NEW DELHI -I soccorritori che hanno scavato un
tunnel sotterraneo per cercare di salvare la bambina indiana Mahi,
caduta mercoledì in un pozzo di 25 metri a Manesar, vicino a New Delhi,
hanno raggiunto il loro obiettivo stamani. Lo riferiscono le tv ''all
news'' indiane. La piccola, che ha cinque anni e di cui non si conoscono
le condizioni, dovrebbe presto essere portata presto in superficie, ad
oltre 82 ore dall'incidente.
La vicenda ha avuto il suo inizio mercoledì sera quando, mentre giocava con amichetti nel giorno del suo quinto compleanno, è caduta in un pozzo profondo 25 metri in un villaggio vicino a Manesar, a 40 chilometri a sud di New Delhi.
Il grosso dei soccorritori è arrivato sul posto giovedì mattina, in un quadro di confusione agitata tipico delle emergenze indiane, con un via vai di soldati, vigili del fuoco, medici, ingegneri, esperti di escavazioni ed automezzi, ma anche di curiosi, passanti, fotografi, giornalisti e cameramen.
Dopo varie ore di esitazione sulla strategia da adottare per raggiungere la piccola sul fondo del pozzo, un fatto denunciato dai media, si è deciso di scavare un pozzo verticale parallelo a quello esistente, ma di due metri più profondo, e poi uno orizzontale per poter poi realizzare il salvataggio da sotto.
Quello che comunque preoccupa è che nulla si sa di certo sulle condizioni di Mahi che non risponde più alle sollecitazioni, mentre ossigeno viene pompato continuamente nel pozzo per assicurarne l'aerazione. Una microcamera calata all'interno del canale non è riuscita a fornire indicazioni significative sullo stato di salute della bambina.
La vicenda di questa bimbetta vispa, magrolina, dagli occhi scuri ed i capelli tagliati alla maschietta, ha riportato subito alla mente la tragedia italiana di Alfredino Rampi, il bambino di sei anni morto nel giugno 1981 a Vermicino, vicino a Frascati, in un pozzo di 60 metri, nonostante lo sforzo prodotto per salvarlo.
La vicenda ha avuto il suo inizio mercoledì sera quando, mentre giocava con amichetti nel giorno del suo quinto compleanno, è caduta in un pozzo profondo 25 metri in un villaggio vicino a Manesar, a 40 chilometri a sud di New Delhi.
Il grosso dei soccorritori è arrivato sul posto giovedì mattina, in un quadro di confusione agitata tipico delle emergenze indiane, con un via vai di soldati, vigili del fuoco, medici, ingegneri, esperti di escavazioni ed automezzi, ma anche di curiosi, passanti, fotografi, giornalisti e cameramen.
Dopo varie ore di esitazione sulla strategia da adottare per raggiungere la piccola sul fondo del pozzo, un fatto denunciato dai media, si è deciso di scavare un pozzo verticale parallelo a quello esistente, ma di due metri più profondo, e poi uno orizzontale per poter poi realizzare il salvataggio da sotto.
Quello che comunque preoccupa è che nulla si sa di certo sulle condizioni di Mahi che non risponde più alle sollecitazioni, mentre ossigeno viene pompato continuamente nel pozzo per assicurarne l'aerazione. Una microcamera calata all'interno del canale non è riuscita a fornire indicazioni significative sullo stato di salute della bambina.
La vicenda di questa bimbetta vispa, magrolina, dagli occhi scuri ed i capelli tagliati alla maschietta, ha riportato subito alla mente la tragedia italiana di Alfredino Rampi, il bambino di sei anni morto nel giugno 1981 a Vermicino, vicino a Frascati, in un pozzo di 60 metri, nonostante lo sforzo prodotto per salvarlo.
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