giovedì 14 giugno 2012

CGIL BACCHETTA POSTE ITALIANE: "NESSUN PREMIO DI PRODUZIONE IN GRAVIDANZA"

ROMA - Poste Italiane potrebbe dover dire addio al "bollino rosa" conquistato nel 2007 per la particolare attenzione riservata alle politiche di genere.
A chiederne la revoca, il sindacato di categoria Slc Cgil, che ha scritto al ministro del Welfare Elsa Fornero, che aveva attribuito il riconoscimento, per informarla della decisione dell'azienda di non riconoscere il premio di produzione di circa 140 euro alle donne che nell'ultimo anno erano in congedo di maternità obbligatoria. Lo stesso trattamento è stato riservato ai dipendenti che non hanno potuto lavorare a causa di malattie invalidanti.

L'accordo è stato firmato da sigle sindacali di minoranza, la Uil Poste, Failp-Cisal, ConfsalCom e UglCom, ma queste rappresentano comunque il 22% dei dipendenti. Contrarie Cgil e Cisl. In particolare, la Slc Cgil denuncia che siamo di fronte a «un segnale estremamente negativo nei confronti delle politiche familiari». Scrivono congiuntamente Emilio Miceli, segretario nazionale Slc Cgil e Mario Petitto, Slp Cisl, che la trattativa precedente all'accordo «ha evidenziato un incomprensibile posizione aziendale. Nonostante gli utili rilevanti ottenuti in questi anni - si legge sulla nota - l'accordo avrebbe negato aumenti strutturali per l'intero triennio e penalizzando il prospetto delle riduzioni per malattia introducendo un ulteriore scaglione con una decurtazione del 75% della quota regionale». Barbara Apuzzo, della segreteria nazionale servizi postali Slc Cgil, lo definisce «un durissimo colpo alle donne in età fertile, la maggioranza in azienda, dato il rinnovamento anagrafico di cui gli esodati in Poste Italiane ne sono l'esempio più evidente».

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