TRAPANI - Si accusarno a vicenda di un crimine orribile che, secondo i magistrati, avrebbero commesso insieme. Salvatore Savalli e Giovanna Purpura avrebbero assassinato a colpi di vanga la moglie dell'uomo, Maria Anastasi,
incinta al nono mese uccisa e bruciata nelle campagne di Trapani.
Dopo
il fermo di Savalli, finito in carcere giovedì notte, al termine di un
lunghissimo interrogatorio, oggi è toccato alla donna, l'amante che
aveva imposto a casa e che l'avrebbe aiutato a eliminare la vittima.
Un provvedimento, quello disposto dalla Procura di Trapani, deciso non
solo per la gravità del delitto, ma anche per il rischio concreto che la
Purpura, che prima della convivenza non aveva una abitazione fissa ed
aveva trascorso diverso tempo in una comunità, potesse lasciare la città
per evitare le manette.
OGGI CONVALIDA DEL FERMO. Oggi il procuratore Marcello
Viola chiederà la convalida del fermo. Il gip dovrà pronunciarsi entro
48 ore. Savalli e la donna sono accusati di omicidio premeditato con
l'aggravante della crudeltà. Per mesi inseparabili, i due amanti,
arrivati ad imporre alla vittima e ai suoi tre figli una convivenza
molto tesa, cercano di evitare l'ergastolo addossando l'uno sull'altra
la colpa del delitto. Su una cosa sola i loro racconti convergono: il
pomeriggio di martedì scorso marito, moglie e amante sono usciti per
comprare un decoder.
I RACCONTI. Poi in macchina sono andati in campagna.
«Scese dall'auto la Purpura ha colpito mia moglie alla testa con una
vanga che avevamo», dice Savalli che sostiene di non essere riuscito a
fermare l'amante. Ma il racconto non convince i pm visto che la donna è
stata ferita da una decina di colpi al cranio e quindi il marito sarebbe
potuto intervenire. Purpura, invece, sostiene che da giorni l'amante
le ripeteva che aveva un piano per assassinare la moglie e che lei,
invano, aveva tentato di fermarlo. Il giorno del delitto Savalli sarebbe
sceso dall'auto con la moglie e l'avrebbe uccisa spaccandole la testa:
la Purpura sotto choc non sarebbe riuscita a fermarlo. Anche le parole
della donna lasciano dubbi agli inquirenti: perchè andare in campagna
coi due, si chiedono, sapendo quali erano le intenzioni del marito?
MISTERO. Un giallo, dunque, risolto solo in parte sul
quale i magistrati continuano a lavorare. Anche risentendo i figli della
donna assassinata che hanno consentito la svolta nel caso. Il padre li
aveva costretti a dare una versione dei fatti che lo scagionava: solo il
coraggio della ragazzina adolescente, che ha raccontato che i tre si
erano allontanati insieme e che Savalli aveva con sè della benzina, ha
aiutato i pm a fare chiarezza. Lei e i due fratelli verranno
probabilmente affidati a una comunità.
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