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Già i neonati nella culla ricevano da parte dei
genitori un primo abbozzo di "educazione". Toni di voce ed espressioni
differenti, infatti, palesano, per quanto mamma e papà, il più delle
volte, non se rendano conto, la loro approvazione o disapprovazione nei
confronti dell'operato del bebè.
È, però, soprattutto con i bimbi in età prescolare e scolare che l'educazione diventa un punto fermo del rapporto genitori-figli, rapporto spesso burrascoso e caratterizzato da esasperazione reciproca e insofferenza. Stabilire delle regole, infatti, comprendere cosa sia giusto e cosa non lo sia non è difficile per un genitore. Ciò che davvero risulta difficile e, spesso, impossibile, è convincere i piccoli a rispettare tali regole comprendendone la bontà.
Ecco perché è fondamentale trovare un modo (e non esiste una regola generale, ma solo qualche indicazione di base) per riuscire a "comunicare" con i bambini, mettendosi nella loro stessa frequenza d'onda senza che questo implichi necessariamente permissivismo e senza che, in nessun modo, l'autorità genitoriale venga meno.
La questione dell'autorità è fondamentale nel rapporto
genitori-figli. È importante, infatti, che il ruolo di mamma e papà non
venga mai meno e che il bambino possa trovare in loro, nella loro
fermezza, un punto stabile cui far riferimento. Solo in questo modo
potrà crescerete forte e autonomo.
Ecco perché, una volta impostata una regola e spiegata al piccino, è meglio non lasciarsi andare al permissivismo: chiudere un occhio lasciandogli fare ciò che meglio crede è controproducente e alla lunga mina l'autorevolezza del genitore.
Stabilite, quindi, delle regole, cercate di renderle più chiare e semplici possibili e fate in modo che il bambino le rispetti, ripetendogliele anche cento volte se occorre. Sbagliato, infatti, l'atteggiamento di chi dice no e poi cambia idea.
Lo stesso discorso vale anche per i "capricci". Mai cedere di fronte a un ricatto, ma cercare di capire cosa questo nasconde (Perché il bimbo sta reagendo così? Cosa vuole veramente?), parlare con il bambino e controllare la rabbia (grida e urla non servono. Di fronte a un piccino capriccioso è necessario, per quanto possibile, mantenere la calma, non irrigidirsi ma mostrarsi risoluti e fermi nei propri intenti).
Ecco perché, una volta impostata una regola e spiegata al piccino, è meglio non lasciarsi andare al permissivismo: chiudere un occhio lasciandogli fare ciò che meglio crede è controproducente e alla lunga mina l'autorevolezza del genitore.
Stabilite, quindi, delle regole, cercate di renderle più chiare e semplici possibili e fate in modo che il bambino le rispetti, ripetendogliele anche cento volte se occorre. Sbagliato, infatti, l'atteggiamento di chi dice no e poi cambia idea.
Lo stesso discorso vale anche per i "capricci". Mai cedere di fronte a un ricatto, ma cercare di capire cosa questo nasconde (Perché il bimbo sta reagendo così? Cosa vuole veramente?), parlare con il bambino e controllare la rabbia (grida e urla non servono. Di fronte a un piccino capriccioso è necessario, per quanto possibile, mantenere la calma, non irrigidirsi ma mostrarsi risoluti e fermi nei propri intenti).
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