in mano. Con l'aiuto degli psicologi hanno ascoltato il racconto della ragazzina, raccolto le descrizioni dell'aggressore. Altri investigatori hanno setacciato tutte le telecamere della zona e analizzato i filmati. Immagini a volte sfuocate, altre volte confuse, sempre a causa della pioggia. Un lavoro certosino, un'attenzione maniacale ai dettagli, ai colori degli abiti, ai tratti dei volti. Alla fine hanno notato un uomo che sembrava corrispondere alla descrizione. A quel punto i fotogrammi sono passati in mano agli esperti informatici della polizia. L'immagine è stata ingrandita, «depurata», ripulita. E alla fine mostrata alla vittima, che l'ha riconosciuta.

È stato un passaggio chiave dell'inchiesta, ma non risolutivo. Avere in mano un volto può significare tanto, ma se a quel volto non si può collegare un indirizzo, un riferimento, un nome, la caccia può andare avanti per mesi. E caccia è stata, da subito, in tutta la città: l'immagine è stata riprodotta infinite volte e trasmessa a tutti gli equipaggi che lavorano in strada: le Volanti, le pattuglie della polizia che sorvegliano le stazioni, gli equipaggi che controllano il metrò e i mezzi pubblici. E proprio un ispettore della Polmetro, nel tardo pomeriggio di lunedì, ha notato un ragazzo che aveva un modo di fare ambiguo in una carrozza del metrò. Ha avuto intuito. Ha collegato quel volto all'immagine che aveva ricevuto dai colleghi della Squadra mobile, ha fermato il sospetto. Si tratta di un ragazzo italiano, 30 anni, che per il momento è stato fermato come responsabile della violenza. L'indagine potrebbe chiudersi a breve con l'esito dell'esame del Dna.

Nessun commento:

Posta un commento