RAFFORZATO IL SISTEMA DI SICUREZZA
Nelle zone colpite dal terremoto del 20 e
29 maggio si sta registrando un calo della sismicità ma se questa
dovesse riacutizzarsi, c'è la probabilità che ciò avvenga più ad est e
dunque nella zona del ferrarese.
E' quanto scrive la Commissione grandi rischi in un documento inviato ieri al Dipartimento della Protezione Civile. Alla luce delle indicazioni, secondo quanto si apprende, il capo del Dipartimento Franco Gabrielli ha visto il premier Monti e ha convocato un comitato operativo a Bologna. Nel documento, sempre secondo quanto si apprende, la commissione ribadisce che allo stato delle conoscenze scientifiche non è possibile prevedere quando e dove si verificheranno i terremoti. Gli esperti sottolineano inoltre che la probabilità che si attivi una nuova faglia esiste in Emilia come in altre zone d'Italia.
E' quanto scrive la Commissione grandi rischi in un documento inviato ieri al Dipartimento della Protezione Civile. Alla luce delle indicazioni, secondo quanto si apprende, il capo del Dipartimento Franco Gabrielli ha visto il premier Monti e ha convocato un comitato operativo a Bologna. Nel documento, sempre secondo quanto si apprende, la commissione ribadisce che allo stato delle conoscenze scientifiche non è possibile prevedere quando e dove si verificheranno i terremoti. Gli esperti sottolineano inoltre che la probabilità che si attivi una nuova faglia esiste in Emilia come in altre zone d'Italia.
L'allerta - "Nel caso di una ripresa dell'attività sismica nell'area
già interessata dalla sequenza in corso, è significativa la probabilità
che si attivi il segmento compreso tra Finale Emilia e Ferrara con
eventi paragonabili ai maggiori eventi registrati nella sequenza". E'
quanto si legge nel comunicato della Commissione Grandi Rischi diffuso a
Palazzo Chigi. La Commissione Grandi Rischi - Settore Rischio Sismico
si è riunita in tre occasioni nel 2012, si legge nel comunicato, "per
analizzare le problematiche della pericolosità e rischio sismico
nell'area della Pianura Padana, con l'audizione dei maggiori esperti
nazionali. Le analisi e conclusioni della Commissione sull'analisi della
sequenza in corso in Emilia e sulla sua possibile evoluzione sono state
inviate il 7 Giugno al Capo del Dipartimento di Protezione Civile".
La Commissione sottolinea che "la
sequenza sismica emiliana iniziata il 20 maggio ha attivato il fronte
esterno dell'Appennino tra Ferrara e Mirandola, su una lunghezza di
oltre 45 chilometri. Il primo evento con magnitudo 5.9 ha coinvolto la
porzione centrale, tra Finale Emilia e San Felice sul Panaro; l'evento
del 29 maggio con magnitudo 5.8 ha rotto la faglia a Ovest di San Felice
sul Panaro verso Mirandola, mentre la porzione a Est di Finale Emilia
verso Ferrara ha registrato in questa sequenza eventi con magnitudo fino
a 5.1". "Non esistono a tutt'oggi - premette la Commissione - metodi
scientifici attendibili di previsione dei terremoti nel breve
periodo". Tuttavia la conoscenza del sottosuolo (le
'faglie') e gli eventi che si sono succeduti dal 20 maggio in poi
permettono di formulare alcuni orientamenti per l'evoluzione futura".
Rischi nel ferrarese -
Tra Finale Emilia e Mirandola, che nei giorni scorsi hanno avuto gli
eventi più rilevanti, scrive la Grandi rischi, "le scosse di
assestamento stanno decrescendo in numero e dimensione". Dunque, nel
caso di una ripresa dell'attività sismica nell'area già interessata
dalla sequenza in corso, "é significativa la probabilità che si attivi
il segmento compreso tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili
ai maggiori registrati nella sequenza". Inoltre, prosegue la
commissione, "non si può escludere l'eventualità che, pur con minore
probabilità, l'attività sismica di estenda in aree limitrofe a quella
già attivata sino ad ora". L'organismo, ha commentato Gabrielli, "ha
fatto un'analisi complessiva su tre segmenti della faglia. Due si sono
spezzati, il terzo no. Dunque ritiene probabile che si possa spezzare
anche il terzo. Ma - ha puntualizzato - è una situazione assolutamente
imprevedibile e che può verificarsi in tutte le altre zone sismiche
d'Italia". Il governatore Errani, da parte sua, ha invitato a "leggere
bene il comunicato della commissione: l'ipotesi dell'allargamento della
faglia non si può prevedere, è un dato statistico". Mentre è critico
l'ex presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
(Ingv), Enzo Boschi. "Sarebbe bene - ha detto - che la Grandi Rischi
facesse una precisazione, dovrebbe spiegare come è arrivata a questa
dichiarazione. Non mi risulta infatti che sia possibile fare previsioni
dei terremoti: sembra piuttosto - ha osservato riferendosi al comunicato
- qualcosa che si dice per stare sul sicuro".
Rafforzato il sistema di protezione
- Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli ha convocato il
Comitato operativo nella sede della Di.ma.c a Bologna per programmare
una serie di misure di prevenzione. Lo rende noto un comunicato del
Dipartimento della Protezione civile. Nel corso del Comitato Operativo -
al quale hanno partecipato i direttori di protezione civile delle
Regioni Emilia-Romagna e Veneto, e i prefetti delle province di Bologna,
Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Mantova e Rovigo - è stato deciso -
precisa il comunicato - il rafforzamento del Sistema di Protezione
civile a presidio del territorio. In particolare, aumenterà sia il
personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco con l'obiettivo di
accelerare le verifiche delle diverse tipologie di edifici, finalizzate
anche alla rapida conclusione della messa in sicurezza degli stessi, sia
quello delle Forze Armate per rafforzare i presidi nelle zone rosse dei
centri già colpiti dalle scosse del 20 e 29 maggio, come richiesto dai
sindaci. Si lavorerà intensamente per predisporre ulteriori dispositivi
di informazione alla popolazione e, se necessario, di accoglienza.
Impossibile prevedere i terremoti -
"Il documento della Commissione Grandi Rischi - osserva ancora la
Protezione civile - ha messo in evidenza che, nelle zone interessate
dagli eventi maggiori del 20 e 29 maggio, la sismicità, nella fase
attuale, sta lentamente decrescendo; la Commissione ha ribadito che i
terremoti non possono essere previsti e ha chiarito che le conoscenze
attuali della geologia di quest'area fanno ritenere che qualora si
riacutizzasse l'attività sismica nell'area già interessata dalla
sequenza in corso, tale attività si concentrerebbe, con maggiore
probabilità, nel settore orientale, nella zona compresa tra Finale
Emilia e Ferrara, con eventi di magnitudo paragonabili a quelli del 20 e
29 maggio. La Commissione, nel documento, ha inoltre confermato
l'adeguatezza dell'attuale classificazione sismica del territorio
emiliano. Inoltre, sottolineando che non sono oggi disponibili strumenti
di previsione effettivamente utilizzabili ai fini di protezione civile,
ha ribadito che l'unica possibilità di svolgere un' azione di
prevenzione consiste nell'applicazione di disposizioni normative e
conoscenze tecniche già disponibili, oltre che in una costante opera di
informazione e formazione dei proprietari, degli utenti delle
costruzioni, dei progettisti e dei costruttori".
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