Cosa succede quando un bambino non dorme bene? I bambini che dormono male piangono di frequente senza motivo, sono di cattivo umore e manifestano un calo di attenzione. La conseguenza di tutto ciò è una maggiore dipendenza alle persone che li accudiscono
I bambini che dormono male
piangono di frequente senza motivo, sono di cattivo umore e manifestano
un calo di attenzione. La conseguenza di tutto ciò è una maggiore
dipendenza alle persone che li accudiscono. Questa eccessiva dipendenza
rende i bambini insicuri, con difficoltà nei rapporti con gli altri
e poco brillanti nel rendimento scolastico. Gli effetti della carenza
di sonno sulla salute del bambino sono ancora oggetto di studio,
tuttavia un bambino stressato non dispone delle stesse difese di un
bambino che riposa bene.
L’ormone della crescita, è stato dimostrato, viene secreto soprattutto durante le prime ore di sonno. Se il sonno è irregolare la somatropina (ormone della crescita) può alterarsi e di conseguenza pregiudicare la crescita in termini di centimetri di crescita e di peso corporeo. I genitori poi vivono in uno stato di tensione insopportabile quando il loro bimbo manifesta difficoltà nel sonno.
Secondo le statistiche circa il 35% dei bambini soffre di insonnia, ha problemi all’ora di andare a letto e/o si sveglia più volte nel corso della notte. Quando si presentano questi problemi bisogna subito dire che non è colpa dei genitori, semplicemente il bambino non ha ancora acquisito l’abitudine al sonno. Verso il terzo o quarto mese di vita i bambini cominciano a mutare il loro ritmo sonno-veglia, abbandonando progressivamente il ciclo di tre o quattro ore per adattarsi pressappoco a quello dell’adulto. Il lattante comincia ad avere periodi di sonno notturno più duraturi. Per far funzionare correttamente l’orologio biologico occorre l’intervento di alcuni stimoli esterni, come l’alternanza di luce o oscurità e di rumore e di silenzio, gli orari dei pasti e le abitudini che favoriscono il sonno. La sera quando mettiamo il bimbo nella culla è normale che nella stanza sia al buio e che i rumori del giorni siano fortemente attenutati.
L’ormone della crescita, è stato dimostrato, viene secreto soprattutto durante le prime ore di sonno. Se il sonno è irregolare la somatropina (ormone della crescita) può alterarsi e di conseguenza pregiudicare la crescita in termini di centimetri di crescita e di peso corporeo. I genitori poi vivono in uno stato di tensione insopportabile quando il loro bimbo manifesta difficoltà nel sonno.
Secondo le statistiche circa il 35% dei bambini soffre di insonnia, ha problemi all’ora di andare a letto e/o si sveglia più volte nel corso della notte. Quando si presentano questi problemi bisogna subito dire che non è colpa dei genitori, semplicemente il bambino non ha ancora acquisito l’abitudine al sonno. Verso il terzo o quarto mese di vita i bambini cominciano a mutare il loro ritmo sonno-veglia, abbandonando progressivamente il ciclo di tre o quattro ore per adattarsi pressappoco a quello dell’adulto. Il lattante comincia ad avere periodi di sonno notturno più duraturi. Per far funzionare correttamente l’orologio biologico occorre l’intervento di alcuni stimoli esterni, come l’alternanza di luce o oscurità e di rumore e di silenzio, gli orari dei pasti e le abitudini che favoriscono il sonno. La sera quando mettiamo il bimbo nella culla è normale che nella stanza sia al buio e che i rumori del giorni siano fortemente attenutati.
Quando dorme durante il giorno è invece importante che ci sia un po’ di
luce e che prendiamo poche precauzioni per i rumori esterni. Oltre all’oscurità e al silenzio risulta essenziale l’orario dei pasti.
Fin dalla nascita il bambino associa sonno e pasto. Nell’apprendere
l’abitudine a mangiare nel seggiolone al bambino trasmettiamo anche il
nostro atteggiamento. Il bambino piccolo sente ciò che sente la mamma.
Se colui che dà a mangiare il bambino si sente insicuro, di conseguenza
si sentirà insicuro anche lui. Logicamente il bambino preferisce
addormentarsi in braccio anziché nella culla da solo.
La sicurezza nei genitori e conseguentemente nel bambino è la condizione necessaria per il bambino che riesce a rimanere solo nella culla e a conciliare il sonno con i propri mezzi.
Ecco alcuni atteggiamenti che consiglio di evitare per fare addormentare il proprio bambino: cantare, dondolarlo nella culla, cullarlo tra le braccia, dargli la mano, farlo passeggiare in carrozzina o in macchina, dargli il biberon o allattarlo, metterlo nel letto matrimoniale, dargli da bere.
La sicurezza nei genitori e conseguentemente nel bambino è la condizione necessaria per il bambino che riesce a rimanere solo nella culla e a conciliare il sonno con i propri mezzi.
Ecco alcuni atteggiamenti che consiglio di evitare per fare addormentare il proprio bambino: cantare, dondolarlo nella culla, cullarlo tra le braccia, dargli la mano, farlo passeggiare in carrozzina o in macchina, dargli il biberon o allattarlo, metterlo nel letto matrimoniale, dargli da bere.
QUESTI CONSIGLI ARRIVANO DAL LIBRO "FATE LA NANNA"LO STO LEGGENDO ANCH'IO PERCHE HO LO STESSO PROBLEMA..DICONO CHE IL METODO CHE INSEGNANO NEL LIBRO FUNZIONA AL 96% DEI CASI,POI VI SAPRO DIRE SE LE MIE OCCHIAIE SI RIDUCONO...
RispondiEliminae allora come li dobbiamo addormentare??
RispondiEliminaEcco ttt ciò ke facevo io...lo dondolo fino allo sfinimento e canticchioooo.ma altrimenti ke faccio???se lo lascio in culla piange ho provato ma al buio continua a strillare .....quindi ke si fa????
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