Se il nostro stile di vita è tendenzialmente sedentario e al chiuso, il
conto da pagare è un deficit di vitamina D. Una carenza comune a una
gran parte della popolazione: da una ricerca dell'European Menopause And
Andropause Society dal 50 al 70% della popolazione europea ha un
problema di carenza di vitamina D. Un problema per l'organismo, dal
momento che è essenziale per una corretta mineralizzazione delle ossa e
dei denti, indispensabile per la crescita e il rimodellamento osseo.
La vitamina D, ovvero un gruppo di prio-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse tipe vitamine (D1, D2, D3, D4 e D5), è prodotta dalla pelle che la sintetizza grazie alla luce solare. Infatti basterebbero 15 minuti al giorno di esposizione solare per produrre la quantità giornaliera sufficiente. Una sua carenza causa il rachitismo nei bambini, perché lo scheletro non si sviluppa bene, in quanto il tessuto osseo non è ben mineralizzato; negli adulti invece sono tipici, in assenza della giusta quantità di vitamina D, i dolori alle ossa e ai muscoli così come la fragilità delle ossa, soprattutto per le donne i cui livelli di vitamina D scarseggiano da quando entrano in menopausa.
I ricercatori della Medical University di Graz, in Austria, hanno trovato una correlazione tra la scarsa vitamina D e la mortalità delle donne anziane. I risultati sono apparsi sul Journal of Clinical endocrinology and Metabolism. L'assunzione della D è fondamentale per preservare le ossa dall'indebolimento e nelle donne dall'osteoporosi. Gli studiosi hanno sottoposto ad analisi 961 anziani in case di cura austriache con età media di 84 anni. Nel corso di un periodo preso in esame, sono state registrate 284 morti, il 30%. Circa il 93% di questi casi presentava livelli di vitamina D al di sotto dei valori raccomandati. "I risultati mostrano che i casi quelli con i più bassi livelli di questa vitamina sono ad alto rischio di mortalità", ha detto il ricercatore a capo dello studio Stefan Pilz.
E non è finita qui: l'insufficienza di vitamina D durante la gravidanza può essere associata a una serie di effetti avversi sulla prole. Uno studio condotto dai ricercatori di Telthon Institute For Child Health Research di Subiaco in Australia ha messo in evidenza che i bambini nati da madri con bassi livelli di vitamina D durante la gravidanza, hanno un rischio raddoppiato di soffrire di disturbi di linguaggio in età scolare. L'indagine è stata condotta su 740 donne in gravidanza, monitorando poi i figli fino ai 17 anni di età. Le donne che hanno mostrato bassi livelli di questa vitamina, generalmente legati alla scarsa esposizione alla luce solare, hanno avuto figli che tra i 5 e i 10 anni, hanno sviluppato un ritardo linguistico e disturbi di linguaggio.
Quindi è fondamentale intervenire integrando la vitamina tramite la dieta e con l'assunzione di integratori. Gli alimenti più ricchi di vitamina D sono gli oli di pesce come l'olio di fegato di merluzzo, i pesci grassi come l'aringa, il salmone e la sardina, le verdure verdi, il latte e derivati, quindi il burro, le uova, il fegato.
La vitamina D, ovvero un gruppo di prio-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse tipe vitamine (D1, D2, D3, D4 e D5), è prodotta dalla pelle che la sintetizza grazie alla luce solare. Infatti basterebbero 15 minuti al giorno di esposizione solare per produrre la quantità giornaliera sufficiente. Una sua carenza causa il rachitismo nei bambini, perché lo scheletro non si sviluppa bene, in quanto il tessuto osseo non è ben mineralizzato; negli adulti invece sono tipici, in assenza della giusta quantità di vitamina D, i dolori alle ossa e ai muscoli così come la fragilità delle ossa, soprattutto per le donne i cui livelli di vitamina D scarseggiano da quando entrano in menopausa.
I ricercatori della Medical University di Graz, in Austria, hanno trovato una correlazione tra la scarsa vitamina D e la mortalità delle donne anziane. I risultati sono apparsi sul Journal of Clinical endocrinology and Metabolism. L'assunzione della D è fondamentale per preservare le ossa dall'indebolimento e nelle donne dall'osteoporosi. Gli studiosi hanno sottoposto ad analisi 961 anziani in case di cura austriache con età media di 84 anni. Nel corso di un periodo preso in esame, sono state registrate 284 morti, il 30%. Circa il 93% di questi casi presentava livelli di vitamina D al di sotto dei valori raccomandati. "I risultati mostrano che i casi quelli con i più bassi livelli di questa vitamina sono ad alto rischio di mortalità", ha detto il ricercatore a capo dello studio Stefan Pilz.
E non è finita qui: l'insufficienza di vitamina D durante la gravidanza può essere associata a una serie di effetti avversi sulla prole. Uno studio condotto dai ricercatori di Telthon Institute For Child Health Research di Subiaco in Australia ha messo in evidenza che i bambini nati da madri con bassi livelli di vitamina D durante la gravidanza, hanno un rischio raddoppiato di soffrire di disturbi di linguaggio in età scolare. L'indagine è stata condotta su 740 donne in gravidanza, monitorando poi i figli fino ai 17 anni di età. Le donne che hanno mostrato bassi livelli di questa vitamina, generalmente legati alla scarsa esposizione alla luce solare, hanno avuto figli che tra i 5 e i 10 anni, hanno sviluppato un ritardo linguistico e disturbi di linguaggio.
Quindi è fondamentale intervenire integrando la vitamina tramite la dieta e con l'assunzione di integratori. Gli alimenti più ricchi di vitamina D sono gli oli di pesce come l'olio di fegato di merluzzo, i pesci grassi come l'aringa, il salmone e la sardina, le verdure verdi, il latte e derivati, quindi il burro, le uova, il fegato.
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