PONTREMOLI (MASSA
CARRARA) - Così piccoli e già bocciati, alla loro prima prova
scolastica. I cinque bambini di sei anni che hanno frequentato fino a
qualche giorno fa la prima elementare in due classi dell' istituto
'Giulio Tifonì di Pontremoli sono già un caso.
Anche politico, visto che
la loro bocciatura ha suscitato reazioni bipartisan in Parlamento, con
il Pd che chiede al ministro di disporre un'ispezione nella scuola della
Lunigiana e il Pdl che definisce il caso di Pontremoli come qualcosa
che «esula dalla prassi e probabilmente dal buonsenso». Ma i più agitati
e indignati sono i genitori dei bambini che annunciano ricorsi ed
ipotizzano anche una class action con tanto di richiesta di indennizzo
per questo complicato inizio della carriera scolastica dei loro figli. A
vedersi costretti a ripetere la prima, la classe in cui si imparano i
primi rudimenti per leggere, scrivere e far di conto, sono due bambini
italiani, uno dei quali disabile, e tre stranieri. Erano allievi due
classi di 29-30 bambini: «classi-pollaio» dicono i genitori che già
erano stati protagonisti di un ricorso, poi vinto, al Tar della Toscana
contro le aule troppo affollate e nelle quali diventa difficile seguire i
piccoli. Certa, invece, che la costituzione di classi numerose non
c'entri è il sindaco Lucia baracchini, che è dirigente scolastico in un
altro comune: «La bocciatura è un modo di garantire requisiti essenziali
allo svolgimento di un percorso scolastico corretto, senza dimenticare
che la priorità della scuola è il bambino e la sua istruzione». Dello
stesso parere il dirigente scolastico Angelo Ferdani: «Per il loro bene e
seguendo una normativa ministeriale che lo prevede, le insegnanti hanno
scelto all'unanimità di far ripetere loro l'anno, può succedere che per
immaturità gli alunni abbiano bisogno di più tempo per apprendere.
Siamo stati molto combattuti e ci dispiace - ha aggiunto il dirigente
scolastico - ma io stesso ho fatto visita alla classe e seguito i
bambini in alcune prove. Non sono capaci di scrivere una frase minima
sotto dettatura». E per quanto riguarda il piccolo disabile? «La
decisione - spiega - è stata presa da un gruppo di esperti». E gli
stranieri? «Non è stata la poco conoscenza della lingua italiana ad
essere di intralcio all'apprendimento. In alcuni casi si tratta di
bambini iscritti alle elementari un anno prima degli altri». Ma i
genitori restano comunque sul piede di guerra e sostengono che «quasi il
10% è stato bocciato visto che le due classi in questione sono di 29 e
30 alunni. La sentenza del Tar dello scorso 30 maggio aveva dimostrato
che i genitori avevano diritto ad un classe in più».
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