venerdì 26 ottobre 2012

BERLUSCONI CONDANNATO A QUATTRO ANNI: "PAESE INCIVILE, NON SI PUÓ ANDARE AVANTI"



MILANO - Parla l'ex premier dopo la sentenza del processo: «So che certamente non si può andare avanti così. Si deve fare qualcosa». Con certi giudici «un Paese diventa incivile, barbaro, invivibile e cessa di essere una democrazia. dispiace ma è così ».
«È una sentenza politica, intollerabile, non si può andare avanti cosi». Lo ha detto Silvio Berlusconi ai microfoni di Studio Aperto parlando della sentenza di condanna per i diritti tv Mediaset. «Ero certo di essere assolto da una accusa totalmente fuori dalla realtà. È una condanna politica incredibile e intollerabile. Non si può andare avanti così. È la conferma di un vero e proprio accanimento giudiziario. l'uso della giustizia a fini politici».
Per me non c'è nessuna connessione» con il 'passo indietro e la scelta delle primarie per il Pdl. «Io e i miei avvocati ritenevamo impossibile una condanna in questo processo».

LA DIFESA: "PRESENTEREMO RICORSO"
  La difesa di Silvio Berlusconi presenterà appello alla sentenza emessa oggi dalla prima sezione penale del tribunale di Milano che ha condannato l'ex premier Silvio Berlusconi a 4 anni nel processo sulle presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv Mediaset. Da quanto si apprende i legali presenteranno i motivi di appello entro il 9 novembre, il giorno prima della scadenza, entro quindi i termini di 15 giorni imposti dalla legge in quanto le motivazioni sono state lette contestualmente in aula.

LA CONDANNA
Ad appena due giorni dal suo annuncio di non ricandidarsi, e a poche settimane dalla sentenza del processo Ruby, arrivano brutte notizie per Silvio Berlusconi. L'ex premier e leader del Pdl è stato infatti condannato a 4 anni di reclusione nel processo per frode fiscale sull'acquisizione diritti Tv Mediaset. È stato anche interdetto dai pubblici uffici per tre anni. Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, è stato invece assolto nello stesso processo. I giudici hanno anche disposto un versamento a titolo di provvisionale di 10 milioni di euro da parte degli imputati condannati all'Agenzia delle Entrate. La condanna all'interdizione ai pubblici uffici per tre anni inflitta dal tribunale di Milano a Silvio Berlusconi nel processo Mediaset, come è stato spiegato da uno dei legali degli imputati, non è immediatamente esecutiva ma scatterebbe solo quando la sentenza dovesse passare in giudicato, quindi con il terzo grado di giudizio.

LE MOTIVAZIONI DELLA CONDANNA
Il «sistema» dei diritti tv aveva un «duplice fine»: una «imponente evasione fiscale» e la «fuoriuscita» di denaro «a favore di Silvio Berlusconi». Lo affermano i giudici di Milano nelle motivazioni della condanna.
Silvio Berlusconi «rimane al vertice della gestione dei diritti» e del meccanismo fraudolento anche «dopo la discesa in campo», perchè «non c'era un altro soggetto» a gestire il sistema di frode. Lo affermano i giudici di Milano nelle motivazioni della condanna.
Vi è «la pacifica e diretta responsabilità di Silvio Berlusconi» nello «sviluppo del sistema» che ha permesso di «mantenere disponibilità estere» in diverse società, in «un contesto più generale di ricorso a società offshore».
Il processo Mediaset ha fornito la «piena prova» di un sistema «per una enorme evasione fiscale realizzata da Berlusconi». Lo spiegano i giudici di Milano nelle motivazioni della condanna all'ex premier, motivazioni che stanno leggendo in aula. Questo sistema, hanno chiarito i giudici, «ha richiesto l'intervento di fiduciari stranieri», dell'apertura di «numerosi conti» e ha anche richiesto la «movimentazione» di somme di denaro.
Per i giudici di Milano il comportamento di Silvio Berlusconi, nell'ambito del processo Mediaset sui diritti tv, dimostra una «naturale capacità a delinquere» per perseguire «il disegno criminoso». Berlusconi, condannato a 4 anni per frode fiscale, viene ritenuto l'«ideatore» del sistema fraudolento. Inoltre i giudici sottolineano «la rilevante gravità della vicenda criminosa caratterizzata da rilevantissima entità degli importi sottratti al fisco». Inoltre, scrivono nelle motivazioni«non si può ignorare la produzione di un'immensa disponibilità economica all'estero ai danni dello Stato e di Mediaset che ha consentito la concorrenza sleale ai danni delle altre società del settore»

TRE ANNI CONDONATI
 Dei quattro anni inflitti a Berlusconi tre sono stati condonati. È quanto hanno disposto i giudici del tribunale di Milano nella sentenza sul processo dei diritti tv Mediaset.

CINQUE ANNI DI INTERDIZIONE
  Silvio Berlusconi è stato condannato a cinque anni, e non tre, di interdizione dai pubblici uffici, dal tribunale di Milano, nel caso Mediaset. È stato invece condannato a tre anni di interdizione dagli uffici direttivi delle imprese. La condanna diventerà esecutiva solo quando la sentenza passerà in giudicato.

LE SOCIETÀ OCCULTE
  I giudici della Prima Sezione Penale di Milano, che hanno condannato Silvio Berlusconi a 4 anni, nelle loro motivazioni, che stanno leggendo in aula, spiegano che Frank Agrama, produttore statunitense anche lui condannato, aveva lo stesso ruolo «delle tante società occulte del gruppo Berlusconi». E il sistema dei diritti tv, aggiungono, era supportato da una «organizzazione capillare per la lievitazione dei costi».  Il presidente del collegio Edoardo D'Avossa ha parlato di un «meccanismo fraudolento» che «andava avanti dal 1995», anno della quotazione in Borsa di Mediaset. Nelle motivazioni della sentenza si fa riferimento alle «operazioni fittizie» e alla «fittizietà dei contratti» relativi agli acquisti dei diritti televisivi. I giudici, in sostanza, hanno accolto nelle motivazioni l'impostazione del pm di Milano, Fabio De Pasquale, il quale nell'imputazione ritiene Agrama socio occulto di Berlusconi. «C'era sovrapponibilità tra Lorenzano, Berlusconi e Agrama», hanno chiarito i giudici, parlando anche di una «lettera confessione di Agrama» che, secondo il collegio, è la migliore risposta «alla linea difensiva». Il collegio nelle motivazioni descrive inoltre la «catena» delle società del gruppo che si occupavano della compravendita dei diritti e spiegano che «l'ultimo anello» era «una società maltese».

ALTRE TRE CONDANNE
Oltre a Silvio Berlusconi, a cui è stata inflitta una pena a 4 anni di carcere, sono tre gli altri imputati al processo sul caso Mediaset che condannati oggi a Milano. «I giudici hanno condannato il produttore statunitense Frank Agrama a 3 anni di reclusione e gli ex manager Daniele Lorenzano Gabriella Galetto, rispettivamente a 3 anni e otto mesi e a un anno e due mesi. Le altre sei persone finite sotto processo, tra cui il fondatore della Arner Bank Paolo Del Bue e Giorgio Dal Negro sono state assolte per prescrizione o con formula piena.

"EVASIONE NOTEVOLISSIMA"
Con il sistema dei costi gonfiati nella compravendita di diritti tv, è stata realizzata «una evasione notevolissima». Lo scrivono i giudici di Milano che hanno condannato, tra gli altri, Silvio Berlusconi a 4 anni e che stanno leggendo in aula le motivazioni.
I giudici nelle motivazioni quantificano questa «evasione notevolissima» in 17,5 miliardi di lire nel 2000, in 6,6 milioni di euro nel 2001, in circa 4 milioni nel 2002, e in circa 2 milioni nel 2003. I giudici richiamano anche una testimonianza, nella quale si parla di un sistema «per evidenti fini di evasione fiscale». Sistema che, secondo i giudici, anche altri testi hanno confermato.

"SISTEMA FRAUDOLENTO"
Il meccanismo di compravendita dei diritti tv Mediaset fu un sistema «fraudolento», che non aveva «una logica commerciale» e attraverso il quale «i prezzi hanno subito dei rincari non giustificati». I giudici nelle loro motivazioni richiamano anche una testimonianza nella quale si parlava di un «meccanismo che risaliva alla metà degli anni Ottanta».
Da tutte le deposizioni, chiarisce il collegio, «emerge che l'unica trattativa reale» sui diritti televisivi, era quella che faceva capo a Daniele Lorenzano, mentre negli altri casi «non c'era una logica commerciale». I giudici nelle motivazioni ricostruiscono questo «meccanismo fraudolento» che si basava sull'acquisizione dei diritti da parte delle società «del comparto B» del gruppo Fininvest, alcune delle quali «dislocate anche in Paesi offshore».
Una serie di «intermediazioni senza una logica commerciale». Dalle società del gruppo, hanno precisato i giudici, venivano corrisposte «somme enormi» nelle compravendite. Secondo l'accusa, per creare fondi neri.

SANTANCHÉ: "CI RIPENSI E TORNI IN CAMPO"
Al generoso passo indietro di Berlusconi compiuto per rilanciare la sua grande battaglia per la libertà, fa oggi da contraltare un nuovo e rumoroso passo avanti della magistratura politicizzata. Mi appello a Berlusconi perchè riconsideri la sua scelta e torni in campo insieme a milioni di italiani che come me vogliono tenere alta la bandiera del garantismo e della libertà». Lo afferma Daniela Santanchè, esponente del Pdl, commentando la sentenza di condanna a carico del Cavaliere.
«La magistratura politicizzata - sottolinea ancora Santanchè - in questo ventennio ha avvelenato i pozzi della democrazia svilendo la propria funzione e producendosi in un accanimento contro la persona di Berlusconi che non ha precedenti nemmeno rispetto ai più pericolosi criminali e delinquenti della storia. L'Italia - conclude - sprofonda un'altra volta nel giustizialismo più bieco».

LA RUSSA: "SOLIDARIETÁ A BERLUSCONI"
«Esprimo piena solidarietà e vicinanza umana a Silvio Berlusconi per una condanna dal sapore di accanimento giudiziario, tanto più che la pena inflitta è maggiore di quella richiesta dai pm e che non si è tenuto conto delle decisioni della Corte costituzionale e del Giudice di Roma. Attendo le motivazioni per giudicare meglio una sentenza che al momento desta incredulità e mi auguro un totale ribaltamento della decisione nei successivi gradi di giudizio». Lo dichiara Ignazio La Russa, coordinatore nazionale del Pdl.

GHEDINI: NO COMMENT
«Ora non dichiaro nulla, prima voglio ascoltare le motivazioni». Lo ha detto Niccolò Ghedini, uno dei difensori di Silvio Berlusconi a chi gli ha chiesto un commento a caldo sulla condanna dell'ex premier a 4 anni di reclusione per il caso Mediaset.
Ghedini ha rimandato così il suo commento al termine della lettura delle motivazioni della sentenza, che il presidente del collegio Edoardo D'Avossa sta esponendo in aula.

MEDIASET, CROLLO VERTICALE
Continua la discesa di Mediaset in Borsa dopo la condanna di Silvio Berlusconi per la vicenda dei diritti televisivi. Il titolo, aggiorna i minimi di giornata, perde il 3,4% a 1,33 euro.

ALFANO: ACCANIMENTO GIUDIZIARIO
«È l'ennesima prova di un accanimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi. Una condanna inaspettata e incomprensibile con sanzioni principali e accessorie iperboliche. Siamo certi che i prossimi gradi di giudizio gli daranno ragione e speriamo che questi giudizi giungano in fretta».Così Angelino Alfano in una nota.

DI PIETRO: VERITA' E' VENUTA A GALLA
«Tutti i nodi vengono al pettine. Nonostante tutte le leggi ad personam che Berlusconi si è fatto e nonostante la continua delegittimazione e denigrazione dei magistrati, la verità è venuta a galla», così in una nota il leader dell'IdV Antonio Di Pietro sulla condanna di Berlusconi. «Da oggi gli italiani - prosegue - possono prendere atto che una sentenza di primo grado considera Berlusconi un delinquente, colpevole di frode fiscale e con l'interdizione dai pubblici uffici per i prossimi tre anni».

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